Editorialerecensioni letterarie

Oggi Joe ci presenta una succulenta recensione di Zomb Saga di Progetto Zomb.


 

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In un mondo devastato da un’apocalisse zombie, quattro diver­si tipi di morti viventi costringono l’umanità a dividersi in al­trettante fazioni. Nomadi, religiosi, reietti e militari si conten­deranno ciò che resta del mondo che conosciamo cercando di sopravvivere a zombie vaganti, posseduti, mutanti e infetti. An­tonio Amodeo, Daniele Picciuti, Alexia Bianchini, Mala Spina, Marco Roncaccia, Fabio Ghioni e Samuele Fabbrizzi creano una raccolta di racconti ambientata in un universo che cerca di mettere d’accordo tutti gli appassionati della letteratura Z. Zomb Saga si avvale inoltre della collaborazione di Federico “Videodrome” Frusciante che non manca di deliziare i fan del grande schermo con un breve saggio riguardante il cinema e i morti viventi.

 

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RECENSIONE

 

E’ una raccolta di racconti horror scritta a diverse mani e diverse teste da alcuni giovani volenterosi, esperti in zombie, armi, tattiche militari, addestramenti, sopravvivenze a qualsiasi olocausto. I protagonisti, e probabilmente gli autori, sembrano avere un passato da mercenari, legionari, paramilitari, militari, sopravvissuti a qualche precedente apocalisse. Un lettore che cerca sparatorie, uccisioni, sangue, decapitazioni, coltellate, bombe a mano, fucili, armi di ogni genere, botole, tunnel, personaggi bellicosi e superiori, quasi supereroi, ha trovato il suo libro.

Fin dall’inizio si intuisce che si tratta di testi scritti benissimo, in maniera impeccabile, sintatticamente perfetti, ricchi di vocaboli non comuni – per i quali occorre premunirsi di vocabolario -, a volte piazzati come un’incudine in un’esposizione di manufatti in cristallo, a volte in un contesto in cui non c’entrano nulla. Lo stile di ogni autore è fluido, scorrevole, molto curato, quasi reso omogeneo nella supervisione finale da un’unica mano delicata che ricompatta la truppa in uno schieramento uniforme.

Il merito di questi autori è di avere dato ancora nuova linfa a un filone horror che ormai sembra aver raggiunto ogni cima e quindi ogni pendio. E in questo territorio, esplorato a monte e a valle, il rischio dello scrittore è di apparire sterile, noioso, ripetitivo; quello del lettore è di affrontare un libro pieno di argomenti triti, ritriti, e alla fine superati, che hanno esaurito interesse, coinvolgimento, suspense.

Seppure con la preoccupazione di leggere sempre la solita solfa sui morti viventi, esaminati e descritti in tutte le varianti possibili, i testi di Zomb Saga intrigano e trascinano sino alla fine anche gli appassionati ed i più esperti del genere, e anche i più annoiati, perché qualcosa di nuovo è stato inserito: il distacco dalla narrazione, l’assenza di immedesimazione con i personaggi, la scarsezza di umanità in quel mondo “vivente” e “non-vivente”, il vuoto passionale, la privazione della compassione. Quasi fosse un testo privo di sensazioni elaborato da una macchina. E con questa sintesi apocalittica gli autori hanno raggiunto il loro obiettivo: la pandemia zombie non insegnerà e non cambierà nulla, essa è già tra di noi.

 

 

Joe Vanni


 

 

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