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Un nuovo articolo “scientifico” del nostro Igor Zanchelli.


 

ZOMBIE. La carne è la loro Droga!

di Igor Zanchelli

 

Una delle caratteristiche immutabili, peculiari e ferme dell’iconografia zombie è la sua natura aggressiva unita all’insaziabile desiderio di carne umana. Carne che il non-morto ricerca, bracca e una volta “afferrata” la ingurgita incessantemente, voracemente, quasi fosse un drogato in continua astinenza.

La filmografia e la letteratura ci hanno chiaramente dimostrato che i non-morti non “necessitano di cibo”, non avvertono la fame, e non hanno esigenza di trasformare questo cibo in energia per il loro corpo.

Quindi perché mangiano? Quale potrebbe essere la causa di tale bramosia? Forse si tratta di una semplice dipendenza post-mortem.

Ricercatori del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Vienna hanno scoperto che il “desiderio” e “la dipendenza” persistono nel cervello umano anche dopo la morte. Gli austriaci hanno rivelato che una proteina, presente nell’area dove ha sede il centro di ricompensa dell’encefalo nota come FosB, è spesso alterata in eroinomani (principalmente) e tossicodipendenti.

Questa proteina modificata (denominata deltaFosB) continua a essere presente nel cervello dei pazienti deceduti da molto tempo; questo fa supporre che il “desiderio e/o la dipendenza” continuano ad esistere e persistere anche dopo la morte.

La proteina mutata può essere identificata e isolata, all’interno della materia cerebrale, addirittura dopo una settimana dal decesso. I ricercatori, tuttavia, ritengono che il periodo di permanenza della deltaFosB può durare per mesi.

Tale mutazione avviene a causa della costante assunzione di farmaci, come l’eroina; il cervello in caso di uso cronico è sempre più stimolato, subendo alla fine dei cambiamenti strutturali (plasticità neurale) all’incirca nella regione in cui si forma la memoria.

Gli scienziati hanno anche scoperto che non è solo l’assunzione dell’eroina ad apportare tali cambiamenti ma anche l’esposizione ad una serie di stimoli farmacologici e non, citando ad esempio gli oppiacei, gli antidepressivi, antipsicotici finanche lo stress.

Potrebbe essere che il nostro desiderio, spesso irrefrenabile, di caffeina, zucchero, nicotina, sesso, cibo ecc… possa scaturire e manifestarsi come una vorace fame di carne umana da parte dei putridi morti viventi.

Se proteine, come deltaFosB ad esempio, possono alterare il nostro cervello, dettare i nostri bisogni e guidare le nostre dipendenze, come potrebbero gli zombie dopo la morte soddisfare tale desideri o meglio tali bisogni?

Anche il nostro semplice desiderio di mangiare, bere o respirare potrebbe essere influenzato dal cervello, che è l’unico organo che funziona seppure allo stato primordiale, degli zombie.

Probabilmente l’appetito insaziabile dei morti viventi è solo l’espressione contorta e senza freni inibitori delle nostre dipendenze che manifestiamo più o meno apertamente da vivi.

Il grande maestro Romero ci aveva visto ancora una volta giusto. In fondo i morti viventi incarnano semplicemente la natura umana nelle sue più vere e primordiali caratteristiche, libera da freni inibitori e regole sociali strutturate.

 

Ulteriori informazioni sono reperibili online sul Journal of Addiction Research & Therapy.

Fonte: http://zombieresearchsociety.com/archives/29620

 


 

 

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