Editorialerecensioni serial tv

RECENSIONE THE WALKING DEAD S08E06

 

Proprio quando tutto sembrava girare come un orologio in “The Walking Dead” arriva la classica puntata affidata ad Angela Kang e Corey Reed e tutto si ferma. Letteralmente.

Ogni volta che vedo una puntata scritta da questi due autori mi chiedo che appoggi debbano avere in seno all’AMC per avere ogni anno l’opportunità di tediarci con almeno due puntate a stagione.

Già da sola la Kang tende all’introspezione psicologica estrema, abbinata a Reed il tutto diventa veramente pesante da gestire per lo spettatore.

Ripensando alla puntata mi viene in mente solo una cosa, niente si è mosso di un passo. Non i personaggi. Non la guerra di Negan e Rick.

È stato il solito “girare intorno” della Kang e Reed, intorno alle presunte giustificazioni morali per il comportamento che stanno avendo i personaggi nella guerra in corso. Ma dopo tutto questo tempo, direi che ormai lo abbiamo ampiamente capito.

La guerra è “brutta e cattiva” e rende “brutte e cattive” le persone che ci partecipano, anche quelle nel “giusto”, come Rick and company .

Li rende spietati oltre alla loro volontà, fa uscire il peggio di chi già non è un granché normalmente.

Ma ovviamente la Kang e Reed ci annoiano per quasi un’ora spiegandoci che Rick è buono in fondo, come dimostra anche Carl che da lui sta acquisendo l’empatia e la pietà per gli altri.

E non contenti, ci parlano anche dell’influenza che Lori ha avuto sul figlio. E qui veramente siamo al colmo.

A parte che probabilmente Lori è uno dei personaggi televisivi più odiati della storia, ma veramente Kang e Reed pensano che ci possiamo bere le influenze “positive” sul figlio?

Ma dove? Ma quando? Mentre tradiva Rick con Shane? Mentre li metteva uno contro l’altro alle loro spalle? Mentre si perdeva un Carl più piccolo ogni due per due per i boschi e le città, mettendolo in grave pericolo?

Non contenti, insistono anche nel farci vedere Carol ed il suo comportamento con i più piccoli che vogliono combattere. Direi tutto già visto e sentito. Anche il richiamo a sua figlia persa nel bosco e ritrovata “come mostro”.

Lasciamo poi stare la pietosa parte di Michonne e Rosita. A parte che quasi mi viene un colpo quando Michonne dichiara che tutto ciò che abbiamo visto in queste puntate è successo in un giorno e mezzo per loro. Solo?

Ma veramente dovevamo vedere Michonne in allarme rosso, letteralmente a quanto pare, per il piano di Rick e Rosita, che condivide la sensazione? A che scopo?

In guerra si è sempre in allarme rosso direi. Tu fai un piano per vincere, ma ovviamente poi si deve fare i conti con la controreazione del nemico, che non tende ad essere molto collaborativo in questo.

E finiamo “alla grande” la puntata con Rick rinchiuso nudo in un container, ancora, da Jadis. Questa mossa di Rick devo proprio capirla. E spero che ce la spieghino nelle prossime puntate, perché adesso sembra solo folle e senza senso.

Giusto poi per tediarci ancora meglio, ci sentiamo un bel riassunto delle cinque puntate precedenti attraverso lettere (?) che i vari “capi” si passano uno con l’altro.

Insomma puntatona filler che più filler non si può.
 

Antonella Cella

 


 


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