recensioni cinematografiche

Anche gli animali meno pucciosi hanno dei diritti!

 

Era il 1993, avevo dieci anni quando uscì il primo film della saga, partivo in vantaggio perché avendo genitori inclini alla lettura, al primo accenno di interesse per la storia e l’archeologia, mi regalarono Jurassic Park. Una lettura non proprio da bambini visto che un’intero capitolo spiegato nel dettaglio è dedicato solo alla ricostruzione del DNA, quello che nel film viene spiegato -per intenderci- in neanche due minuti di filmato. Comunque, nonostante le difficoltà Jurassic Park divenne fin da subito uno dei miei libri preferiti, grazie alle teorie del Dottor Malcom e alle spiegazioni evoluzionistiche del Dottor Grant, insegnamenti che poi ho ritrovato anni dopo all’università.  Il film amplificò l’amore che già avevo per questi bestioni scomparsi sessantacinque milioni di anni fa. Negli anni a causa dei sequel non propriamente riuscitissimi, la voglia di tornare a camminare tra la giungla di Isla Nublar si era molto attenuata, tanto da non aver alcuna voglia, nel 2015, di andare a vedere Jurassic World. Ci accompagnai mia figlia con la certezza che non avrebbe mai suscitato in lei le stesse emozioni che provocò me Jurassic Park. Ed invece mi stupì piacevolmente: le musiche, i cancelli, le inquadrature, molto era una strizzatina d’occhio a noi ex bambini ormai genitori, un mix condito da abbondante ironia marvelliana (come potrebbe non essere con Star Lord tra i protagonisti?).

Dopo questa premessa, lunga ma obbligatoria per me, arriviamo a Jurassic World- il regno perduto: la trama è estremamente semplice e lineare, l’isola dopo il disastro è abbandonata a sé stessa, i dinosauri vivono in una specie di bolla spazio temporale in cui non interagiscono con l’esterno e l’esterno non interagisce con loro, però una nuova catastrofe minaccia il loro mondo, il vulcano dell’isola che si credeva spento si risveglia minacciando di estinguere, di nuovo, la stirpe dei dinosauri. Il miliardario e ideatore del parco Lockwood (James Cromwel) invia i protagonisti del primo film, Owen Grady (Chris Pratt) e Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) in una spedizione di salvataggio, almeno in apparenza, per spostare al sicuro i dinosauri perché anche loro avrebbero diritto di vivere.

Come dicevo una trama abbastanza piatta e lineare che si sviluppa con pochi colpi di scena molto telefonati. Infatti tra me e mia figlia era un continuo ripetere:

«Scommettiamo che questi muoiono?»

«eeeh questo muore».

Puntualmente vedevamo confermate le nostre supposizioni. Effetti speciali superlativi, i dinosauri tornano ad essere vivi e tangibili come nel primo Jurassic Park, ed ottimi gli ammiccamenti per noi vecchi fans, come la colonna sonora che spunta qua e là e stringe il cuore, l’auto abbandonata nella giungla, e colpo di genio l’inquadratura con cui si presenta la protagonista. Una prima parte di film abbastanza lenta che però si riprende magnificamente nella seconda parte in cui le scene di azione e quelle più commoventi si alternano alla perfezione.

In conclusione, il film non è un capolavoro come il primo Jurassic Park ma neanche troppo trash come il primo Jurassic World. Decisamente godibile e consigliabile.

 

Viola Della Rina

 


 


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