Racconti brevi

Racconto Breve

di Eddie SHENKER


Ho sempre odiato l’estate, sempre.
E, se pensate che son palermitano, è tutto dire.
Il caldo soffocante, l’afa, il sudore…vaffanculo, provate voi a lavorare in un laboratorio di informatica con decine di computer accesi, poi ne riparleremo.

E il traffico?
Palermo era già caotica di suo, ma d’estate ritrovarsi imbottigliati nel traffico equivaleva a fare una visitina nel cesso personale di Satana.
Turisti senza un minimo di cognizione stradale italica, dove vigeva la legge del “Prima passo io”.
Parcheggi? Ma quando mai, nemmeno a parlarne.



Comunque da circa un anno quasi tutti i problemi si sono risolti.
La tanto attesa Apocalisse Z è arrivata, ha spazzato via gran parte dell’umanità, il sistema si è sgretolato come un wafer masticato e sputato a terra.
Tutte le nazioni son capitolate, una dopo l’altra, senza se e senza ma, ora quasi ogni angolo della Terra è sotto il dominio silente degli zombie.
Le superpotenze hanno resistito qualche giorno in più, ma alla fine sono state risucchiate nel vortice della non morte.
Ci sono alcune sacche di sopravvivenza, ma resistere a cosa?
Piuttosto sono agglomerati di sopravvivenza, dove si cerca appunto di sopravvivere giorno dopo giorno, nient’altro.
Le speranze son morte da tempo, tranne una.
No, non sto parlando di fantomatici bunker pieni di scienziati alla ricerca di una cura, cazzate, immense cazzate.
Non ditemi che qualcuno di voi credeva ancora a queste stronzate!!!
L’unica speranza che ci resta è che gli zombie marciscano il più in fretta possibile!
Ed è quello che sta accadendo da qualche giorno, i morti viventi si decompongono in maniera tale da non poter più nuocere ai pochi sopravvissuti.
Li ho visti con i miei occhi, giuro!!!
Evidentemente il virus rallenta la decomposizione, ma non la ferma, fortunatamente.
Quindi, riassumendo, non ci resta che aspettare.
Ed è buffo,sai?
Quando il mondo era ancora “regolare”, ero uno dei quattro admin di una pagina Facebook a tema zombesco.
Il suo nome era Quelli che aspettano gli zombi (la e finale mancante era una cosa voluta).
Insieme ad altre migliaia di appassionati, sognavamo l’arrivo dei morti viventi, bramavamo l’Apocalisse,aspettavamo la carne marcia.
Ah, quanti rambo su quella pagina, chissà in quanti saranno sopravvissuti?
Comunque, Quelli che aspettano gli zombie, e sono arrivati davvero, buffo no?
Il problema è che sinceramente non credo di avere ancora molto tempo a disposizione, sono già svenuto due volte, già.

Quante volte vi siete ritrovati con gli zombie attaccati al culo?
Immagino molte, se siete sopravvissuti fino a questo momento, deve esservi successo per forza di cose.
A me è successo qualche volta, l’ultima proprio due giorni fa.
Ho avuto la “grande fortuna” di imbattermi in tre orde separate, mi restava una sola via di fuga, ho usato quella.
Adesso loro sono qui intorno a me, protendono le braccia per afferrarmi, ma non arrivano al mio corpo; delle robuste sbarre di acciaio mi tengono al sicuro.

Ho un fucile e alcune cartucce, ma sparare servirebbe solo ad attirarne altri.
Saranno un centinaio, impazziscono intorno a me, vorrebbero smembrarmi e cibarsi delle mie carni.

E’ il secondo giorno che son chiuso qui dentro, circondato dai morti viventi, sotto un cocente sole di giugno.
Ho sempre odiato l’estate, sempre.

Sai, caro amico che stai leggendo queste righe, avevo solo una via di fuga, davvero.
O questa, o la morte.
Appunto, la morte.
Quando senti che sta per afferrarti alle spalle, faresti di tutto per sfuggirle, fosse anche solo per sopravvivere qualche ora in più.

Avevo una sola via di fuga.
La struttura di un piccolissimo circo itinerante, mi avevano praticamente preso, non avevo altra scelta che rinchiudermi qui dentro.
Nella gabbia degli scimpanzé, 5 metri di spazio, sbarre in acciaio.

Circondato da ogni lato, nessuna via di fuga.
E loro non andranno via, no che non lo faranno.
Non possono entrare, il problema è che io non posso uscire.

Ho sempre odiato l’estate, sempre.

 

 

(Eddie)


 

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