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La Teoria dello Sciame.

di Igor ZANCHELLI


Nonostante le varie interpretazioni sugli zombie, siano loro lenti o veloci, putrefatti o mutanti, date dai vari autori che abbiano scritto o filmato il fenomeno, una costante appare immutata e onnipresente.
Le capacità intellettive del morto vivente sono quasi pari a zero. Lo zombie non è in grado di pensare, di ragionare, di escogitare piani. In sostanza sono degli stupidi. Mossi solo e soltanto da un istinto predatorio, alla costante ricerca di carne umana.

Non sono in grado di compiere le più banali azioni se non avanzare, afferrare, dilaniare e mordere. Già salire delle semplici scale, o superare elementari sbarramenti, è per loro una azione quasi proibitiva.
Fatta questa premessa mi sono sempre chiesto come è possibile che creature così stupide possano mettere a rischio la stessa esistenza dell’uomo in caso di apocalisse Z?
L’essere umano è dotato di una intelligenza superiore a tutte le creature esistenti sul nostro pianeta; è capace di risolvere problemi di estrema complessità sia di natura teorica che pratica. Elabora brillantemente complicati ragionamenti sia astratti che materiali.
Com’è possibile, allora, che un gruppo più o meno numeroso di questi zombie ci facciano il “mazzo tanto”?
Un’altra questione che sorgere alcune domande è perché quando sono da soli o in piccoli gruppi, diciamo entro la decina di unità, gli zombie non rappresentano quasi mai un mortale problema e i sopravvissuti quasi sempre riescono a cavarsela?

E perché, invece, quando i morti viventi formano grandi gruppi le cose cambiano, nonostante armi di ultima generazione, carri armati, missili, elicotteri, altissime mura, gli zombie vincono e si mangiano i vivi?
Inoltre, ho notato che quando formano gli “sciami” o “orde”, i morti viventi, non agiscono mai ognuno per se, ma sembrano essere coordinati ed efficienti, quasi fossero soldati ben addestrati agli ordini di un grandissimo e valente generale, ce le danno di santa ragione.
Ma come, mi chiedo, sono stupidi singolarmente, e in gruppo sono geniali?

Qui qualcosa mi sfugge!
Per risolvere questa contraddizione, occorre dare uno sguardo a quello che succede all’interno dell’universo delle formiche.

La formica è incapace di svolgere, da sola, nessuna azione complessa, se non quella che l’evoluzione ha scritto nei suoi geni. Non è in grado di pensare, non è in grado di ragionare, non è capace di costruire nidi, coltivare funghi, formare caste, allevare bestiame. Tuttavia una colonia di formiche, crea formicai estremamente complessi, è in grado di costruire zattere, organizzare agguati, coltivare funghi, allevare afidi, e molto molto altro.
Anche qui qualcosa mi sfugge!
Pensa che ti ripensa, mi imbatto in una teoria del 1988, enunciata da Gerardo Beni, S. Hackwood e J.Wang, elaborata per un progetto di intelligenza artificiale applicata a sistemi robotici. Questa teoria, chiamata “Teoria dello Sciame”, prende in considerazione sistemi auto-organizzati nei quali un’azione complessa deriva da una “intelligenza collettiva”. Questa intelligenza collettiva è il risultato della somma di tante semplici ed elementari azioni compiute dai singoli membri del sistema. Uguale a quello che succede in natura nel caso degli stormi di uccelli, gruppi di insetti e appunto colonie di formiche.

Le condizioni affinché questa teoria si possa applicare sono:
1) Ogni membro del sistema dispone di limitatissime capacità intellettive;
2) Ogni individuo non conosce lo stato globale del sistema;
3) Assenza di un ente coordinatore (ad es. nelle api e nelle formiche, la regina non coordina le azione degli altri membri, ma si limita solo a deporre le uova).
Applichiamo la teoria alle formiche. In quanto insetto, la formica a differenza di creature più complesse quali i mammiferi, ha delle capacità limitatissime. Possiamo assimilarla a un minuscolo robot che risponde a semplici ed elementari stimoli olfattivi con elementari azioni pre-programmate.

Nella colonia, l’interazione di milioni di queste semplici azioni pre-programmate danno vita ad attività immensamente complesse.

Per fare un esempio a noi familiare immaginiamo un neurone. Da solo è capace di fare ben poco; riceve “stimoli chimici”, risponde con “stimoli chimici”. Tuttavia interagendo con milioni se non miliardi di altri neuroni, è capace di creare l’intelligenza, la memoria, il ricordo, il linguaggio, l’arte, ecc.
Un altro esempio: ogni formica alla ricerca di cibo lascia sul terreno una scia chimica, il ferormone, che indica la strada percorsa alle formiche che seguono. Il feromone, tuttavia, dopo un po’ di tempo evapora. La strada che sarà seguita è quella dove la scia è più marcata, ovvero dove sono passate più formiche.

Esperimenti effettuati da vari studiosi, hanno dimostrato che ponendo le esploratrici su due percorsi di diversa lunghezza ma ambedue conducenti al cibo, le formiche, dopo un certo numeri di viaggi, si recavano a prelevare i rifornimenti, scegliendo quasi sempre la via più breve. Questo perché il tempo che intercorreva tra la partenza e il rientro dei membri della colonia col cibo era minore, con passaggi frequenti sul percorso più breve, e conseguente “odore”più marcato sulla via più corta.
Si è detto che la risposta ad uno stimolo olfattivo viene dato al ferormone più marcato, le formiche seguono senza che nessuno le diriga la via più breve.
Una semplice azione, seguire un odore, conduce ad una azione complessa efficiente e coordinata di esplorazione, approvvigionamento e contestuale scelta del percorso più breve, con perfetta razionalizzazione del rapporto tra lavoro (fatica per prelevare il cibo) e guadagno (maggiore quantità di cibo prelevata rispetto al percorso più lungo). STUPEFACENTE!
Altra questione davvero incredibile è che ogni singola formica non conosce lo stato generale della colonia, non sa di quante unità è formato il gruppo, quali compiti ogni appartenente deve attendere o quali mansioni svolgere. Ogni formica è stata pre-programmata in modo tale che quando sente un certo tipo di “odore”, deve fare una determinata azione.

Ad esempio se occorre riparare il nido e le operaie non sono sufficienti, le stesse secernono un particolare “ferormone” al quale tutte le formiche, indipendentemente dal fatto che siano esse soldato o allevatrici, risponderanno “diventando” operaie e collaborando alla riparazione.
Il rilascio di questo stimolo odoroso, sarà continuo, fin quando le unità delle formiche necessarie alla riparazione del nido sarà sufficiente; cesserà quando il numero sarà congruo. Evaporando il ferormone non produrrà più nessuna risposta da parte di altre formiche e nessun altra si aggiungerà alle unità che stanno effettuando la riparazione.
Stesso discorso vale se c’è carenza di allevatrici, esploratrici, soldati o addette alle larve.
Nessuno all’interno del formicaio ha compiti o funzioni di coordinamento degli altri membri. Neanche la regina. Il suo compito consiste esclusivamente nel deporre le uova.
Questo ci rende l’idea del concetto di “intelligenza collettiva”.

Ma questa teoria si può applicare agli Zombie?
Dunque vediamo se ci sono le condizioni sopra esposte:

  • Limitate capacità intellettive, ci sono;
  • Non conoscenza della globalità dell’azione, è presente.
  • Assenza di un ente coordinatore (leader), è presente.
  • Risposte a semplici stimoli, siano essi odorosi, visivi o uditivi, con azioni semplici e programmate (seguire, afferrare, mordere), ci sono.
  • Capacità di aggregarsi e porre in essere azioni più o meno complesse (intelligenza collettiva) per raggiungere l’obiettivo di mangiarsi i vivi, è presente.

EUREKA! Anzi PORCA PALETTA!

Questa teoria si può applicare agli zombie, e con essa la risposta ai miei interrogativi.



Ma se tutta questa riflessione è corretta, allora siamo nella cacca fino al collo. Perché? Semplicemente perché tante più formiche (zombie) formano il gruppo/colonia/sciame/orda, tanto più grande è la loro intelligenza collettiva.

Questo, credo, è già abbastanza per farci impallidire ed iniziare a raccomandare la nostra anima a Dio.

 

 

Igor ZANCHELLI


 

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