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di Luca Pennati


7Dobbiamo renderci conto che il giorno in cui accadrà l’irreparabile molta [tanta] gente morirà perché scarsamente informata sulle proprie possibilità di riparo.  Infatti, il primo punto sulla propria road map verso la salvezza dall’apocalisse zombie dovrebbe essere : trovare un rifugio.

Naturalmente se non si hanno le possibilità di realizzarne uno proprio diventa doveroso informarsi su dove sarà possibile utilizzare quelli già esistenti o che si presteranno a diventarlo.Spesso si parla di come dovrebbe essere un posto sicuro, quindi non mi soffermerò su questo; siete già parecchio informati. Nessuno vi ha detto però che intorno a voi ce ne sono già molti. Alcuni ovvi, altri meno.

Questo è un elenco dedicato alla città di Milano, certo non esaustivo, ma, credo illuminante circa le possibilità che potremmo avere. Mi sento di dare solo tre semplici consigli: state lontano dagli ospedali! Consideratelo un mantra da ripetere all’infinito e mappate le armerie cittadine, vi serviranno. Lasciate perdere i centri commerciali e in genere i negozi: troppe vetrine.

I punti sicuri con capienza per migliaia di persone

1La particolarità di questi luoghi sono le caratteristiche strutturali che non permettono agli avventori il libero accesso: alte mura, recinzioni e cancellate a prova d’intrusione, capienza interna con bagni e altri servizi di accoglienza e naturalmente spazio per disporre letti e attrezzature da campo e punti di osservazione sopraelevati:

  • lo Stadio Meazza di San Siro
  • l’Arena Civica
  • il Castello Sforzesco (è completo di mura e torri e ha un fossato con ponte levatoio ripristinabile)
  • le aree concerto e sportive: Forum di Assago, Palasharp, Palalido.
  • I padiglioni della Fiera di Milano (se adeguatamente sorvegliati)

2Questi sono luoghi facilmente individuabili come “posti sicuri”, purtroppo, però, data la posizione, o troppo centrale rispetto ai quartieri popolati oppure troppo defilata, potrebbe essere difficoltoso raggiungerli; quindi vale la pena fare uno sforzo in più per guardarsi attorno, magari proprio nel quartiere dove si abita.

Inoltre la vulnerabilità di queste location è dettata dalla complicata gestione delle masse all’interno delle quali potrebbero annidarsi degli infetti in incubazione. Purtroppo il forte istinto di sopravvivenza di ognuno ci porta non rivelare la propria infezione per paura delle conseguenza accelerando il contagio come nient’altro.

I “Bunker” cittadini

3Tra i luoghi che prediligo, per la loro particolarità, ci sono spazi che arrivano da un’epoca passata. Infatti, non tutti sanno che a Milano esistono tutt’ora, ereditati appunto  dalla seconda guerra mondiale oltre 15.000 rifugi antiaerei nascosti all’interno dei palazzi ormai “storici”.

Questi si trovano negli scantinati oppure sotto i cortili di migliaia edifici: cantine puntellate, bunker veri e propri con porte anti scoppio e spazi per ospitare ciascuno decine e decine di persone.

La particolarità è che spesso sono tutt’ora evidenziati davanti all’ingresso del palazzo con frecce indicative oppure la segnalazione di una “R” (rifugio) oppure con le scritte “U.S.” (uscita di soccorso). ad esempio in Via Ripamonti o in Via Tirso.  

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In Piazza Grandi è presente una graziosa fontana sotto la quale è celato un rifugio molto capiente con ancora arredi, panche, lavandini e impianti elettrici.

9La costruzione più imponente però, la troviamo in Via Adriano nel terreno dove si trovava la sede della Magneti Marelli: una torre di cemento armato alta 35 metri con la caratteristica forma a punta per deviare le bombe. Lì dentro possono rifugiarsi oltre 400 persone (gli operai); ci sono ancora gli appendiabiti e le manovelle dell’impianto di depurazione dell’aria.  10Un’altra molto simile è ubicata nel giardino di Palazzo Isimbardi di Proprietà della Provincia e viene chiamata “Torre delle Sirene”.

Altri 400 rifugiati possono trovare posto nei sotterranei dell’Istituto Moreschi.

11Uno dei rifugi meglio conservati si trova invece nella scuola elementare “Aristide Gabelli” in Via Monterosa al quale si accede attraverso una porta corazzata che si trova lungo il corridoio dei sotterranei. Grosse travi in legno sono ancora ben visibili sul soffitto: impiegate perché più elastiche e resistenti di altri materiali. Questo luogo presenta anche una seconda uscita collegata ad un pozzo attraverso un basso cunicolo di cemento sale verso un tombino del cortile. Era probabilmente una via di fuga alternativa.

Anche nella scuola di Via Bodio ne è presente uno in condizioni particolarmente efficienti.12

Parliamo naturalmente di aree private e quindi ora non è che potrete andare a prenotare un posto per la vostra famiglia o a prenderne le misure. Tuttavia qualcuno è tutt’ora visitabile ed usufruibile come quello presente all’interno del parco nord: il bunker della ex Breda che poteva ospitare centinaia di operai.

La metropolitana

Verrebbe nomale pensare all’utilizzo dei tunnel della metropolitana milanese o anche solo dei mezzanini per mettersi al riparo. Diciamo subito che sono certamente da evitare escludendo al limite solo alcuni tratti dove si potrebbero utilizzare i locali di servizio piuttosto capienti, tuttavia la conformazione della struttura ( ampiezza, scarsità di luce) la rende di fatto poco funzionale.

Le chiese

L’imponenza dei luoghi e le strutture medievali fanno delle principali chiese della Città dei luoghi facilmente difendibili dall’interno. Tuttavia soffrendo la mancanza di servizi di accoglienza rendono questi edifici dei luoghi sicuri temporanei. Tuttavia il Duomo presenta una capiente cripta sotterranea non indifferente.

Bunker antiatomici

Purtroppo rimarrà una leggenda metropolitana. Si vocifera da anni che anche a Milano ci sia un mega rifugio antiatomico capace di ospitare migliaia di persone. Tuttavia anche se ci fosse, se nessuno ne  conosce l’ubicazione, sarebbe un po’ improbabile poterlo raggiungere. Ovviamente la spiegazione del mistero potrebbe essere dovuta alla necessità di celarne l’esistenza a favore di quelle poche persone facenti parte di vertici di organizzazioni militari o paramilitari. Ma qua scendiamo nei meandri del complottismo. In svizzera sono molto più fortunati di noi in proposito: ogni condominio deve avere al suo interno un rifugio per legge, in alternativa ci deve essere un rifugio di quartiere facilmente raggiungibile. È stato disposto da una legge ben precisa che impone un posto al riparo per ogni cittadino elvetico.

Le caserme

Anche a Milano ci sono ovviamente numerose caserme molto capienti, tuttavia le principali hanno il problema di essere troppo vicine con gli ospedali. Dal mio punto di vista le posiziona, quindi, in fondo alla classifica dei luoghi sicuri. Ricordate:evitate gli ospedali e i loro quartieri.

In conclusione possiamo affermare che i luoghi dove viviamo sono già potenzialmente attrezzati per affrontare un assedio di non-morti, sta soltanto a noi avere la forza di voler resistere. Molti altre realtà cittadine con le loro singole peculiarità possono presentare le medesime caratteristiche di Milano e magari anche qualcosa in più; basta seguire un metodo, cercare e prendere nota delle ubicazioni più congeniali per il nostro scopo ultimo: sopravvivere.

Luca Pennati


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