I sette vizi capitali: Gola

GOLA   L’imbrunire si prese il dominio del cielo, un velo viola scuro che sanguinava sopra il mondo. L’oscurità fu dissipata solo dal chiarore della luna che sbirciava da dietro le nuvole di aria inquinata. La notte stava prendendo il sopravvento. Era l’ora della sua specie.   Fame… La voce sussurrava nell’adrenalinica mente del cacciatore…

I vostri racconti: Z di Federica Rubini

L’ORIGINE DELL’EPIDEMIA Z DI FEDERICA RUBINI   Studiare… Lavorare… Trovarsi un lavoro… Sposarsi… Fare dei figli… Andare in pensione… Studiare… Lavorare… Trovarsi un lavoro… Sposarsi… Fare dei figli… Andare in pensione…   In loop, generazione dopo generazione, la nostra vita è scandita da tempi dettati da altri. Anche io criticavo questo meccanismo ma avevo dovuto…

I sette vizi capitali: Avarizia

AVARIZIA   Che Robert non fosse un uomo di bell’aspetto, lo comprese già alle scuole superiori. Statura bassa, grassoccio e con il viso butterato dall’acne erano le caratteristiche fondamentali per essere inserito a vita nella classifica degli “sfigati”. Ma lui non era semplicemente quello che a pallavolo veniva scelto per ultimo, e a palla avvelenata…

I sette vizi capitali: Accidia

I VIZI CAPITALI   Amici lettori vogliamo rendervi partecipi di un piccolo gioco che stiamo facendo tra di noi della redazione Ilz, ovvero imbastire un racconto essenziale, corto, a tema libero che tratti un Vizio Capitale. Partendo dalle striminzite definizioni, che di sotto leggerete, ogni autore rappresenterà un vizio a modo suo e con lo…

Gli stivali di pelle

Gli stivali di pelle   Quella sera, come tutte le sere, aspettavo la metropolitana al capolinea di San Donato. Faceva freddo e non volevo fumare quell’amica sigaretta in superficie. Nel piazzale tanta nebbia, brulicava di gente strana: ubriachi, stranieri, disgraziati (lo ero pure io) che barcollavano e litigavano alla rinfusa, sparpagliati nella semioscurità. Laggiù ai…

Respiro

RESPIRO   L’ultima cosa che ricordai e che mi rimase impressa nella mente, come un marchio a fuoco nelle carni, fu l’odore pungente dello iodio e della salsedine, portati dal vento, impregnarmi le narici così prepotentemente, da farmi piangere. E poi, nel silenzio del crepuscolo, irruppe violento un tonfo sordo, quasi un “crach”; il suono…