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Un doveroso omaggio all’indiscutibile ed insuperabile creatore degli zombie: George Romero. Biografia e curiosità nell’articolo di Igor ZANCHELLI.


ROMERO È CONSIDERATO, CREDO UNIVERSALMENTE, IL PADRE FONDATORE NONCHÉ GURU ASSOLUTO DEGLI ZOMBIE.

Il maestro nasce nel Bronx a New York il 4 febbraio 1940 da padre cubano e madre di origini lituane. Presto si sviluppano in lui le passioni per il fumetto e per il cinema. Frequentatore accanito di sale cinematografiche, è però profondamente colpito, a dodici anni, da un programma televisivo del tutto speciale, ossia i “I racconti di Hoffmann” (alcuni dei quali assai inquietanti), dei registi britannici Michael Powell e Emeric Pressburger.


Vista la sua crescente passione per il cinema e tutto ciò che ha a che fare con le immagini, lo zio gli regala allora una cinepresa a 8 mm e, a soli tredici anni, George realizza il suo primo cortometraggio The man from the Meteor. Studia e si diploma alla Carneige Mellon University;
Collabora al film “Intrigo internazionale” di Alfred Hitchcock. Nel 1957 studia Belle Arti all’Università di Pittsburgh, sua città di adozione di cui si innamora. Qui realizza molti cortometraggi industriali e realizza alcuni spot pubblicitari.

Nella seconda metà degli anni sessanta fonda, con alcuni amici, la casa di produzione Image Ten Production; Nel 1968 gira l’opera che lo rende, oltre che famoso in tutto il mondo, caposcuola di una serie di registi che realizzeranno film cosiddetti “gore”, un genere che si nutre di violenza, sangue, morti viventi, maniaci assassini e seghe elettriche: “La notte dei morti viventi”. Il fatto curioso è che si tratta per la verità di una pellicola quasi amatoriale, girata con una cronica carenza di mezzi e di risorse (supplite però da una visionaria e spericolata fantasia), in uno splendido bianco e nero da “cinèfile” e con una colonna sonora ispiratissima, opera di un gruppo poi diventato un riferimento nel genere, i Goblin (gli stessi di “Profondo Rosso”, per intendersi).
Gli attori sono tutti dilettanti (tranne il protagonista di colore Duane Jones e un’attrice dal ruolo secondario), tanto è vero che, fatto curioso per una produzione cinematografica, vi furono delle difficoltà di realizzazione non indifferenti: i protagonisti, infatti, potevano permettersi di accedere al set solo il sabato e la domenica, poichè durante la settimana erano obbligati a svolgere il normale lavoro di tutti i giorni. Il costo della realizzazione è di 150.000 dollari (c’è chi dice 114.000), ma ne incassa subito oltre 5 milioni ed è destinato ad incassarne oltre 30 milioni.

La pellicola, un vero cult, è considerata il film che ha codificato, in ambito cinematografico, il genere zombie.

Tra il ’71 ed il ’77, dirige diversi altri film horror che, tuttavia, non hanno lo stesso successo della pellicola di esordio.

Però, Romero resterà prigioniero del suo film d’esordio, continuando a dirigere sequel più ricchi ma meno inventivi. “La notte dei morti viventi”, infatti, è il primo di una trilogia di film che si intitolano “Zombi”(1978), presentato in Italia da Dario Argento (e, a quanto pare, anche ritoccato nel montaggio dallo stesso Argento), con l’inquietante musica dei celeberrimi, per gli amanti del genere, Goblin. e “Il giorno degli zombi” dell”85, la cui trama è imperniata in un mondo completamente rovesciato: i vivi si sono rifugiati nel sottosuolo, mentre gli zombie hanno conquistato la superficie terrestre.
Non solo, ma questi ultimi si aggirano imperterriti in grossi centri commerciali, replicando come in un incubo troppo reale per non fare paura, gli stessi comportamenti che avevano da vivi. La strizzata d’occhio alle critiche dirette verso il consumismo e l’attuale modello di società sono fin troppo scoperte.

Il film Zombie (1978), è stato inserito nella lista dei film cult più importanti dalla rivista Entertaintment Weekly nel 2003. Questo film ebbe un enorme successo, incassando oltre 40 mln di dollari a fronte di una spesa complessiva, di circa 1,5 mln.
Nel 1977, dopo essersi dedicato ai film per la televisione, realizza “Martin” (noto anche come “Wampyr”), malinconica e decadente storia di vampirismo realizzata con un budget, al solito, assai scarso. Tra gli attori, troviamo il mito degli effetti speciali Tom Savini, lo stesso Romero nelle vesti di un prete e Christine Forrest, l’attrice che, dopo una lunga frequentazione partita dal set, in seguito diventerà la moglie del regista. Anche in questo caso, della colonna sonora se ne occupano i fidati Goblin, i quali non lesinano la loro arte nel creare alchemici ed evocativi effetti sonori.

Del 1980 è la volta di “Creepshow” una serie a episodi per i quali collabora per la prima volta con il genio dell’horror su carta, Stephen King. Tuttavia, il suo nome rimarrà indissolubilmente legato a quel primo, fondamentale film dedicato agli zombi, tanto che al solo pronunciare il nome “Romero”, anche i più tiepidi cinefili riconoscono il regista che ha dato “vita” ai morti.
Del 1988 è “Monkey Shines: esperimento nel terrore”, una riflessione, in puro stile deviante, sulle tematiche legate agli esperimenti biologici e di mutazione genetica. Nel 1990 vede la luce un film in due episodi frutto della collaborazione con Dario Argento, uno dei quali è diretto dallo stesso Argento. Il materiale di partenza è tratto da racconti di Edgar Allan Poe, mentre le musiche sono di un altro nome ben noto agli appassionati di colonne sonore, il nostro Pino Donaggio. Tutte queste pellicole comunque non riscattano il generoso talento visionario di quel grande cineasta che in fondo Romero indubbiamente è. Solo con il recente La metà oscura (1993), tratto da un racconto di Stephen King e interpretato, da Timothy Hutton, Romero sembra aver ritrovato la vitalità artistica degli esordi.

Successivamente dirige altre pellicole che, tuttavia, non hanno successo sia di pubblico, sia di critica.
Nel 1998 si occupa, per conto della Capcom, all’adattamento cinematografico del libro Resident Evil, ma il suo lavoro fu considerato poco commerciale e la collaborazione venne bloccata a riprese iniziate perché, sembra, la sceneggiatura elaborata da Romero si discostava troppo da quella del videogioco. Il film è stato girato poi da Paul W. S. Anderson. .
Nel 2006 dirige la quarta pellicola della serie sugli zombie, La terra dei morti viventi a cui seguirono Diary of the Dead – Le cronache dei morti viventi (2007) e Survival of the dead – L’isola dei sopravvisuti (2009).

Venerato da centinaia di appassionati in tutto il mondo, il regista cerca ancora il film del grande riscatto. Il regista vive tutt’ora a Pittsburgh.
Tutti i film del maestro contengono come “firma” una forte critica sia sociale, sia alle politiche della sua America. Dalla guerra fredda a quella del Vietnam, dalla costante militarizzazione della società, alla lotta al razzismo, del consumismo, alle follie delle politiche di Reagan.
Nella terra dei morti viventi, mette in discussione il delirio di sopraffazione sui popoli più poveri, dell’aggressione verso i diversi, della lotta al terrorismo e del principio della globalizzazione.
I cattivi non sono i morti, che vivono in una condizione disagiata e che cercano uno spazio per auto-realizzarsi, ma gli uomini che per la loro avidità uccidono se stessi e i propri simili.

Filmografia essenziale:

1968 La notte dei morti viventi – Night of the living dead
1969 The affair
1971 There’s always vanilla
1972 La stagione della strega – Season of the witch
1973 La città verrà distrutta all’alba – The crazies
1974 Spasmo
1978 Wampyr – Martin
1978 Zombi – Dawn of the dead
1981 I cavalieri – Knightriders
1982 Creepshow – Creepshow
1984 Tales from the darkside – Serie Tv
1985 Il giorno degli zombi – Day of the dead
1988 Monkey shines: esperimento nel terrore – Monkey shines
1990 Due occhi diabolici – Two evil eyes
1993 La metà oscura – The dark half
1999 Night of the Living Dead: 30th Anniversary Edition
2000 Bruiser
2005 La terra dei morti viventi – Land of the Dead
2007 Le cronache dei morti viventi – Diary of the Dead

 

 

Igor ZANCHELLI


 

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