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di Viola della Rina


10546992_10152550201984454_3363018625381523490_oHomo Homini Lupus diceva Hobbes nel 1600 parafrasando detti ben più antichi. Da Plauto ad Erasmo da Rotterdam nel corso dei secoli i filosofi si sono espressi sempre nella stessa direzione: “L’uomo è un pericolo per gli altri uomini”. Quando avverrà che i morti si risveglieranno per venire a cacciarci questi modi di dire saranno ancora più attuali, non solo perché i putridi che vorranno banchettare con noi una volta erano uomini, ma sopratutto perché la regressione allo stato primitivo che l’apocalisse creerà porterà il singolo a considerare la sopravvivenza di sé come punto cardine e quindi a vedere negli altri sopravvissuti un possibile nemico.Ci sono due modi di affrontare certi eventi, in realtà ce ne sono molti ma questi sono i più “gettonati”:

  • come lupi solitari totalmente indipendenti
  • in piccoli gruppi di sopravvissuti

Propendendo per la prima ipotesi si deve anche mettere in conto che l’apocalisse è lunga da
affrontare e, mentre nei primi mesi potrà anche essere piacevole non avere nessuno con cui parlare, a lungo andare nascerà in noi il desiderio di comunicare con altri esseri viventi perché come teorizzava Aristotele “l’uomo è un animale sociale” ed è nella sua natura la ricerca della comunità, grande e piccola che sia. Proviamo a pensare di dover passare anni in totale solitudine, chiunque, anche il più asociale di noi tenderà a crearsi un feticcio con cui comunicare, a cui dimostrare sentimenti e a cui chiedere a fine giornata come sta, oltre a non pensare di dover sempre fare tutto da soli e, purtroppo, per quanto bravi si possa essere non si può riuscire a fare realmente tutto.
Dopo questa visione cinica della vita solitaria verrebbe da pensare che il sopravvivere in piccole comunità possa essere invece una manna dal cielo, proviamo ad analizzare.
Prendiamo ad esempio una persona come me, io, per le mie capacità, posso al massimo sperare di difendermi nella breve distanza non sapendo utilizzare armi da fuoco e avendo una gran mira tale da riuscire a prendere quello dietro di me se anche solo penso di tirare una freccia, quindi io avrò bisogno degli altri per affrontare l’apocalisse, cosa alla quale bisogna essere preparati creando preventivamente un team con ampie probabilità di successo. Ogni membro della comunità metterà a disposizione degli altri le proprie capacità e riempiendo le proprie mancanze grazie alle capacità degli altri. In un mondo popolato da ex persone che vogliono spolparti letteralmente però una comunità non può essere un luogo aperto in cui chiunque può andare e venire a proprio piacimento come accade nella nostra società, deve essere un luogo chiuso, difendibile, anche se comprendesse più di un edificio bisogna che comunque ogni contatto con l’esterno dovrà essere non solo controllato ma non incoraggiato se non per bisogni primari. Questo tipo di vita nei primi momenti in cui avremo bisogno del conforto altrui, colmeranno la nostra ricerca empatica oltre a fornirci protezione, per i primi tempi. A lungo andare questa convivenza forzata creerà nelle persone tendenzialmente un po’ sociopatiche come me una sofferenza mentale. Ogni giorno, ogni ora, ogni momento (ok magari mentre siamo in bagno no) verrà vissuto insieme ad altre persone, non ci sarà mai una giornata intera di silenzio assoluto in cui mettersi fermi a condividere i propri pensieri solo con sé stessi. A lungo termine poi la forzata vista delle solite venti/trenta persone, la routine dei giorni, la noia scateneranno l’aggressività latente in ognuno di noi perché, e qui torniamo al primo punto dell’articolo homo homini lupus, i piccoli difetti che ognuno di noi porta con sé diventeranno macigni da tirarsi non solo dietro ma anche in faccia agli altri. Per forza di cose la comunità tenderà a collassare su sé stessa e i superstiti inizialmente ricercheranno quello che più gli è venuto a mancare: la solitudine.
Per qualsiasi scelta opteremo ci saranno sempre dei pro e dei contro, l’importante è ricordarsi che la folla e la solitudine sono medicine da prendere con il giusto dosaggio se vogliamo davvero essere preparati ad affrontare i puzzoni con la giusta lucidità.

Viola  Della Rina


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