FANS

di Alessandro Undici


 

Sono barricato nello scantinato della mia palazzina.

Come sono arrivato a questa decisione? Per quale ragione?

Tutto dev’essere iniziato stamattina pressappoco alle otto, io ho aperto gli occhi solo alle dodici meno qualcosa, tempismo perfetto direi.

Come sempre, la prima missione della giornata è svuotare la vescica. Ho una finestra in bagno che da’ sulla strada, la lascio sempre spalancata.

Stavo espletando il mio urgente bisogno primario quando un gran baccano ha attirato la mia attenzione. Sembrava provenire dalla strada, così incuriosito mi sono affacciato al balcone per dare un’occhiata. “Non sta succedendo realmente” è stata la prima cosa che ho pensato e forse anche esclamato.

Non ho perso tempo e mi sono subito fiondato alla ricerca del mio smartphone… ho ripreso tutta la scena dal mio balcone. Dovevo documentare e così ho fatto, ho registrato per almeno cinque minuti, in full hd ovviamente.

Ero sotto shock per quello che avevo appena visto, non poteva essere vero!  Per un attimo ho anche pensato che fosse solo un brutto sogno ma purtroppo stava succedendo realmente. Dovevo capire cosa stava accadendo, così ho connesso il mio tablet alla rete per cercare risposte, sui social già non si parlava d’altro. Tutto quel casino non stava succedendo solo sotto casa mia…La faccenda era più grossa del previsto.

Era chiaro dunque che dovevo scappar via e dovevo farlo in fretta, il mio monolocale non era più un posto sicuro. Mi sono vestito in fretta, ho riempito il borsone con un po’ di provviste e qualche ricambio e sono uscito di casa. Avevo un mezzo piano che in principio prevedeva di raggiungere la macchina, parcheggiata a qualche isolato di distanza e successivamente allontanarmi il più possibile dalla città. Non fa una piega eh? Più facile a dirsi ovviamente! Arrivato all’ingresso del portone ho subito capito che uscire non era forse la soluzione migliore. Ho deciso così di scendere nello scantinato visto che ho addosso le chiavi del locale cantina. Non avevo tante alternative, se non quella di tornarmene in casa: Monolocale al primo piano, senza inferiate e senza porta blindata, non proprio il massimo insomma, quella dello scantinato è la soluzione migliore, seppure temporanea, almeno finché la situazione non torna sotto controllo. Certo, non è un posto ospitale… anzi! L’umidità mi penetra nelle ossa, c’è puzza di muffa e ci sono pure gli scarafaggi… senza tralasciare il fatto che è sempre tutto buio.

L’unico aspetto positivo è che si sta freschi.

Mi sa’ tanto che passerò la notte qui, meglio attrezzarsi dunque.

E’ passato un giorno, barricato qui dentro con i miei mille dubbi e interrogativi. Fortunatamente il Wi-Fi della linea di casa prende e mi tengo aggiornato grazie al tablet. La colpa di tutto questo casino è da attribuire ad nuovo virus o roba del genere… dicono che la trasmissione avvenga tra esseri umani e si contrae attraverso la saliva e gli altri fluidi corporei. Gli infetti diventano aggressivi e sono fuori controllo e sembra che mordano…Cristo, stento a crederci!

Ho appena visto un po’ di foto e video e sono a dir poco terrificanti. Spero che le autorità sanitarie si siano già messe a lavoro e che si risolva tutto al più presto.

Due giorni qua sotto, per il momento sono al sicuro, il problema più grande è che ho troppo tempo per pensare e poco altro da fare. Le notizie che circolano in rete non sono rassicuranti e ho come l’impressione che la situazione non sia poi tanto sotto controllo e ad avvalorare la mia tesi ci sono tutte queste grida provenienti dall’esterno.

Settantadue ore sono passate! Mi connetto pochissimo alla rete, devo risparmiare la batteria. I social network non vanno più, solo un paio di siti di informazione sono ancora attivi, sembra che sia stato mobilitato anche l’esercito e che per il momento non ci sia una vera e propria cura ma comunque sono fiducioso.

Sono riuscito a mettermi in contatto con un mio caro amico, grazie ad un’app che ha inventato lui stesso, si beh è una specie di genio tecnologico. Mi ha rivelato che la situazione è più grave di quello che vogliono farci credere, è riuscito ad intercettare delle comunicazioni militari. In pratica tutte le misure di contenimento sono miseramente fallite e il virus è fuori controllo. Che gran bella notizia! Ah dimenticavo, ovviamente mi ha preso per il culo quando ha saputo dove sono.

Eh già perché è facile parlare dalla tua mega villa super sicura e super controllata eh?

Mi ha anche invitato ad andare da lui e ci sto seriamente pensando, anche se là fuori regna l’anarchia e le autorità hanno ordinato alla popolazione di restare in casa. Seguirò il consiglio delle autorità almeno per il momento!

Quarto giorno… Sto dormendo su una brandina, una di quelle da campeggio e mi sveglio tutte le mattine a pezzi e pieno di dolori. Mi chiedo perché continui a scrivere? Molto probabilmente lo faccio per ingannare il tempo, più per noia insomma che per desiderio.

Forse nessuno leggerà mai questa lettera o forse non riuscirò neanche a terminare il paragrafo o probabilmente questo foglio finirà arrotolato nel cestino della spazzatura…come è successo per gli altri tre.

Non so come né dove tutto questo ha avuto inizio, non so se esista una cura, un vaccino, un rimedio, praticamente non so nulla.

Giorno numero cinque, abbiamo perso tutte le più grandi città del paese, là fuori regna la devastazione. La batteria del tablet è quasi scarica e penso che quella di oggi sia stata l’ultima comunicazione con il mio amico. Ci siamo salutati come si deve, mi ha pressato affinché vada a stare da lui… fosse facile!

Sono tornato nel mio appartamento di notte, avendo premura di non fare rumore e di non attirare attenzioni indesiderate. Sono salito, torcia alla mano a prendere altre provviste, visto che quelle che avevo con me iniziavano a scarseggiare. Ho svuotato la dispensa…ora ho anche dei cereali, delle barrette energetiche e un po’ di biscotti e patatine, da bere ho un paio di birre e qualche bibita gasata. In casa non c’è più acqua né luce e il palazzo sembra completamente vuoto. Ho dato uno sguardo veloce dalla finestra, la situazione per strada sembrava abbastanza tranquilla, anche se fuori era buio pesto sono riuscito ad intravedere delle sagome e a giudicare da come si muovevano dovevano essere degli infetti, brancolavano qua e là, senza una meta precisa.

Ora che ci penso mi è andata bene, non mi sono portato nulla per difendermi da una eventuale aggressione, sono un ebete.

Sei fottutissimi giorni sono passati da quando sono qua dentro e sono centinaia le domande che mi tormentano. Risposte zero e non saprei neppure dove cercarle! Il mio tablet mi ha ufficialmente abbandonato e dunque non ho più notizie dal mondo esterno…devo inventarmi qualcosa!

Ho sentito un rumore, provenire dall’androne del palazzo ma di certo non uscirò a dare un’occhiata.

Con oggi i giorni sono sette… devo trovare nuovi stimoli, nuova linfa vitale, ho un disperato bisogno di comunicare con qualcuno. Non sapere dove siano andate a finire le persone a me care mi sta logorando, non ci sto più con la testa, è dura… cazzo se è dura! Passo le mie giornate a ricordare com’era bello il mondo fino a ieri, eppure lo disprezzavo, ero sempre lì a sottolinearne gli aspetti negativi, tutto ciò che non andava e non mi piaceva. Non mi sono mai reso conto invece, di quanto fossi dannatamente fortunato e ora che non ho più nulla, ora che sto perdendo le speranze, prego affinché tutto possa tornare com’era fino ad una settimana fa.

Non so ancora per quanto reggerò, sento che iniziano a mancarmi le forze e aspetto ancora più importante, inizia a mancarmi la voglia di andare avanti.

Sono chiuso qua dentro da centonovantadue ore e puzzo di cane morto.

Sento di dover scrivere e dire la verità: Sto andando avanti con la consapevolezza che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo! L’unica certezza che ho è che non voglio diventare uno di loro, rabbrividisco al solo pensiero, ma non è la morte a spaventarmi, no! Infondo cosa sarà mai? E’ solo la fine, tutto inizia, tutto finisce. Ciò che mi fa paura è il pensiero del risveglio! Quegli esseri sono capaci di azioni terribili, sono senza rimorso, senza coscienza, mossi solo dall’istinto di mordere. Non sarò mai così! Non posso permetterglielo e giuro su Dio che quei figli di puttana non mi avranno mai!

Proprio per questo motivo, se dovessi essere all’angolo, senza nessuna possibilità di salvezza, nessuna via di fuga possibile, preferirei farla finita io stesso, con le mie mani, piuttosto che farmi divorare da questi putridi cadaveri che camminano.

Come mi sento? Rassegnato e impotente davanti a tutto ciò, ho solo tante, troppe domande e zero risposte.

Nono giorno…ok sono diventato paranoico me ne sono reso conto rileggendo le ultime frasi. Mi perdonerete se non riesco a trovare nemmeno un aspetto positivo in questa situazione, posso solo dire che un barlume di speranza in me ancora c’è. Ma di cosa mi sto giustificando? Voi che magari un domani leggerete queste due righe, comodamente seduti sulle vostre poltrone, voi, che vi sentite al sicuro tra le vostre quattro mura domestiche. Non potrete mai capire come ci si sente e cosa si prova! Solo chi questa esperienza l’ha vissuta sulla propria pelle sa’ di cosa sto parlando. Quello che i miei occhi hanno dovuto vedere su quel balcone, quella mattina, resterà impresso per sempre nella mia memoria.

Una cosa è certa… non sono più lo stesso di prima. Questa esperienza mi ha cambiato profondamente dall’interno e ora provo rabbia, tanta rabbia. Sono rintanato qui, in questo posto inospitale, dormo su una brandina, mangio cibo in scatola e faccio i bisogni in delle buste di plastica, mi sento uno scarafaggio. Non vorrei essere ricordato come quello morto in trappola nello scantinato, dannazione non era questo il finale che avevo immaginato per me. Non posso andarmene di scena così, devo reagire o quantomeno provarci!

Giorno dieci…è chiaro che debba focalizzare la mia attenzione su pensieri positivi. Ripenso così a lei, la mia ex ragazza e non riesco ad odiarla, nonostante mi abbia lasciato da qualche mese, senza una valida motivazione. Quanti momenti felici abbiamo trascorso insieme, tre anni di amore vero! come faccio a dimenticare? Impossibile! Spero solo che stia bene, come spero che stiano bene anche i miei genitori, che tanti sforzi hanno dovuto fare per farmi laureare e cavolo ci siamo quasi, mi mancano solo due esami!

Mi capita di immaginare le loro espressioni durante la consegna del tanto agognato pezzo di carta. Eccoli lì, in prima fila, papà con quel suo sguardo fiero e orgoglioso e mamma che piange a dirotto. Che genitori adorabili, ovunque voi siate sappiate che vi voglio bene. Infine ma non per ultimi, penso ai miei amici, quelli di sempre…quelli con la A maiuscola per intenderci. Ma quante ne abbiamo combinate insieme? Le partite, le feste, le prime cotte, le prime sbronze… quanti bei ricordi!

Mattina del giorno undici, ho finalmente deciso, non posso più restare qui, le scorte stanno per finire e io devo affrontare il mio destino, imbucherò questa lettera nella prima cassetta della posta che incontrerò e se ne avrò l’opportunità, in futuro scriverò ancora. So’ che potrebbe essere tutto vano, ma tanto vale provarci. Mi piace poter pensare che quando un domani tutto questo sarà finito, qualcuno potrà leggere queste mie parole. Lasciatemi illudere che un giorno potrò io stesso rileggerle queste quattro righe, spaparanzato sul mio divano.

E’ tutto pronto, ho preparato uno zaino con un po’ di cibo in scatola, torcia nella mano destra, piede di porco nella sinistra.

Spalla dritta e petto in fuori, un respiro profondo e sono pronto per affrontare il mio destino.

Sto arrivando bastardi.

Alessandro Undici


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