FANS

di Luca Pennati


Giorno 8

Solo ieri, dopo aver incontrato i ragazzi, avevo immaginato che il Centro potesse diventare la nostra casa, in fin dei conti c’è spazio per tutti noi, confort e relativa sicurezza.

Tuttavia sembra che la sfiga ci perseguiti, non appena pensi di aver un po’ di calma a disposizione il suono di un fantomatico campanello d’allarme interiore ti riporta alla “cruda” realtà. Non chiedo tanto, mi basterebbero anche due o tre giorni in pace, giusto per riordinare le idee. Non è cosa… quell’intercettazione di ieri non mi ha fatto più stare tranquillo.

Immagino che il progetto “pace e tranquillità” non solo sia rimandato, ma definitivamente tramontato almeno fino a dopo l’eventuale incursione. Tuttavia confido nel buon senso. Se là fuori i sopravvissuti rappresentano, ad andar bene, il 10% dell’intera popolazione, non possiamo certo annientarci tra vivi. Dovremmo trovare un accordo per convivere pacificamente.

Lo so sono un fottuto ottimista.

Oggi Tisha ha perlustrato per bene i sotterranei, trovando delle celle frigorifere con dentro della carne gocciolante. Invece Amy gironzolando per gli uffici ha scovato una cassaforte.  Era piuttosto euforica per questo e sosteneva l’urgenza di trovare un modo per aprirla; purtroppo sono sbottato e le ho risposto male. La nostra priorità è il cibo, non ce ne facciamo un beneamato dell’eventuale contenuto di una cassaforte di un centro commerciale.

Dobbiamo farcene una ragione: il modo di prima non esiste più!

Non mi stancherò mai di ripeterlo: prima viene il cibo e l’acqua, poi il non farsi male ed infine lo stare al sicuro.

Tre semplici regole del cazzo.

Siamo un po’ tutti nervosi, nonostante tutto ragioniamo ancora come se la vita domani dovesse riprendere come se nulla fosse successo.

Comunque la carne recuperata, previa cottura è buona. Le celle chiuse hanno rallentato lo scongelamento, purtroppo non potremo stoccarne altra.

Tisha ha suggerito di portare sul tetto la carne per metterla al sole ed essiccarla. Boh vedremo, i miei pensieri sono rivolti altrove, ora. Penso che magari la carne potrebbe essere un ottimo strumento di baratto.

Ti do carne e in cambio tu lasci me vivo!

Fuori i morti sembra che non diminuiscano, siamo noi il loro cibo e loro non si stancano mai.

Per fortuna le protezioni reggono e tutto sommato il rumore che penetra all’interno è lieve.

Continuiamo a guardare fuori e sono tanti, tantissimi; diventa improbabile che non riescano ad entrare, ognuno esercita una forza e se la moltiplichiamo incessantemente credo che le barriere resisteranno poco.

Andrew è stato sul tetto per un po’ e riferisce di aver sentito movimento di auto in lontananza. Dato che sono le uniche che circolano si sentono distintamente.

Ha fatto una cosa stupida: si è messo a buttare dei sassi sulle creature… facendole incazzare non poco. Si agitavano parecchio e molte si sono avvicinate.

Gli ho detto di non rifarlo.

Dopo la discussione con Amy, Sarah mi guardava in modo strano. Positivamente direi.

Ma che sto pensando?

Sto imparando a conoscere meglio i miei “coinquilini”, dopo pranzo abbiamo deciso di raccontarci un po’ della nostra vita, magari sapendo ognuno le esperienze dell’altro potremo avvantaggiarci.

John, tranquillo e pacato. È stato in passato il commesso dell’armeria. Ecco perché si muoveva con disinvoltura nel centro. Viveva da solo in una piccola casa nei sobborghi della città… solo recentemente aveva abbandonato l’alcool. Ecco perché non lavorava più qui. Credo che ricomincerà presto ad alzare il gomito. Il reparto liquori è troppo allettante in una situazione come questa. Spero che si trattenga il più possibile.

Trovarsi semi-ubriaco in mezzo a LORO? non riesco neanche ad immaginarlo.

Tisha, schiva e poco incline alla conversazione. Ha 20 anni e la sua famiglia è “in giro” così ha detto. Nessuno le ha chiesto cosa intendesse. Lo sapevamo tutti benissimo.

Amy, sembra non aver capito il casino in cui ci troviamo. E’ una diciottenne fragile, ha perso quasi tutti i “punti fermi” della sua vita. Non riesco a biasimare la sua apatia.

Per sua fortuna, Sarah, al contrario di sua sorella minore è sempre lucida e pronta, riesce a mantenere un aspetto “desiderabile” anche in questo schifo, mi sorride spesso.

Andrew, è un ragazzino di 15 anni spaventato, ha perso tutta la famiglia il secondo giorno, poi ha incontrato John, si sono spostati di casa in casa fino ad incontrare gli altri.

Insieme a John abbiamo informato gli altri dell’eventualità di uno scontro con altri sopravvissuti.  Quindi abbiamo deciso di fare dei turni di guardia alternandoci.

To be continued

Luca Pennati



 

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