FANS

di Luca Pennati


GIORNO 11

Ore 8:15

Stanotte ero in tenda quando Sarah è entrata e si è aggiunta nel mio sacco a pelo. Aveva freddo mi ha detto ma poi non solo quello. E’ stata molto convincente… (NON CHE ABBIA DOVUTO IMPEGNARSI TROPPO)

E’ sgattaiolata fuori intorno alle 6 del mattino… posso dire di non aver chiuso occhio…

Abbiamo deciso di comune accordo che oggi scenderemo, abbiamo individuato un capannone industriale poco distante e relativamente calmo. Questo ci porterà verso la strada che abbiamo intenzione di percorrere.  Poco distante c’è anche uno dei pick-up abbandonati. Se riuscissimo a prenderlo potremmo spostarci velocemente.

Cazz… sta succedendo qualcosa!

Ore 12:00

Abbiamo rischiato di essere sopraffatti.

Dietro la porta stanno ancora spingendo ma abbiamo rinforzato la barriera. Si sentono chiaramente i rantoli e i suoni gutturali.

John ha proposto di utilizzare le flash bang recuperate nello zaino di Mr. Ghigno Bastardo per creare un diversivo. Qualsiasi cosa pur di andarcene non possiamo più stare su questo tetto.

La porta non reggerà in eterno.Tenteremo.

Intanto abbiamo posizionato la scala facendo meno rumore possibile. Abbiamo indossato le protezioni, per quanto possano fare…

È pomeriggio tardi. Siamo chiusi in un garage a circa 500 metri dal centro commerciale; per fortuna non c’è dentro “nessuno”, ci sono scaffalature che possono essere usate per monitorare dall’alto e guardare fuori dai lucernari ma per il resto non c’è dentro niente di utile.

Abbiamo chiuso le porte tagliafuoco, per ora siamo al sicuro. Passeremo qui la notte.

Stamane dopo il tentativo di intrusione di morti abbiamo iniziato l’operazione “fuga dal tetto”; John ha lanciato una flash bang il più lontano possibile dalla nostra posizione. Tutti gli zombie intorno alla scala si sono spostati da quella parte.

Per primi sono scesi John, poi Andrew e le ragazze.

Ho voglia di urlare ma devo stare calmo.

Che inferno sulla terra!!!

Mentre scendevano le ragazze uno stronzo panzone putrefatto è sbucato dal nulla e tutto è andato storto.

Le ragazze hanno incominciato a gridare attirandone altri, ero ancora sulla scala e ho sparato facendone fuori un paio, ho urlato a John e Andy di correre il più veloce possibile e di mettersi in salvo nel capannone più vicino.

Hanno preso Tisha.

È stato un attimo e non c’era più.

Veloce e arraffante è stata assalita da una creatura scomposta con niente di umano, non saprei neanche dire se in vita fosse un uomo o una donna. L’ha afferrata con un placcaggio di un giocatore di football e l’ha portata via con sé.

Poi la creatura si è fermata e se l’è gustata.

Le ha inarcato la schiena ed ha affondato la mandibola sul collo.  Tisha urlava come una pazza e tuttavia era pietrificata. Poi l’urlo è diventato un gorgoglio.

Poi più niente.

Mi viene da piangere solo a ricordare. A quel punto sono sceso di scatto dalla scala e prendendo la mira ho fatto fuoco. L’ho centrato in piena testa. Caso vuole che il proiettile l’abbia trapassato portandosi via anche parte del cervello di Tisha.

Porca merda che schifo.

Come se non bastasse anche Amy è stata morsa. Ho sentito urlare e vicino a lei c’era una vecchina malandata, forse si muoveva talmente piano che la ragazza non se ne era neanche accorta. Si è allontanata a strattoni ma ormai il danno era fatto.

Con il calcio del fucile ho colpito la vecchia che è rotolata a terra.

Mi sono caricato Amy e l’ho trasportata in spalla correndo più veloce che ho potuto.

John intanto era entrato nel capannone a perlustrare la zona. Ho sentito uno sparo, poi John è apparso subito dopo trascinando per gli stivali un tizio in tuta da lavoro arancione.

Aveva la barba sporca di sangue.  Il tizio.

E’ stato tremendo.

Amy è tranquilla, SAPPIAMO CHE NON PUO’ DURARE.

Sarah piange accanto alla sorella. Mi ha implorato di fare qualcosa.

Cosa posso fare io?

John le ha pulito la ferita. Che tra l’altro non era neanche profondissima. Ciò nonostante, come avevamo già avuto modo di constatare, non importa quanto sia grave il morso. Se ti lacerano la pelle ed entri in contatto con le loro mucose, apparentemente non c’è nulla fare. Magari provando con degli antibiotici o degli antivirali in dosi massicce.

Ad averli però!

È quasi mezzanotte, ho acceso due candele e ogni tanto ricarico le torce a dinamo. Amy ha iniziato l’ultima fase, credo toccherà a me fare ciò che è giusto.

Sarah non mi stacca gli occhi di dosso.

LO SO, FA MALE ANCHE A ME… ma non possiamo permettere che si risvegli.

…TO BE CONTINUED…

Luca Pennati


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