FANS

di : Marika Helien Vangone


Giorno 0

“Le coperte calde sono un buon modo per iniziare un racconto; simboleggiano la sicurezza, la tranquillità, e, se non sei solo in un letto sempre troppo grande, simboleggiano l’affetto. “

Stamattina io ero ancora a letto quando mio fratello mi ha svegliata improvvisamente, ero ancora a metà di un sogno quando la realtà che conoscevo solo poche ore prima si era sgretolata.

– Fa piano. – mi ha detto sussurrando – Loro sono arrivati.

Mi ha fatta alzare e ha iniziato a prendere le cose dai cassetti e metterle a caso nelle mie borse.

– Pensi che l’elettricità durerà ancora molto ? – domanda, sempre a bassa voce.

– L’elettricità ?, Riccardo viviamo nel ventunesimo secolo certo che abbiamo l’elettricità. – gli dico fissandolo spaventata. Forse ha bevuto troppo ieri sera e ancora non ha smaltito la sbornia. Forse ha la febbre alta e delira.

– Parla più piano e aiutami.

Decido di assecondarlo e inizio a piegare alcune coperte. Sicuramente sono più utili delle cose che sta mettendo lui in borsa.

– Rick, mamma e papà dormono vero ? Perché se ti trovano in questo stato sei un fratello morto.

Un paio di occhi verdi si scontrano con i miei. Sembrano velati di lacrime e pieni di parole che non possono essere gridate.

– Mamma e papà … si stanno bene. Tranquilla. Solo, sono dovuti uscire. Tu ora fai come ti dico e fallo piano va bene ? – chiede sorridendo leggermente.

Annuisco, anche se non capisco cosa fare. Devo fidarmi di lui.

– Prendi la torcia che è in cucina e qualche cibo in scatola e coltelli e … forchette. Insomma prendi tutto ciò che sembra utile.

– Cibo in scatola?

– Fagioli, tonno, piselli … quella roba lì. Sei tu la donna, no? Va’ e non fare rumore.

In punta dei piedi attraverso il corridoio. Non so perché non posso fare rumore ma quando Riccardo parla così meglio fare come dice. Metto silenziosamente torcia e tutto il resto nello zaino della scuola che diventa ben presto pieno fino all’orlo. Torno in camera e vedo che mio fratello sta indossando tanti vestiti, uno sull’altro. Mi lancia un mucchio di maglie e altre cose.

– Fallo anche tu. – ordina uscendo dalla stanza.

Inizio a mettere le maglie ma non riesco ad infilarne più di quattro. Capisco che lo scopo è quello di mettere più vestiti possibile, magari è una sfida. Tolgo i pantaloni e metto due mutandine sopra quella che ho già, le calze, i calzini e gli scaldamuscoli, I leggings e un paio di pantaloni della tuta e rimetto le mie scarpe da ginnastica, distrattamente infilo altri indumenti nella borsa e alcuni articoli da cancelleria. Decido di mettere addosso anche una giacca e il cappotto invernale. Forse vestita così ho vinto. Con tutti i “bagagli” torno in cucina, decisa a farmi spiegare tutto, ma Riccardo mi ferma, è il momento di andare.

Siamo in macchina da ore ma non so dove stiamo andando. Forse questo è un sequestro di persona oppure sono vittima di uno stupido scherzo.

Marika Helien Vangone


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