FANS

di Marika Helien Vangone


Giorno 1 / 6:27 AM

Devo essermi addormentata.

Apro gli occhi e una luce forte mi investe. Il giorno è tornato. Sento dei colpi al vetro del bagagliaio e mi giro. Mio fratello è lì con la faccia insanguinata che continua a battere quasi a ritmo del mio cuore che ogni secondo si fa più forte.

Muove le labbra ma non capisco cosa voglia.

Il vetro si sfonda e Riccardo inizia ad avanzare. Digrigna i denti emettendo strani versi. Non ho mai visto Riccardo in questo stato. Non so cosa devo fare, non so se quello che ho davanti è davvero mio fratello oppure sono nel bel mezzo di un incubo.

Mi muovo verso i sediolini davanti e cerco di aprire la porta. Questa maledetta macchina si inceppa sempre quando non deve. Sono intrappolata in questa macchina con colui che ha promesso di proteggermi.

Sono senza risposte e senza via d’ uscita.

Dopo un po’ riesco ad aprire la portiera, afferro una borsa a caso e inizio a correre. Inutile dire che sono sempre più confusa. Dopo qualche metro mi volto.

Mio fratello è accanto alla macchina, non so come ma è riuscito ad uscire. Forse ha bisogno di aiuto e io sono quella che dovrebbe darglielo. Sono scappata senza pensare, dovrei tornare indietro ma ho solo paura.

Una voce dentro di me mi dice che la paura è l’unica cosa da seguire adesso, ma io sono un essere umano e per di più sono un’adolescente impulsiva. Lascio il borsone per terra e mi avvicino lentamente a mio fratello.

– Rick … Rick ascolta sono io e non voglio farti del male.

Un paio di occhi color bianco latte mi fissano. Sono inespressivi ma so che stanno guardando proprio me e così arrivo ad una conclusione: quello non è il mio Rick.

Avete presente i flashback che vi arrivano nei momenti meno opportuni nella vita? Quelli che vi fanno pensare che nulla è reale ma siete in un film?

Ecco cosa mi succede. Improvvisamente non sono più per strada e non mi sento né confusa né impaurita. Rick ha gli stessi vestiti di adesso ma i suoi occhi sono di un verde così bello che li ho sempre invidiati. Si scompiglia i capelli e sorride, con quel suo sorriso cauto e calcolatore, come per dire: Hai capito cosa è successo sorellina.

Le lacrime iniziano a scendere lungo le mie guance mentre i versi di quell’essere fanno da colonna sonora al mio cuore che si rompe.

I miei genitori sono da qualche parte. Rick non c’è più. Ed io?

Sono sola nel bel mezzo di una strada.

L’istinto ha il meglio sulla famiglia. Inutile tirare una moneta quando pensi che ascoltare te stessa può aiutarti ad andare avanti e così volto le spalle al mio unico fratello e corro verso l’incertezza.

Sento dei passi dietro di me. So che mi sta seguendo dai rumori che emette. Non guardarti indietro continuo a ripetermi ma devo farlo, solo per vedere quanto devo andare veloce.

Lo faccio, mi volto giusto in tempo per vedere Riccardo avventarsi su di me.

Ho sempre pensato di essere veloce nella corsa … dovevo esserlo di più.

Marika Helien Vangone


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