Racconti brevi

di Filippo Villa


“You better watch out,
You better not cry,
Better not speak,
I’m telling you why:
Undeads are coming to town.”

Ogni persona per natale scrive anche solo nella sua mente una lista dei regali che vorrebbe ricevere.
Anche quest’anno pronunciai ad alta voce il mio desiderio più grande: “Quanto vorrei che questo mondo andasse in rovina.”

Le mie ultime parole, cupo e codardo desiderio di fuga dalla realtà, furono purtroppo ascoltate da non so quale divinità : di lì a poco sarebbe iniziato tutto.

Dopo un anno dall’inizio dell’epidemia, mi trovo solo, senza quasi più cibo e senza il coraggio di porre fine alla mia vita. Assurdo come abbia iniziato ad apprezzarmi solo in questa apocalisse. Vita e morte si sono scambiati ruoli, si sono unite in una nuova forma, quella della non morte.

Tutti i miei fallimenti, i miei errori erano stati cancellati: conta solo come e se riesco a  vivere.
Ogni giorno fa sempre più freddo, c’è sempre meno cibo e la speranza lentamente si spegne come una fiamma in una notte di pioggia.
Non era forse questo quello che volevo?
I centri commerciali, ricolmi di vaganti, sono ormai una fotografia ingiallita di quello che una volta era l’unico periodo in cui tutti sembravano più ipocritamente felici.

Quello che credo sia il 25 dicembre nell’anno 2016,mattina presto.
Esco dal mio rifugio con un unico obiettivo: trovare da mangiare.
Sono da solo, ma sopravvivo.

Un tempo ero considerato inutile, ma tutti hanno un loro posto nel mondo.
Il mio è quello di sopravvissuto, e mi piace: il più bel regalo che potessi desiderare.

Filippo Villa


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