Racconti brevi

di Viola Della Rina


 

Caro diario,

ti ho trovato nascosto in un baule in questa casa e ho pensato che fosse una buona idea iniziare a scriverti. Ci sono parole scritte da un’altra persona, forse la bambina che viveva in questa casa prima di noi, ho provato a leggerle ma non riesco a capire. Ho 8 anni e oggi è il 20 dicembre, tra poco sarà natale e questo per me sarà il primo natale che passerò fuori casa mia. Mi manca il mio gatto e il mio albero, qui non abbiamo trovato decorazioni, mi mancano anche la mia mamma e il mio papà. Gli adulti che vivono con me sono molto buoni e delle volte mi viene da chiamarli mamma e papà ma in realtà non lo sono, mi sono svegliata in questa casa dalle finestre sbarrate circa un mese fa, loro mi hanno detto che ero sola e che avevo sbattuto la testa ed è per questo che non ricordo niente. Non so dove siano adesso la mia mamma e il mio papà vorrei tanto ritrovarli.

 

20 dicembre sera

 

Oggi ho litigato con Angela, volevo uscire e lei me l’ha impedito, dice che ci sono delle persone cattive là fuori che vogliono farci del male e che per questo non è sicuro uscire, io credo che menta perché da un piccolo foro alla finestra sono riuscita a vedere e ho visto tante persone che camminavano, ho visto anche Simone, il bambino della mia classe che mi piaceva tanto ma non appena ho provato a chiamarlo mi è stata tappata la bocca. Non so cosa sta succedendo.

 

22 dicembre

 

Sono stata molto male, credo di aver avuto la febbre tanto alta, Angela e Michele mi sono stati accanto tutto il tempo, mi stringevano forte le mani e parlottavano fra di loro. Non mi sembravano preoccupati però continuavano a sorridere, forse è stato un sogno. Stamani mi sento meglio ma mi hanno detto che dovrei rimanere a letto almeno fino a tardi per rimettermi in forze. Li ho sentiti litigare, Michele ha detto che deve uscire per cercare da mangiare, Angela non vuole,ha paura che quelle persone gli facciano del male continuava a gridare che gli avrebbero spaccato la testa. L’ho sentita piangere mentre Michele apriva la porta di camera mia, si è seduto accanto al mio letto e mi ha abbracciato forte mi ha chiesto cosa voglio da babbo natale e che non se ne andrà finché non glie l’avrò detto.
Mi sono finalmente alzata dal letto, ho pensato tanto a cosa vorrei da Babbo Natale ma quando l’ho detto ad alta voce Angela ha fatto una faccia triste e mi ha detto che non è possibile, perché? Babbo Natale può fare tutto perché non può riportarmi la mia mamma e il mio papà? Non ho provato a chiedere di nuovo di poter uscire, avevo paura che si arrabbiassero di nuovo con me, alla fine ho chiesto una bambola, Michele mi ha sorriso e mi ha detto che cercherà in ogni modo di portarmela poi ha baciato me e Angela e se n’è andato. Lei si è buttata sul divano in silenzio avrei tanto voluto farla ridere.

 

23 dicembre

 

Ha iniziato a nevicare però io non sento freddo, però ho tanta fame, oggi non abbiamo mangiato perché in casa non è rimasto niente di niente. Con Angela abbiamo giocato a fare finta, ci siamo sedute a tavola io le ho servito la zuppa di orecchie di drago e di occhi di ragni, la mia mamma si divertiva sempre tanto quando facevamo questo gioco, Angela no, lo vedevo che lei non si divertiva così mi sono seduta e le ho chiesto di raccontarmi di quando mi hanno trovato. Mi ha detto che quel giorno pioveva forte e io me ne stavo lì, per strada, senza nessuno intorno, chiamavo forte la mia mamma e il mio papà e non arrivava nessuno, loro si sono guardati negli occhi e hanno capito subito che non potevano lasciarmi lì, sono usciti dal loro nascondiglio e si sono avvicinati a me. Io non mi ricordo niente ma mi ha detto che l’ho abbracciata fortissimo e le ho detto “mamma non lasciarmi mai più”, in effetti somiglia tanto alla mia mamma, anche lei ha i capelli scuri e gli occhi neri neri, come sono io. Me lo ripetevano tutti i nostri parenti, sei uguale alla mamma e io sorridevo tanto perché la mia mamma è bellissima. Ero sporca e piena di fango, Michele e Angela mi hanno accolto nella loro piccola casetta e mi hanno pulito a fondo, avevo un taglio profondo ad un braccio, Michele mi ha ricucito e poi mi sono addormentata, sorridevo dice Angela, e ho continuato a dormire per tanto tempo, mi ha detto che sono stata tanto tanto male ma poi hanno trovato un modo per curarmi,anche se non mi ha voluto dire quale. Quando ha finito di parlare mi sono accorta che piangeva, sicuramente è preoccupata per Michele, ho appoggiato la testa sulle sue gambe e mi sono addormentata.

 

24 dicembre

 

Questa notte ci hanno svegliato dei rumori fortissimi, spari, erano sempre più vicini e io avevo tanta paura, Angela mi ha preso in braccio e stretta forte forte, continuava a dire “amore mio, amore mio” io so che parlava di Michele. Ad un certo punto gli spari erano davvero vicinissimi allora mi ha guardata negli occhi e mi ha detto “silenzio e fai quello che ti dico senza piagnucolare” ha spostato il tappeto e alzato due assi del pavimento, ci siamo stese lì sotto insieme e ha richiuso tutto grazie ad una corda invisibile. Ti ho portato con me caro diario, nascosto sotto ilo maglione. Abbiamo sentito la porta cadere, noi potevamo vederli grazie ad un foro invisibile erano tutti coperti, gli stivali pesanti battevano forte sopra di noi, avevano dei fucili grandissimi, tutti con una luce montata sopra, continuavano a gridare in una lingua che non capivo e a muoverli a destra e a sinistra, Angela mi teneva una mano sulla bocca, avrei urlato se avessi potuto. Hanno rovesciato tutti i mobili per terra, aperto tutti i cassetti e rovinato tutte le nostre cose, quando si sono convinti che in casa non ci fosse nessuno si sono accasciati sul divano e hanno fatto baldoria. Ad un certo punto uno di loro ha iniziato a urlare qualcosa, è uscito col fucile sottobraccio e ho sentito un colpo forte e poi il silenzio. Dopo pochi minuti il tipo che si era allontanato è rientrato trascinando dietro qualcosa, pensavo fosse un sacco dell’immondizia, l’ha lasciato esattamente di fronte al buco che usavamo per vedere. Era Simone! Aveva gli occhi aperti e non si muoveva, gli usciva il sangue da un foro che aveva sulla fronte, ho iniziato a piangere avrei voluto tanto uscire fuori e scappare lontano, Angela mi ha stretto fortissimo e mi ha chiuso gli occhi, sentivo che anche lei tremava e piangeva, ho nascosto il viso tra i suoi capelli e ho pianto fino a quando sono riuscita ad aprire gli occhi, poi mi devo essere addormentata. Adesso ho capito cosa intendeva Angela quando parlava di uomini cattivi, non voglio più uscire, voglio rimanere qua dentro per sempre! Voglio la mia mamma, qui adesso! Spero che Michele torni presto a casa. Ho tanta paura. Mi hanno svegliato di nuovo le grida, fuori era giorno, ed era ancora la vigilia di Natale, gli uomini neri hanno preso a calci quel che restava di Simone e poi gli hanno dato fuoco, vorrei chiedere ad Angela se è possibile sentire male anche dopo che si è morti ma adesso lei sta dormendo e io ho paura perfino a sussurrare.
Dopo aver distrutto quello che rimaneva della nostra povera casa hanno fatto dei gesti con le mani ad indicare che se ne stavano andando, ho sentito che scrivevano qualcosa con lo spray fuori dalla porta, spero che non tornino mai più!
Ho guardato Angela, gli ho fatto capire con lo sguardo che le volevo chiedere se potevamo uscire adesso lei mi ha guardato e ha mimato con le labbra una sola parola: Michele, voleva sicuramente aspettare lui per uscire, anche lei ha paura.

 

25 dicembre

 

È passata un’altra notte e noi siamo sempre nel buco sotto al pavimento, mentre albeggiava abbiamo sentito un rumore molto forte e poi ho sentito una voce familiare, era Michele! Urlava a gran voce i nostri nomi, Angela è uscita dal buco ed è corsa ad abbracciarlo, si sono baciati a lungo, si carezzavano la faccia e continuavano a guardarsi come se fosse la prima volta. Anche io un giorno vorrei qualcuno da guardare in quel modo. Michele poi ha chiesto di me, a quel punto Angela si è voltata verso la botola e ha cercato di tirarmi fuori, io non ci riuscivo, avevo ancora troppa paura. Mi è apparsa davanti la faccia sorridente di Michele, mi ha “Ho trovato quello che mi chiedevi” “la mia mamma e il mio papà?” mi sentivo già meglio, ha smesso di sorridere, “no tesoro, ma questa sera ceneremo con il vero Babbo Natale!”
Mi ha preso in braccio e tirato fuori dal buco, il tavolo era stato risparmiato dalla razzia, o lo aveva rimesso in piedi Michele, non lo so, sopra c’era un qualcosa di indefinito. Rosso, nero e bianco, quando mi sono avvicinata ho capito che si trattava del vero Babbo Natale, gli mancava una mano e una gamba Angela ha guardato Michele e gli ha detto “golosone!”, lui si è stretto nelle spalle e ha sorriso. Angela ci ha fatto uscire dalla cucina “stasera sarà una vera e propria cena natalizia” ha detto. Io sentivo sempre più fame, ma mi sono imposta di aspettare, il tempo è passato in fretta cercando di riassettare la casa rimettendo in piedi tutto quello che quegli uomini cattivi avevano buttato giù. Finalmente Angela ci ha chiamato, la tavola era apparecchiata a festa e sul mio piatto c’era il boccone più delicato: il cervello di Babbo Natale. “solo il meglio per la nostra piccola dolce zombettina” ha detto Michele, non so che cosa voglia dire zombettina ma io ho mangiato tutto con gusto. Domani ci aspettano gli avanzi, ma questo Natale si sta rivelando di sicuro uno dei più gustosi!

 

 

Viola Della Rina


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