Racconti brevi

di Luca Pennati


Il Natale è passato. Non è stato, però, il solito appuntamento in cui i parenti s’incontrano forzatamente. Quest’anno c’è stata un’enfasi diversa nel farsi gli auguri. Abbiamo mangiato di tutto, bevuto l’impossibile e ci siamo solennemente salutati come si conviene agli addii. Poi ognuno è tornato al proprio rifugio.

 

Ora tutta l’attenzione è rivolta a domani. Pare che i morti torneranno in vita.

 

Un’antica profezia africana proveniente dal Niger, infatti, da un mese a questa parte è stata rivalutata e sta preoccupando milioni di persone in tutto il mondo che sono in trepida attesa di questo 27 dicembre.

Io invece sono tra quelli desiderosi di vedere se la sempiterna voglia di apocalisse questa volta sarà saziata. Mi sento elettrizzato al solo pensiero.

Ormai ci siamo, l’attesa è finita. È una seconda vigilia quella che stiamo vivendo.

Sarà un nuovo giorno per il genere umano? Oppure un’apocalisse che non lascerà scampo ad alcuno? Non lo sappiamo però il tempo per scoprirlo sta per scadere.

Nell’ultima settimana, com’era normale aspettarsi, intramezzati ai soliti film natalizi, si sono moltiplicate le notizie e i programmi televisivi di approfondimento sulla profezia.  Traspare una certa apprensione ma tutti sono concordi sul messaggio principale: stare calmi. In effetti, lasciarsi andare al panico sarebbe controproducente e proprio per questo più ci si sentirà tranquilli e più si riuscirà ad essere preparati.

A tal proposito mi ritengo sufficientemente pronto insieme alla mia famiglia ad affrontare un eventuale periodo di assedio dentro casa.

Sono passati poco più di venti giorni da quando abbiamo capito la reale portata della profezia africana. Quello che non sappiamo è come accadrà.

Ho letto di tutto. I forum e i blog sono pieni d’informazioni e teorie. Dalle più tecniche alle più fantasiose.

Non sono credente e nemmeno superstizioso quindi fidandomi della scienza, ho concentrato la mia ricerca con dei filtri piuttosto selettivi.  Ovviamente tutto fa pensare che la causa possa essere esterna, non soprannaturale ma tecnica: un insieme di fattori fisiologici che porterebbero al “risveglio” dei defunti “freschi” considerando un lasso di tempo di una settimana dal decesso.  Mi sono chiesto, però, cosa potrebbe essere così potente da interferire con l’attività cerebrale delle salme.

A questo ragionamento ho collegato un articolo che avevo letto di recente.  La rivista Science quest’estate ha pubblicato un intervento di un esperto di meteorologia solare dell’Università di Oxford, il quale affermava che prima o poi  il nostro pianeta sarà investito da una potentissima eruzione di plasma e particelle emesse da un’immane espulsione di massa coronarica, uno dei fenomeni più energetici che avvengono sulla superficie solare, così intensa da mandare in tilt le reti elettriche. Questo fenomeno avrà il potere di rimandare indietro la nostra civiltà al 1800: sarà un blackout elettronico che bloccherà non solo le comunicazioni e i sistemi informatici, ma anche i trasporti, il riscaldamento, le strutture sanitarie e ogni servizio che richiede l’elettronica per funzionare. Un caos totale in pratica.

Secondo le ricerche condotte dagli astrofisici, una super tempesta solare non è solo una minaccia, ma una certezza: infatti, si tratta di un evento che succede mediamente ogni centocinquant’anni. L’ultimo è proprio avvenuto nel 1859: sulla superficie del Sole si è verificata un’espulsione di massa coronarica con un’energia pari a un miliardo di bombe atomiche, in grado di scagliare verso il nostro pianeta due miliardi di tonnellate di particelle.

Per fortuna l’impatto e le conseguenze sulla popolazione passarono quasi inosservate considerata la scarsa entità riscontrabile del fenomeno: a quell’epoca, infatti, le uniche linee elettriche erano i cavi del telegrafo e le attività umane non dipendevano come oggi dalla corrente elettrica.

I ricercatori avvertono che se dovesse succedere ora le particelle solari interagendo col campo magnetico terrestre causerebbero intense correnti a terra che manderebbero fuori uso le centrali e le linee elettriche: senza energia, diventerebbe impossibile far rifornimento ai distributori di benzina, prelevare soldi al bancomat, usare i telefoni e persino la fornitura di acqua e le fognature sarebbero messe fuori uso, col rischio di diffusione di malattie epidemiche.

E proprio monitorando questi fenomeni gli astrofisici hanno previsto l’avverarsi della BIG ONE, la tempesta solare perfetta. Purtroppo il nostro pianeta non potrà fare niente per evitarla poiché non ci sarebbe il tempo necessario per mettere in sicurezza le strutture.

Il mio primo pensiero è andato a idealizzare un immenso Dott. Frankenstein cosmico in grado di riportare alla vita i cervelli non ancora putrefatti dei poveri morti di giornata. Mi son sentito quasi come un Igor qualunque che girava per casa con un cervello ABnormal dentro una boccia di vetro. Una sensazione d’impotenza tristissima.

Mi son detto: e se succedesse davvero? Di quanti risorti parleremmo?

Snoccioliamo un po’ di numeri: il tasso di mortalità mondiale al secondo è pari a 1,78 quindi facilmente si ricava che in una settimana potenzialmente potrebbero resuscitare 1.071.000 persone. A livello mondiale non sarebbe una grande cosa ma poi è subentrata tutta la conoscenza sui non morti cinematografici e letterari. Il contagio sarebbe rapidissimo. Il morbo si espanderebbe a macchia d’olio ovunque.

Tra l’altro la profezia sta trovando riscontri. L’attività eruttiva solare si è intensificata a dismisura tanto che sono state diramate delle direttive contenenti delle precauzioni da prendere: uscite da casa il meno possibile e indossate un elmetto foderato di carta stagnola. Inizialmente queste precauzioni hanno scatenato l’ilarità generale ma poi gli effetti si sono fatti sentire: la rete internet ultimamente è sempre più altalenante così come le trasmissioni satellitari; anche la radio trasmette solo con un disturbo di scariche. La corrente elettrica delle abitazioni è soggetta a frequenti sbalzi di tensione e anche le auto faticano spesso a mettersi in moto.

Inoltre pure il gatto di casa ne sta risentendo; si sa che gli animali siano più sensibili a certi fenomeni e devo confermare che è particolarmente agitato e miagola tantissimo. La notte continua ad andare in giro di pattuglia per casa mentre prima il suo posto era nel letto matrimoniale. Sembra proprio che non riesca a dormire.

Con la rete dei miei contatti, ci siamo tempestivamente attivati per seguire gli sviluppi di quanto sta succedendo. Abbiamo deciso di coprire ad ampio raggio tutti i media per verificare le notizie e scremarle dalle bufale. I siti delle principali agenzie governative sono sotto stretta sorveglianza anche perché eventuali messaggi d’allarme sarebbero diramati, in primis, da loro.

Considerato che in casa abbiamo ancora un telefono fisso, a orari costanti controlliamo il segnale orario. Per il momento c’è. In caso di guerra o emergenza catastrofica sparirebbe immediatamente.

Oltretutto ci siamo attrezzati come dei veri prepper. Tutte le scorte che erano in cantina sono state portate in casa. La dispensa è ricolma di scatolame che ci consentirà di mangiare due pasti al giorno per almeno due mesi. Fino a quando ci sarà l’erogazione del metano, lo utilizzeremo. Se dovesse interrompersi, abbiamo comprato parecchie bombolette GPL da campeggio. Le useremo solo in extremis. Abbiamo pasta e alimenti secchi in abbondanza. Ho rastrellato tutti i panettoni e pandori che c’erano al supermercato. Di questi tempi costano meno del pane e durano di più. Conserviamo infine la frutta sciroppata, la mia adorata mostarda e dei salami che ho appeso al soffitto. Ho fatto due conti e devo dire che questa storia c’è costata parecchio; tuttavia i soldi saranno la prima cosa a non valere più niente dopo.

Alla fine ho convinto la famiglia a girare per casa con indosso l’elmetto. Li ho comprati al Brico. A mio figlio l’ho trovato rosso come quello di Babbo Natale così non si ansia troppo. Seguendo le istruzioni, con la carta stagnola ho fatto un’ulteriore copri elmetto per una protezione migliore. Il vicino di casa mi ha chiesto se era il caso di munirsi di maschera antigas. Gli ho detto che non lo sapevo. In teoria non dovrebbe essere necessario ma è impossibile esserne certi. Quindi un pacco di mascherine filtranti le ho prese.

Dal punto di vista delle armi non siamo messi benissimo, il nostro fantastico arsenale è composto di:

 

  • un set di coltelli da cucina
  • 2 coltellini opinel nr. 8
  • un bastone masai
  • vari manici di scopa
  • un trapano
  • vari tacchi appuntiti di mia moglie
  • un gatto con unghie retrattili e un tiragraffi parecchio resistente.

 

Purtroppo l’Italia non è un paese dove per delle persone normali, nonostante la presenza della criminalità più attrezzata al mondo, sia facile recuperare un’arma. L’unica cosa un po’ utile contenente polvere pirica che possiedo sono dei razzi da segnalazione per barca. Potranno servire. In cantina ho trovato anche una scatola di raudi, rimasti dai precedenti capodanni. Mio figlio ovviamente è contento, ma credo non serviranno.

Visto che la rete internet è drasticamente peggiorata ed è davvero poco affidabile, precauzionalmente, in caso di perdita totale del collegamento, ho inserito un messaggio di risposta automatico nell’account della mail. Si tratta di un avvertimento: “Siamo assenti per apocalisse.” Torneremo se sopravvivremo. In alternativa potrete provare a contattarci attraverso il nr. di telefono…. Ogni giorno a mezzogiorno saliremo sul tetto di casa a verificare la zona circostante. Esporremo una bandiera di segnalazione: verde se la situazione dovesse essere tranquilla, sarà invece rossa se fosse necessario rimanere lontani. Resteremo in casa il più a lungo possibile”.

Tra le varie attrezzature abbiamo a disposizione un binocolo, tre biciclette, degli accendini e della cancelleria varia. Infine teniamo pronti un paio di zaini per un’eventuale fuga con dentro abiti e parte degli accessori.

Per l’acqua abbiamo un’abbondante scorta in bottiglie da 2 litri; tuttavia per evitare di rimanere senza, abbiamo riempito vari secchi compresa la vasca da bagno.

La situazione esterna è stata relativamente tranquilla fino a ieri sera. Con la fine delle celebrazioni del Natale il traffico che porta all’autostrada si è intensificato fino a congestionarsi. La gente è stata colpita dalla frenesia di andarsene. Col risultato che sono fermi in coda da ore. In casa ascoltiamo i clacson. Sembra che si siano messi d’accordo. Sento una melodia che mi ricorda Jingle Bells. La posizione della casa permette di avere un’ottima visuale: quasi 180° di vista: sulla sinistra c’è la strada di accesso che porta al cimitero a circa 200 metri; sulla destra, invece, vedo l’ingresso dell’ospedale. Sono più preoccupato per quest’ultimo. Secondo me, la maggior parte dei morti freschi si trovano lì dentro. Il cimitero lo ritengo improbabile e comunque più sicuro. Dobbiamo considerare che le salme vengono adagiate all’interno delle bare con un coperchio di zinco sotto il cofano e poi vengono riposte all’interno dei loculi murati oppure sepolti sotto due metri di terra compatta. Tra l’altro, lo zinco anche se è fatto per disintegrarsi insieme alla salma, quando è stato appena inchiodato garantisce un certo sbarramento. In fatto di sicurezza, invece, l’ambiente ospedaliero non è certo il massimo.

 

Ok! Sta succedendo qualcosa. Tutto in diretta! Mio figlio ha gridato.

 

Mentre davo un’occhiata fuori dalla finestra, mi ha chiamato mio figlio dicendomi che stavano trasmettendo un’edizione straordinaria del telegiornale.  Mi ha urlato che la profezia è ormai inevitabile. Mi son precipitato davanti allo schermo giusto in tempo per vedere uno spettacolo assurdo. Due secondi prima Chicco Mentana stava ammiccando all’inviata da Los Angeles e un attimo dopo si sparava nella fronte mandando la propria materia cerebrale a imbrattare gli schermi alle sue spalle nello studio televisivo. Cazzo! Che botta!

Ho chiesto a mio figlio cosa avesse detto di preciso. Lui, tra lo sconvolto e il curioso mi ha riferito che il Direttore Mentana aveva comunicato la notizia che la terra era stata colpita dai fasci di particelle solari; per fortuna l’Italia è stata interessata solo di striscio, poiché dato l’orario serale, il nostro spicchio di pianeta si è trovato in ombra rispetto al sole.  Tuttavia nelle altre parti del mondo dove era pieno giorno, interi continenti sono stati investiti. Purtroppo tutto ciò non ci metterà  al riparo. Sarà solo questione di ore perché in prossimità degli ospedali i primi ritornanti sono stati avvistati. Il panico sta montando. Stiamo calmi, stiamo calmi.

Secondo mio figlio, Mentana aveva letto la notizia come tutte le altre senza dar modo agli spettatori di prepararsi a ciò che stava per succedere. Sembrava una situazione irreale eppure il sangue, il buco in fronte, le orbite all’indietro erano davanti a tutti.  Siamo andati nel panico anche noi. Brutta mossa Mentana. Mia moglie ha incominciato ad agitarsi poi ha afferrato il telefono per sentire se il segnale orario ci fosse ancora. Mi ha guardato pietrificata. Mi è bastato guardarla negli occhi: era muto!

Ecco ci siamo! Il mio sguardo è andato subito ai led del modem: rossi! Ho chiesto a tutti di controllare il proprio elmetto e di dirigerci all’interno della stanza protetta. In realtà si tratta dello sgabuzzino che ho debitamente svuotato e rivestito di stagnola. Staremo un po’ stretti ma sembra che il fascio di particelle dovrebbe durare al massimo 24 ore. Anche se è sera, non voglio rischiare inutilmente. La casa per il momento è al sicuro. Abbiamo spento e chiuso tutto. Ora aspettiamo.

Devo essere sincero. La curiosità di vedere cosa succederà fuori è davvero forte. Con gli amici appassionati di Zombie abbiamo fantasticato mille volte su questi ipotetici avvenimenti. Ora sappiamo che è tutto vero. La potenza della nostra stella sta stimolando le masse cerebrali dei defunti riportandoli in vita.

Stare rannicchiati nello sgabuzzino ci sta facendo rilassare. Dormire un po’ forse ci farà bene. Mi sento stanco dopo tutta l’agitazione di questi giorni. Purtroppo continuo a immaginarmeli. Magari però se penso a qualcos’altro passerà.

 

Sento un rumore, un bussare lontano. Adesso lo sento più vicino. NO! Oddio! Sono entrati in casa. Ci stanno cercando? Li sento trascinare i piedi. Qualcosa sta spingendo sulla porta dello stanzino. Ci afferreranno. Lo so! Moriremo tutti e poi vagheremo in eterno. Sento già i denti che sbattono. Le loro unghie che mi graffiano. La bava che cola con gli occhi fuori dalle orbite. Mi toccano. Sento le loro mani tastarmi la testa. Devo muovermi. Devo difendere la mia famiglia.  Nel buio afferro qualcosa poi urlo: “Li tengo fermi!! Scappate!!”

 

“Hey! Svegliati! Hai avuto un incubo. Con chi ce l’avevi??? Che fai sdraiato a dormire nello stanzino delle scope? Ora sei diventato pure sonnambulo? Mi sa che tutto quello che hai mangiato in questi giorni di festa, ti sta facendo brutti scherzi! Vieni a letto!”

 

“Oddio! Sei tu. Ma fuori? Gli Zombie? Il sole?”

 

“Sono le tre del mattino. E’ ancora notte e vedi di finirla con questa storia, qua di zombie ci sei solo tu. Hai la faccia stravolta. Cosa ci fai poi col rotolo della carta stagnola? Ti sei pure portato dietro il gatto.”

 

“Serve per…. Mi sa che devo smettere coi pandori e il limoncello.”

 

“Da domani ti metti a dieta e niente storie!”

 

Ecco, il vero incubo inizia domani.

 

 

Luca Pennati


Lascia un commento