Racconti

di Anna Liguori


 

 

Le scorte di cibo e acqua nei distributori sono agli sgoccioli, mi nutro di patatine e snack da settimane e non sono ancora morto di ostruzione alle coronarie. Ma non è il cibo a preoccuparmi. Se fin’ora non sono impazzito lo devo solo alla musica. Sono passati 3 mesi, forse, almeno. Lo so perché in questa fottuta stazione radio funziona ancora la rete elettrica e gli orologi digitali segnano 15 maggio 2014, ore 17:08.

 

“Angie, Angie, where will it lead us from here?
Oh, Angie, don’t you weep, all your kisses still taste sweet
I hate that sadness in your eyes
But Angie, Angie, ain’t it time we said good-bye”

 

Adoro questo pezzo, mi ricorda la donna che non ho mai amato… Tre mesi prima, pulivo la merda di questo stabile come addetto alle pulizie. Milioni di germi seminati dalla forza lavoro nei cessi, sui pavimenti luridi della sala mensa, nei cestini degli uffici. Il massimo della vita per un trentenne di colore senza la minima voglia di costruirsi un futuro decente e con una perdurante misantropia. Non potevo lamentarmi, in fondo, facevo il mio lavoro silenziosamente, sommerso dalla completa indifferenza degli impiegati e dei tecnici. Lasciavano i loro umori sulla tazza, ed io, solerte, facevo sparire ogni traccia di umanità dalla mia vita. Una volta, credo di aver sentito “lavora come un negro”, ma non sono certo fosse rivolto a me. In fondo nessuno mi ha mai detto una parola, non ha mai sentito la mia voce, né tantomeno credo abbia fatto caso a me. Nemmeno io, faccio caso a me. Almeno, non più.

 

“…And Harry doesn’t mind if he doesn’t make the scene
He’s got a daytime job he’s doing alright
He can play honky tonk just like anything
Saving it up for Friday night
With the Sultans with the Sultans of Swing…”

 

Splendida la chitarra nel finale… Se lavori in una stazione radio, senti voci di continuo: meteo, notiziari, consigli alle massaie, ricette, approfondimenti, interviste. Odiose voci del cazzo che violentano l’assolo di chitarra della tua canzone preferita, si inseriscono spudoratamente tra un brano e l’altro rompendo la quiete che solo la musica riesce a darti. Ora, le uniche voci che sento, sono lamenti e grugniti provenienti dagli altri piani, sapientemente isolati dalle porte antipanico bloccate dalle mie scope. Non avete idea di quanto possa essere versatile una scopa in piena apocalisse zombie. Ho ripulito il terzo piano affilandone i manici, delle lance perfette, precise come spade giapponesi. Un colpo ben piazzato in testa e sei a posto, ma la testa degli zombie è dura, soprattutto se si rialzano dopo pochi minuti dal contatto con gli altri infetti.

 

“Jeremy spoke in class today
Jeremy spoke in class today
Try to forget this…
Try to erase this…
From the blackboard.”

 

Magari avessi un arma…ma non per loro.
Per quanto riguarda l’infezione, non so cosa sia successo, non mi interessa. In fondo, se questa umanità del cazzo è arrivata al capolinea io non posso che esserne felice. Ha tirato troppo la corda, ha fatto girare le palle a qualcuno lassù, o chi per esso. A me sta bene. E la cosa che più mi diverte è che, molto probabilmente, sia proprio io l’ultimo sopravvissuto. Conto le scorte nei distributori, troppo poche. E per quanto durerà la musica?… Ogni ora che passa penso alla mia vita, nessun rimpianto, nessuna scelta, nessuna esistenza, in fondo. All’età di trent’anni ti senti ancora giovane per un mucchio di cose, tipo morire, o peggio svegliarsi un mattino senza vita, con solo tanta voglia di rosicchiare il cranio di qualcuno. Io no, sto bene così. Forse proprio perché vicino alla fine. Non ho un cazzo da salvare, ho riascoltato mille volte tutte le mie canzoni preferite, pensando sempre che fosse l’ultima.

 

“I never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don’t just say
And nothing else matters”

 

E cosa cazzo credi che possa succedere ancora James? Ho alzato a manetta il volume dell’ultimo brano, sento tonfi di teste contro le porte antipanico, devo averli innervositi. Lascio tutto “on air”, come unico regalo a questo mondo di merda. Sarò anche un fottuto negro che odia la gente, ma almeno ho degli ottimi gusti musicali. La scopa che ho incastrato per tenere la porta sta cedendo sotto il peso della massa di zombie, ok sono pronto, solo un’ultima canzone per favore.

 

“I’m comin’ on like a hurricane
My lightning’s flashing across the sky
You’re only young but you’re gonna die”

 

Ottima scelta.

Fine.

 

Anna Liguori


1 Angie – Rolling Stones
2 Sultan of Swing – Dire Strairs
3 Jeremy – Pearl Jam
4 Nothing else Matters – Metallica
5 Hell’s Bells – AC/DC

 

 


 

 

 

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