Racconti brevi

di Nicola Furia


 

Come vi sentireste se vi svegliaste all’improvviso circondati da zombie?

Nel momento in cui riapro gli occhi mi basta un battito di ciglia, un solo attimo, per comprendere che la mia vita finisce oggi, finisce qui.

Ero al limite delle forze, lo sapevo, eppure senza lamentarmi accettai l’incarico di pattugliare la galleria della metropolitana. Mi immersi con la mia squadra nei cunicoli più bui e appestati, illuminati da flebili torce che proiettavano tremolanti fasci di luci su freddi anfratti di pareti umide, inalando l’aria malsana e rarefatta di queste catacombe.

Giunti al capolinea la missione era compiuta, ma fu allora che crollai sfinito tra i sedili impolverati di uno dei vagoni abbandonati.

– “Andate avanti, vi raggiungo tra un attimo”.

<<un attimo>> fu la mia ultima parola prima che, proprio in quell’attimo maledetto, la realtà evaporasse sostituita da miriadi di folli immagini oniriche vorticanti in una nebulosa senza tempo.

Quante ore ho dormito? Perché ora il vagone è brulicante di morti viventi?

Durante il mio incauto sonno, l’inferno è penetrato nei sotterranei. Ma com’è possibile che sia ancora vivo?

Loro sono attratti dai rumori, dai movimenti, si nutrono della vitalità che gli è stata negata. La mia immobilità mi ha salvato! Devo rimanere fermo, pietrificato, fuso tra gli oggetti inanimati.

Basterebbe un attimo, un solo attimo di disattenzione, un respiro pronunciato, un movimento incontrollato e verrei sbranato ferocemente.

Improvvisamente sento l’eco di lontane deflagrazioni rimbalzare tra le pareti del tunnel. I sopravvissuti combattono per fermare l’orda! Eccoli irrompere nel vagone con le armi spianate!

Se continuo a rimanere immobile mi scambieranno per uno di loro, basterebbe un battito di ciglia, un solo attimo e…

Scatto in piedi e cerco di urlare, ma lo faccio con un attimo di ritardo e uno dei guerrieri fa partire una sventagliata di mitra che mi trafora i polmoni, smorzando impietosamente la mia fuga.

Scatto in piedi e cerco di urlare, ma lo faccio con un attimo di anticipo e lo zombie che mi sta affianco mi azzanna la gola strappandomi le corde vocali.

Assaporo gli ultimi momenti di una vita segnata da un frenetico susseguirsi di attimi di speranza, gioia, dolore, amore.

Pochi minuti basteranno al virus per donarmi una nuova vita, un’eternità infinita di attimi di terrore.

Un battito di ciglia, un attimo e ritorno.

 
 

Nicola Furia


 

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