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di Nicola Furia


 

bub

George Romero è una simpatica canaglia.

E’ l’uomo delle questioni irrisolte. Non rispondere mai alle mille domande che si insinuano nelle testoline allibite degli spettatori al termine dei suoi film. E il bello è che nessuno si lamenta. Se qualche altro regista o sceneggiatore si permettesse di fare le “carognate” che fa lui, verrebbe lapidato in pubblica piazza, sottoposto al ludibrio generale e cosparso di pece ardente.

Lui, invece no! Ed è ammirato proprio per i misteri insoluti, anzi, è proprio il “mistero” il suo cavallo di battaglia.

Chi vi parla è uno che tendenzialmente odia quelli che non sanno dove andare a parare, eppure per Romero nutro un’ammirazione sconfinata. Tanto per fare un esempio, io ho ancora un conto aperto con J.J.Abrams e spero di trovarmelo prima o poi davanti per aggredirlo violentemente.  Mi riferisco al creatore di “LOST”, quella serie tv truffaldina che ha inchiodato davanti agli schermi milioni e milioni di telespettatori in tutto il mondo. Ve la ricordate? Sto parlando di quell’isola misteriosa con gli orsi polari (!) dove precipitavano una masnada di variegati protagonisti, sopravvissuti, non si è mai capito come, ad un catastrofico incidente aereo, che si arrabattavano tra salti temporali e viaggi inter dimensionali chiedendosi incessantemente: “ma dove siamo capitati? Che cazzo è quest’isola?”. E la stessa domanda ce la ponevamo noi attendendo, stagione dopo stagione, una risposta sconvolgente condita da mirabolanti fuochi d’artificio. Ebbene, quel bastardone di Abrams, dopo averci preso per il culo per anni, dopo aver posto migliaia di dubbi e domande che come un tarlo ci divoravano il cervello, alla fine che fa? Chiude il serial senza dare alcuna risposta! Abrams! Un giorno ti troverò e quelle risposte te le farò sputare a furia di calci tra i denti!

Ma torniamo al nostro Romero. In realtà Romero usa la stessa tecnica e lo fa da subito con “La notte dei morti viventi”. Un giorno, all’improvviso, non si sa come e non si sa perché, i morti risorgono e il mondo crolla su se stesso. Un attimo prima vivevi la tua vita noiosa, sprecando il tempo in faccende effimere, sentendoti una nullità omologata ad una moltitudine di sconosciuti che affollavano il pianeta, e l’attimo dopo ti trovi a combattere per sopravvivere in un mondo sconvolto dove vige la legge del più forte e del più stronzo. Spettacolare!

Sì, ma cosa è successo in quell’attimo? Come e perché e leggi cosmiche sono cambiate? Romero non te lo dice. E tu, che non puoi distrarti un attimo per evitare di essere sbranato dai morti viventi, non hai neanche il tempo di cercare una risposta. Così è! Prendine atto, cercati un’arma e salvati il culo!

Ma non è solo sull’origine della pandemia che Romero non dà risposte. Lo fa anche con la sorte dei suoi protagonisti. Dai, siate sinceri, chi di voi non si è chiesto: “ma che fine ha fatto la bionda asserragliata nel casolare, unica sopravvissuta all’assedio degli zombie in bianco e nero de “La notte dei morti viventi”?”.

E soprattutto: “che fine ha fatto quel poliziotto di colore del film “Zombi” che, con i suoi sfortunati compagni di viaggio, aveva occupato il centro commerciale? E dove è finita la donna incinta che alla fine riesce a fuggire in elicottero con lui? Dove sono atterrati? Sono ancora vivi o sono stati sopraffatti? Il bambino alla fine è nato?” …BHO’!

Certo, detta così fa incazzare. Poi ci pensi un attimo e capisci che in effetti non c’è il tempo per le risposte. Ti rendi conto che quei protagonisti sono un niente di fronte all’immensità della catastrofe. Di persone del genere, che stanno vivendo storie allucinanti, ce ne sono un’infinità. Non puoi limitare la tua visuale, non puoi seguirli tutti. Ti è concesso solo di dare uno sguardo veloce a qualche episodio delle loro vite, dopodiché devi voltare lo sguardo da un’altra parte. Ci sono altre città in fiamme, altri sopravvissuti in fuga, altre battaglie con i mostri, morti o vivi che siano. Così è! Fattene una ragione.

Va bene, questo lo capisco e mi rendo conto che l’indefinibilità dei vari capitoli è funzionale al sistema. Serve per catapultarti meglio nel caos che ormai governa il mondo, quella voragine, quel buco nero che assorbe e distrugge l’essenza delle cose, un disordine assoluto, un vuoto primordiale votato alla devastazione totale dell’esistenza. Insomma …in tutto sto casino è veramente importante sapere se quel bambino alla fine è nato o no? E che cacchio, mica stai vedendo una telenovela! E’ l’apocalisse, bellezza!

Ripeto, lo capisco e l’accetto …ma c’è una cosa che proprio non mando giù: BUB!

Eh no! Che fine ha fatto Bub io lo voglio sapere! E’ troppo importante! Qui non stiamo parlando di un essere umano e dei suoi intrecci emozionali, qui stiamo parlando di uno zombie che può cambiare le sorti del pianeta! Dentro quell’essere c’è la risposta alla domanda delle domande: “chi sono gli zombie?”.

Se qualcuno tra di voi non sa di cosa sto parlando …non ha diritto di esistere! Quel qualcuno continui a guardarsi The Walking Dead e non ci rompa le palle! Continui pure a seguire le storie degli uomini, con i loro amori, le loro avventure e i loro intrecci sentimentali alla Barbara D’Urso e ci lasci qui, in questa meravigliosa nicchia, ad interessarci degli zombie VERI!

Bub, dicevo, quello sconvolgente protagonista de “IL GIORNO DEGLI ZOMBIE”, è uno squarcio nelle fitte tenebre di questo mistero. Un morto vivente che inizia a prendere coscienza di se e a relazionarsi con i vivi. In quell’involucro di carne decomposta iniziano ad affiorare ricordi e sensazioni, le sinapsi si riavviano lentamente mandando messaggi al cervello in cui impera ormai un pensiero unico: mordere, mordere, mordere. Bub riesce stare nella stessa stanza con il professore “pazzo”, che lo nutre con i resti cadaverici dei soldati appena deceduti, senza aggredirlo. I due convivono interrogandosi a vicenda, cercando la risposta all’origine del cataclisma e una soluzione che possa sovvertire il destino di zombie e sopravvissuti.

E quanto è bravo l’attore che interpreta Bub! Meritava sicuramente un premio oscar. Quell’espressione di confusa disperazione che gli si dipinge sul volto rimarrà per sempre nella storia del cinema, santificandolo indiscutibilmente ad icona in celluloide nei secoli dei secoli.

Purtroppo l’ignoranza e la grettezza degli uomini in divisa pone fine a quell’idillio fantastico e il professore viene barbaramente ucciso …e qui assistiamo ad un miracolo! Bub pare provare dolore per la perdita del suo “amico” e, impugnata una pistola, lo vendica.

Purtroppo anche in questo “capolavoro” Romeriano i titoli di coda scorrono impietosamente sopra il tunnel invaso dagli zombie, tra corpi sventrati e budella fumanti. A noi non rimane altro che volgere l’ultimo sguardo alla figura di Bub che, dopo un irriverente saluto militare all’assassino del professore sul cui corpo si gettano voraci i suoi simili, si congeda allontanandosi lentamente, al pari dei protagonisti dei film western quando cavalcano all’orizzonte nel mentre nel cielo del tramonto compare la scritta “The End”.

Eh no! Fermi tutti! Che fine fa Bub? Un personaggio del genere non può sparire nel nulla! Dove è andato? Cosa ha fatto? E’ ancora “vivo” o un inconsapevole sopravvissuto gli ha fatto saltare il cervello? Io voglio sapere, io devo sapere! Un personaggio con quelle potenzialità non può essere consegnato all’oblio. Non è giusto! Interpelliamo “Chi l’ha visto”, interessiamo l’FBI, la CIA, lo SHIELD …facciamo qualcosa per trovarlo!

So che non avrò mai risposta …e forse è meglio così.

A volte mi piace pensare che Bub vive serenamente come un’eremita su qualche montagna impervia meditando sul destino dell’universo. Si nasconde volontariamente ai suoi simili ma soprattutto agli uomini, perché ha capito che il mondo non merita alcuna salvezza. La storia deve seguire il suo corso, la razza umana deve estinguersi, il caos deve trionfare. Per gli antichi greci il “caos” era lo stato originario della materia, prima della nascita del mondo. Fu proprio dal caos che si creò il cosmo ed emersero gli uomini e gli dei. Bub pensa che questa catastrofe planetaria serva per dare origine ad un nuovo mondo, popolato da esseri diversi. Sa che l’apocalisse zombie altro non è che un’evoluzione. Gli uomini spariranno, come i dinosauri, per far spazio a nuove e migliori creature.

Non cercatelo …Bub attende la rinascita.

Nicola Furia


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