Racconti brevi

di Luca Pennati


 

 

Alla fine fu normale arrivare a compiere determinate scelte.

Perché sappiatelo, la fame era davvero brutta. Non che voglia giustificare qualcuno, ma se intorno non ti rimane niente da mangiare non ti fai più tanti problemi.

Gli zombie avevano ormai divorato tutto ciò che era commestibile. Topi compresi. Quei pochi animaletti che trovavamo erano merce rarissima. Più dei diamanti ai tempi precedenti l’apocalisse.

I cibi confezionati furono i primi a finire. Vasetti e scatolette erano solo un lontano ricordo. Quindi ci restò una sola possibilità per sopravvivere ed è esattamente quello che avete pensato: iniziammo a mangiarci gli zombie.

D’altra parte, quei mostri erano dappertutto. Infestavano ogni angolo della città. Si trattava solo di stare attenti a come venivano trattati. Intanto andavano catturati, ma non fu per niente complicato vista la loro andatura incerta e soprattutto la scarsa intelligenza. Almeno in questo eravamo sempre noi i migliori. Bastava attirarli facendo un po’ di rumore, oppure piazzavamo un’esca in bella mostra: il più veloce dei nostri.

Ovviamente, non si potevano mangiare crudi a causa dei batteri zeta che abbondavano nelle loro carni, ma dopo averli bolliti per nostra gioia diventavano non solo commestibili, ma pure buoni. Solitamente, quando trovavamo un Frollato particolarmente prestante, ci radunavamo anche in più famiglie per finirlo tutto e non avete idea di quanto ci soddisfassero quelle mangiate. Avevamo patito troppo la fame. Ci sembrava di rinascere e in breve tempo riuscimmo anche a recuperare i chili persi.

Alla fine, dopo aver raggiunto un certo benessere, diventammo pure esigenti. Ognuno di noi sviluppò i propri gusti in fatto di zombie. Per quanto mi riguarda, adoro quelli piccolini dalla carne ancora tenerissima mentre mia sorella, ad esempio, va matta per le cosce degli ex atleti.  Poi, tra gli amici, c’è chi preferisce il blocco costine e sterno oppure gli stinchi di anziani, che erano carne già frollata fin da quando erano vivi.

A ripensarci fummo davvero fortunati a scoprire questa cosa che ci salvò la vita. Comunque, adesso l’emergenza è passata e siamo progrediti nel frattempo, ora non cacciamo più i Frollati. Anzi, se volete vi invito a cena. Sto aspettando il mio macellaio di fiducia. Ho ordinato un pallet di cosce ed avambracci. Stasera si prova la griglia nuova.

 

 

Luca Pennati


 

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