Racconti brevi

di Alessandro Undici


 

 

Difficile guardare al futuro quando l’unica cosa che ti resta sono i ricordi di un passato andato. Tempi duri, un presente funesto irrompe prepotentemente nelle nostre vite, catapultandoci in un girone infernale così reale da sembrare finto.

 

Impossibile dimenticare, non si può lavare via il rosso di cui siamo impregnati.

Un fiume di sangue scorre lento e inesorabilmente esonda, travolgendo tutto ciò che ci circonda.

 

Passato è ormai il tempo in cui il bene a fatica sovrastava il male.

Non hai mai mollato, hai provato a combattere ciò che sei ed hai lottato con tutte le tue forze. E’ stata una guerra impari, contro qualcosa di più grande e nemmeno l’ultimo disperato tentativo di aggrapparti alla fede ha potuto aiutarti. I tuoi sforzi non sono bastati, hai perso.

 

Non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta, ma tu un cuore ora non l’hai più.

Sei un mucchio di carne ed ossa che vaga senza più emozioni, senza una meta.

Freddo è il tuo corpo, un involucro vuoto senz’anima, portatore di morte e distruzione.

Tu, animo puro, sei stato reclutato nell’esercito del male, soldato di un’orda infernale che al suo passaggio spazza via tutto, lasciandosi alle spalle solo polvere e ossa.

 

Sei diventato un’arma di morte impeccabile, la perfezione dei tuoi sensi è sbalorditiva, riesci ad annusare l’aria, è lei che trasporta gli odori fino alle tue narici. Avverti qualcosa, è l’odore di sangue vivo mischiato a quello della paura… un richiamo troppo forte per te, non puoi fare altro che seguire il tuo istinto. Attraverso il rumore del vento odi persino i battiti dei cuori ancora pulsanti.

 

Ti metti in marcia, il tuo è un lento incedere verso la tua prossima preda.

Uomo, donna, piccolo, anziano per te non fa differenza alcuna.

Squarterai le carni e assaggerai le pelli, sarai ingordo e non ne avrai mai abbastanza, sarai spietato e non risparmierai nessuno.

Bramerai sangue vivo e lo farai senza avvertire né stanchezza né fatica, succube di un appetito famelico che non conosce tregua.

 

Schiavo di ciò che sei diventato e spettatore protagonista del macabro show che si presenta innanzi ai tuoi occhi.

Arriverà il giorno in cui qualcuno ti libererà, non aspetti altro. Ti resta solo un unico disperato desiderio, quello di riposare in pace.

 

Non v’è spiraglio di luce in un cuore spento

Amari saranno i giorni, dolce sarà la fine.

 

 

Alessandro Undici


 

 

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