FANS

di Maurizio Ganzaroli


 

 

Che cosa sarebbe successo di lì a poche settimane, nessuno lo avrebbe mai immaginato.
La solita noiosa vita per alcuni e la solita vita piena di soldi per altri, ma sempre e comunque senza mai cambiare di una virgola giorno per giorno.
La prima volta che ne vedemmo uno, tutti corsero via terrorizzati, tutti tranne me.
Volevo capire, volevo davvero comprendere che cosa potessero pensare quegli esseri.
Si muoveva ciondolando, in parte appoggiandosi alle lapidi di marmo, che spesso, inclinandosi pericolosamente, cedevano sotto il suo peso,.
I suoi vestiti erano lacerati, ma anche se non lo fossero, presto avrebbero mostrato le sue nudità.
I vestiti dei morti sono in realtà aperti sul retro.
Si muoveva con una lentezza esasperante, ma perché poi avrebbe dovuto avere fretta, dico io?
Mi arrivò così vicino che sentì il lezzo del suo alito, ma prima che la sua bocca con i pochi denti rimasti si avventasse sul mio collo, gli gridai:
«Fermati! Perché vuoi uccidermi? Non potremmo parlare invece?».
Lui si bloccò di colpo, non capendo, e con uno sguardo tutt’altro che intelligente, si mise ad osservarmi.
«Non mi dirai che hai così fame, da non poter reggere una semplice chiacchierata tra persone civili!».
Lui continuò a guardarmi, ma in effetti gli occhi velati dalle cateratte, non facevano capire un gran chè su cosa o dove guardasse.
«Vorrei chiederti: ma perché voi tutti volete mangiarci?».
Lui si guardò attorno come cercando altri suoi simili.
«voglio dire, avete questa priorità per poter sopravvivere, perché nutrite rabbia verso di noi o cos’altro?».
Lo zombie, sembrò congelarsi, come nell’estremo sforzo di afferrare le poche e confuse idee, per poi tentare di esprimerle.
Alla fine dopo un colpo di tosse che sembrò il ruggito di un leone, sputacchiò del sangue nerastro e parlò.
«Non abbia…mo colpa, è la nostra natura! Ma in un certo senso voi non siete naturali, siete venuti al mondo perché un virus militare ha fallito il bersaglio! Anche un bambino che nasce in provetta, non è naturale, ma voi lo considerate come tale, non è vero?».
Ci sedemmo sull’erba per stare più comodi, ma non pensai che per lo zombie, non sarebbe stato poi così comodo, poiché all’atto di sedersi, il femore gli si staccò dal resto della gamba, e cadde su un lato.
«Aspetta te lo prendo io!» dissi.
Gli porsi l’osso che trovai leggerissimo, evidentemente era ospite di quel cimitero da parecchio tempo.
Le ossa erano diventate friabili e leggere come quelle di seppia per canarini.
Alla fine se la innestò nuovamente nella gamba e riuscì a sedersi, più o meno.
«Avete mai pensato di nutrirvi in altre maniere?».
«Vuoi dire mangiando frutta o verdura? Non basta per noi! Vedi abbiamo bisogno di sangue e carne per poter alimentare i processi base del cervello, che altrimenti si bloccherebbero. Però è una strana ironia della sorte questa, io quando ero in vita ero vegan!».
«Già proprio ironico! Però sarebbe bello che invece di mangiarci tra noi e spandere il virus, trovassimo il tempo di parlare come stiamo facendo noi due, non ti pare?».
«In effetti sarebbe bello se si potesse fare!».
Ora alle sue spalle avvertì altri movimenti, altri zombie. Tra quelle creature però scorsi anche una donna, molto alta e meno lenta degli altri, aveva un colorito bluastro, lunghi capelli neri e camminava con le braccia rivolte in avanti mostrando lunghissime unghie.
Era vestita di una sola e semplice vestaglia azzurra, trasparentissima che faceva vedere bene il suo copro, nient’affatto corrotto dalla morte.
Si muoveva con sinuosità quasi sensuale avvicinandosi sempre di più a me e al suo collega.
Più si avvicinava e più stentavo a trattenere la mia eccitazione che arrivò al massimo quando rimanendo impigliata con la vestaglia in una croce metallica, si strappò, lasciandola completamente nuda.
Era vicinissima adesso.
Uno di quegli esseri alle spalle del ragazzo gli azzannò subito il collo, facendogli sprizzare il sangue in ogni dove, mentre masticava i brandelli di carne, lo morse altre due o tre volte, prima che morisse del tutto.
«Ma perché lo hai ucciso? Era simpatico! Stavamo parlando…».
«Si come no!».
«Ma l’hai visto come guardava la mia ragazza ?».
«Forse hai ragione va !».
«Mangiamo che è meglio!».

Maurizio Ganzaroli


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