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NOI SIAMO I MORTI, un fumetto zombesco croato, recensito da Nicola Furia, che ci trasporta nel medioevo.


 

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NOI SIAMO I MORTI (i figli della peste)

di Darko Macan e Igor Kordey – Edizioni: Panini Comics

Recensione di Nicola Furia

 

“SI PUÒ FARE!”, urlava soddisfatto Gene Wilder nei panni del Dottor Frankenstein nel celeberrimo film Frankenstein Junior.

 

Esclamo con medesima soddisfazione la frase dopo aver letto il primo volume di questo fumetto croato. Sì, si possono ancora scrivere e disegnare intriganti storie di zombie.

Ovviamente “vade retro” ai puristi oltranzisti per i quali devono essere lapidati coloro che narrino storie zombesche discordanti dai canoni tracciati da Romero (anche io appartenevo alla setta dei puristi… ma ho dovuto accettare l’incontrovertibile realtà). Se si rimane ancorati allo schema “zombie-sopravvissuti- morso-testa spaccata-centro commerciale”, non si va più da nessuna parte. Tutto quello che c’era da dire è stato detto, ridetto, ridetto, ridetto, e…

In questa storia invece gli autori ci scaraventano, con un mirabolante salto spazio-temporale, nell’Europa del quattordicesimo secolo, e precisamente all’epoca del flagello internazionale causato dalla peste nera. Una pandemia diversa però da quella storica, un virus mortale che uccide gli uomini, per poi rianimarli… ed eccovi serviti gli zombie medioevali! Dopo aver sbranato i pochi sopravvissuti, gli appestati riprendono a condurre una parvenza di vita simile a quella precedente l’apocalisse.

La trama si sposta poi dall’altra parte dell’oceano, dove il virus non ha fatto la sua malefica comparsa. Qui ci viene mostrato il popolo Inca ancora immune dalla colonizzazione. Una realtà violenta e sanguinaria simile a quella descritta dal film APOCALYPTO.

Il vecchio sovrano Inca aspira all’immortalità e, quando il mare gli consegna alcuni zombie europei vittime di un naufragio, si convince che lì sta il segreto dell’eterna giovinezza. Decide, allora, di inviare un gruppo di guerrieri alla conquista del vecchio continente. Come reagiranno i selvaggi Inca e i civilizzati zombie europei quando si incontreranno?

La storia si inquadra nel genere “ucronìa e steampunk” (l’ucronìa è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale. Lo steampunk è un filone della narrativa che introduce una tecnologia anacronistica all’interno di un’ambientazione storica).

I disegni, accuratamente colorati, evidenziano un tratto pulito, attento alla riproduzione dei particolari, che dona una notevole dinamicità ai personaggi, soprattutto nelle numerose scene d’azione.

I diversi intrecci narrativi sono coerenti e coinvolgenti. La caratterizzazione dei diversi personaggi è ineccepibile, ogni protagonista ha uno specifico carattere, diverse movenze e modi di esprimersi.

E’ previsto un secondo volume che concluderà la saga… e io non me lo perderò!

 

 

Nicola Furia

 


 

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