Editorialerecensioni letterarie

Un nuovo libro è stato divorato dal nostro Igor Zanchelli : “Quelle Povere Criature” di Domenico Mortellaro


 

queSINOSSI

Napoli, 1861. Il corpo della povera Marinella De Luca giace scempiato in uno scannatoio di Vico della Pace. I carabinieri, appena arrivati in città dopo che Garibaldi ha conquistato Napoli, si infilano in un’indagine complicata su un delitto incredibile ed efferato. Nell’ombra, anche un’altra figura investiga su quella morte e su altri crimini ben più atroci, tutti collegati. È Don Michele Russo, capoguappo del Rione della Forcella; uno di quei criminali che adesso i giornali battezzerebbero boss della Camorra. Don Michele, a differenza dei carabinieri e dei piemontesi, però, ha metodi ben diversi… Quel che scoprirà, indagando senza sosta, è una verità scomoda ed inconfessabile, che ha a che fare con quel luogo oscuro e quella domanda terrificante che si ferma sulla soglia tra la vita e la morte: “Cosa c’è dopo?”

Napoli, 1861. Nella cornice atroce e terribile di “Risorgimento di Tenebra” – ambientazione ideata da Moonbase Factory – l’unica domanda che abbia senso farsi non è “Davvero la Camorra fece Napoli italiana?”. Bisognerebbe chiedersi, piuttosto: “Davvero la Camorra fermò la prima Apocalisse Zombie in Italia?”.

Il primo dei romanzi del ciclo narrativo sulle Indagini di Don Michele Russo.

Horror old school e Thriller si mescolano al Noir di un’indagine serrata e disincantata, tra i vicoli di una Napoli che si rivelerà di sicuro inquietante e spaventosa, ma non troppo lontana da quella che fu realmente.

 

Editore: Karashò – Autori artigiani (30 ottobre 2016) ASIN: B01M6B7YX6. Prezzo: 1,99 €. Venduto da: Amazon Media E .


 

La nostra recensione:

 

Più che un libro di zombie questo sembra un giallo investigativo storico, con alcune influenze noir. I morti viventi compaiono ma sono molto, ma molto marginali e nascosti. Leggendo ti dimentichi di loro fin quando non appaiono, ma anziché essere i carnefici, qui sono vittime di un qualcosa che sfugge, ignoto, misterioso a loro, al lettore e probabilmente anche all’autore.

Tuttavia la trama si dipana bene, ed è strutturata in modo tale da spingerti a continuare a leggere. Da subito si comprende chi è il “male” ma non si hanno certezze fino alla fine. I personaggi sono ottimamente strutturati e caratterizzati tanto che si riesce quasi a “sentire” i loro pensieri, le loro angosce prima ancora di leggerle.

In questa storia abbiamo due “eroi”, uno istituzionale rappresentativo di una legge imposta dall’alto con la conquista; e l’altro invece popolare, frutto di una cultura locale. Questi due eroi hanno un comune obiettivo, ma lo perseguono con metodi diametralmente opposti. La loro interazione è frutto di uno scellerato patto fatto dai conquistatori per scacciare i Borboni, ma le cui conseguenze sono sfuggite di mano.

Il libro mostra una subcultura ancor oggi drammaticamente presente, che per il quieto vivere ci costringe ad accettare “l’antistato”… come interlocutore principe ed immediato.

Qui, come è successo in episodi della storia più o meno recente, questi due poteri si alleano per uno scopo comune. Impedire che il caos dilaghi in città danneggiando gli affari per gli uni, perdendo il controllo dell’ordine pubblico per gli altri. Useranno metodi propri e particolari: violenti ed estremi, contrapposti a quelli legali e garantisti.

Quello che ne viene fuori è uno spaccato sociale che ci è noto e col quale abbiamo imparato a convivere al di là del bene e del male…

L’ambientazione storica e il linguaggio mi sono apparsi ottimi ed appropriati, anche se non mi ha convinto l’approccio del carabiniere con il malavitoso, troppo diretto e fiducioso. Quasi a dimenticarsi cosa rappresentavano i Reali Carabinieri in quel periodo storico, da chi erano formati e soprattutto da quale estrazione sociale essi provenissero e cosa pensassero dei popoli conquistati del sud dell’Italia. Però questo “peccatuccio” è funzionale alla storia.

Nelle prime pagine devo segnalare alcuni passaggi sintattici veramente contorti e di difficile comprensione, alcuni incompleti, facilmente sistemabili con qualche segno di punteggiatura in più. Tuttavia nelle pagine seguenti la lettura diventa molto scorrevole e gradevole. Segnalo inoltre la presenza di qualche refuso.

In definitiva, se vi aspettate un libro fatto di sangue, sparatorie, combattimenti tra uomini e zombie, questo non è il libro per voi. Qui sono ovviamente presenti sangue, sparatorie, duelli, morte ma che riguardano e colpiscono solo uomini.

Lo consiglio a chi vorrebbe leggere qualcosa di non impegnativo, ma che comunque non sia eccessivamente frivolo. Una storia che mi è piaciuta per l’ambientazione, ma non lo inserirei in un libro a tema zombie.

Merita di essere letto?

Direi di sì, consapevole però che alla fine vi direte: “di bello è bello, ma gli zombie dove sono?”.

 

 

Igor Zanchelli

 


 

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