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Torna il nostro Igor Zanchelli con un suo articolo “scientifico”.


La memoria degli Zombie? In medio stat virtus!

di Igor Zanchelli

 

Così come è controverso e feroce il dibattito tra zombie lenti e veloci che vede schierati appassionati dall’una o dall’altra parte, sfociando spesso in diatribe verbali abbastanza accese, citando questo o quell’autore; altrettanto forte e controverso è il dibattito che nasce dal fatto se gli zombie conservano o meno una qualche forma di memoria della loro vita precedente. Anche maestri indiscussi del genere zombie si sono tuffati in questo dibattito, spostandosi spesso nelle loro opere da una parte o dall’altra. Romero lo ha sottolineato, a titolo di mero esempio, in alcune scene dei propri film, dal famoso Bad allo zombie benzinaio dell’ultima fatica cinematografica.

Ma in effetti come stanno le cose? Chi ha ragione e chi torto? Oppure in medio stat virtus?

Poiché gli zombie, per quanto sfuggano all’umana comprensione, non potranno sfuggire del tutto alle leggi naturali, possiamo provare a rispondere facendo un tuffo nella scienza, in particolare nella virologia.

Un gruppo di ricerca che studia il virus del Nilo occidentale, ha recentemente scoperto che le sue infezioni possono portare ad un’effettiva perdita di memoria totale nei soggetti colpiti. La letteratura scientifica novella che questa infezione uccide semplicemente le cellule del cervello, i neuroni.

Bette K. De Masters, capo del dipartimento di neuropatologia CU Anschutz, e co-autore dello studio, rivela la vera causa di questo fenomeno raro ma distruttivo. “Quello che abbiamo scoperto nei topi, poi confermato negli esseri umani, è che ciò che causa la perdita di memoria nei soggetti infetti non è la morte delle cellule nervose, ma la perdita delle connessioni tra neuroni, cioè le sinapsi”. “L’infezione virale attiva le cellule microgliali che contribuiscono a combattere l’infezione, ma a loro volta finiscono per distruggere le sinapsi”, completa Kenneth Tyler, presidente del dipartimento di neurologia presso l’Università del Colorado School of Medicine.

Dalla ricerca sembra emergere che i pazienti affetti da tali infezioni virali encefaliche, più o meno gravi, vanno spesso a sviluppare irritabilità (in alcuni casi violenza), un calo della memoria, la perdita della capacità di pensiero e ragionamento.

Ma questi non sono simili ai sintomi dell’infetto del virus zombie?

Per quanto detto, possiamo supporre che la mancanza di sinapsi, distrutte nel tentativo di combattere l’infezione, sia la causa della perdita di memoria dei non-morti; viceversa, la presenza di un piccolo barlume di ricordo della vita precedente, sia la conseguenza di una non totale distruzione delle sinapsi. Ciò spiegherebbe e renderebbe credibili le figure di zombie, visti in alcuni film, mentre ritornavano alla propria casa, lavoro, oppure ripetevano gesti che in vita erano parte integrante della loro esistenza.

Appare chiaro che nessuna delle due correnti di pensiero sulla discussione della memoria degli zombie abbia ragione. Tuttavia per fugare ogni dubbio ed essere tranquilli ripetiamo quello che da sempre predichiamo: nel dubbio, se non respirano, sparate alla testa!”.

 

Per maggiori informazioni e chiarimenti si rimanda alla lettura dell’articolo originale disponibile online da Medical Xpress oppure leggere lo studio vero e proprio pubblicato dalla rivista scientifica Nature.


 

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