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Inizia l’estate e tornano le bancarelle in piazza, faccio il solito giro fino a quella dei libri usati e scovo una scatola piena di gialli. Tra questi ci sono varie copie di “Le inchieste del commissario Sanantonio della polizia di Parigi” edizioni Mondadori degli anni 70. Compro un paio di copie dai titoli interessanti “Nespole come se piovesse” e “I miei dispetti madama ghigliottina”.

Che dire, sono state una sonora scoperta, una vera sorpresa. Perché mai nessuno prima d’ora me le aveva consigliate? Bah vai a saperlo. Il primo è volato in un paio di giorni e ora me ne sto qua con il secondo libercolo datato 1972 rigorosamente tascabile, pagine polverose dal marcato odore di cantina, angoli smussati, per cui devi fare attenzione a non aprire il libro troppo vigorosamente per la paura che ti rimangano in mano brandelli di foglio..

La lettura scorre fluida, molto di più di quello che mi aspettassi; la narrazione può somigliare all’hard-boiled, però ha qualcosa in più. Cosa? lo stile unico dell’autore! che va dalla scelta delle parole, alla costruzione delle frasi impregnate di calembour, dei veri e propri giochi di parole che serpeggiano tra i costruttii con la velocità di un lampo e ne arricchiscono la lettura, Spesso mi ritrovo a rileggere interi capoversi proprio per lo stupore che mi hanno suscitato. E poi i doppi sensi e le trovate umoristiche che si alternano ai colpi di scena tipici del giallo con molta azione.

In buona sostanza “Le inchieste del commissario Sanantonio della polizia di Parigi” non sono da consigliare, ma va obbligata la loro lettura… Sono scritte sempre in prima persona come se fosse un’autobiografia, rigorosamente al presente e in modo veloce, diretto e a capofitto. Quanto vorrei saper scrivere come il “buon” Sanantonio.

Quindi vi consiglio di bazzicare come cani da tartufi le bancarelle dei libri usati: solitamente si trovano a 2 euro (prezzo di copertina originario: lire 400, ohmygod, l’inflazione…) oppure in promozione: 3 a 5 euro. Beh non badate a spese, comprate a scatola chiusa, anzi, fatevi tutto il cartone e non rimarrete scontenti, visto che di solito chi li vende li ha trovati impacchettati in qualche scantinato da liberare ed è ben felice di disfarsene in toto. Tra l’altro il bancarellaro è soprattutto ignaro del valore che vi dava chi li possedeva, e probabilmente li considerava delle vere e proprie collezioni rare da conservare ma anche da leggere e rileggere. Infatti le mie due copie sono state aperte un sacco di volte.

Giuro che non mi hanno pagato. Inoltre, ora che le ho scoperte, devo assolutamente trovarne altre.

Luca Pennati


 

 

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