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Premetto, per onestà intellettuale verso i lettori, che non ho mai visto un anime in vita mia prima di questo.

E che ho deciso di vedere questo per un unico motivo: Dracula. Appena sento questo nome, devo visionare qualsiasi cosa lo riguardi. Mi sono innamorata del personaggio a sei anni e da allora è venerazione piena e completa. Aumentata a dismisura quando ho finalmente ebbi le capacità intellettuali per comprendere in pieno “Dracula” di Bram Stoker.

E altrettanto ovviamente, non ho mai giocato a un gioco elettronico “moderno”, quelli per le console di adesso insomma. Quindi, non so niente neanche del gioco di Konami da cui l’anime è tratto.

A questo punto capirete quindi che “avventura” è stata per me vedere questo anime. Dopo un attimo di spaesamento dovuto alle evidenti difficoltà della visione di qualcosa così astruso alle mie abitudini televisive, Dracula, come al solito, ha fatto la sua solita magia su di me.

Mi sono ritrovata incantata da ciò che vedevo, dalla perfezione tecnica di disegni, colori, movimenti, doppiaggio (l’ho visto in lingua originale. In italiano non trovo tutti i doppiatori altrettanto azzeccati onestamente, specie quello di Dracula). Dalla storia così elaborata e nello stesso tempo resa in sole quattro puntate di circa venticinque minuti l’una.

Come sempre nella storia di Dracula la vera crudeltà è della Chiesa e della sua Inquisizione: bruciano sua moglie, umana, che ha imparato da lui le scienze mediche “moderne” e che le usava per curare il popolo. Ovviamente la Chiesa di allora ha visto in lei una strega e voilà, il rogo, mentre lui è assente.

Splendida la figura della moglie. Appare per poco tempo ma ha un impatto molto forte sullo spettatore: tiene testa a Dracula tranquillamente, lo “umanizza” con il suo amore e, sul rogo, lo prega addirittura di non essere crudele con chi l’ha uccisa per ignoranza. Una buona sintesi di ciò che Cristo, su cui si basa la fondazione della Chiesa che la sta bruciando, ha rappresentato per l’umanità. Il bene supremo contro l’oscurità dell’ignoranza e dell’egoismo. E, altrettanto ovviamente, una critica spietata a chi invece dovrebbe rappresentarlo sulla terra, ma che invece usa il suo nome per fare del male, e per potere e ricchezza.

Dracula torna e, proprio grazie a questo fatto, diviene il re delle tenebre in maniera definitiva. Si prende un anno di tempo e scatena un’armata di diavoli affamati sulla Valacchia, con l’ordine di uccidere tutti. Ancora una volta è la stessa Chiesa che dice di combattere il male originandolo in tutta la sua potenza.

E qui parte la tipica lotta del bene contro il male. Il primo è rappresentato da Trevor Belmont, appartenente a una famiglia di cacciatori di vampiri e mostri da generazioni, anche loro proprio per questo scomunicati dalla Chiesa, e da un manipolo di Oratori, studiosi di scienza e magia. Ma soprattutto, veramente decisi ad aiutare la popolazione contro i demoni, a costo di morire proprio per mano della stessa, aizzata contro di loro dalla Chiesa. Di questi la maga Syphia lo aiuterà nell’impresa.

E chi devono fermare i “buoni” prima delle orde dei diavoli di Dracula? Ma ovvio, la Chiesa, che scatena il popolo contro di loro, nella persona dell’Arcivescovo che ha bruciato la moglie di Dracula stesso. Sicuro di rappresentare Dio in Terra, l’Arcivescovo è convintissimo che uccidendo coloro che minacciano la sua autorità distruggerà il male in terra. E qui, vi assicuro, la scena dove viene clamorosamente smentito, è una delle migliori dell’anime.

Quindi i nostri eroi, con un Belmont all’inizio abbastanza deciso a starne fuori, ma irresistibilmente attratto dal suo dovere contro il male, decisi ad aiutare il popolo ignorante manovrato dalla Chiesa, cercano un Cavaliere Dormiente che, secondo una leggenda, ha il potere di fermare Dracula, con l’aiuto appunto di un Cavaliere e di un Apprendista.

E, una volta trovatolo, si conclude la prima stagione. La sorpresa di chi sia questo Cavaliere è molto bella e interessante. Fa presumere che ne vedremo veramente delle belle nella prossima stagione, già confermata da Netflix.

L’anime, dicevo, ha luci e colori incredibili. Disegni non banali ma molto fluidi, che rendono il movimento dei personaggi, specie nelle battaglie, molto reale. Una crudezza nel far vedere il male all’opera veramente coraggiosa. I diavoli scatenati da Dracula a un certo punto si vedono nettamente mangiare neonati e spargere sangue dappertutto, come effettivamente devono fare.

I personaggi sono ben tratteggiati senza “spiegoni”, che odio con tutto il cuore, ma attraverso i loro atti e le loro motivazioni. In poco tempo decidi chi ti piace e chi no.

Insomma una lieta sorpresa per me che mi sono approcciata per la prima volta a questo genere.

 

Antonella Cella
“jackson 1966”


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