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RECENSIONE THE WALKING DEAD S08E10

 

“The Walking Dead”, da serie meravigliosa come è sempre stata, quando deve… ti sorprende e ti lascia lì a guardare lo schermo sorpresa con una puntata post mortem di Carl completamente inaspettata.

Da grande fan della serie mi aspettavo, anche vedendo la Kang tra gli autori, una puntata riflessiva e psicologica, come sempre dopo una morte vitale nello show. Con i protagonisti che cercano di prendere atto della grave perdita con ritmi molto lenti e assonnati.

Ma, Gimple (lo showrunner della serie, promosso dall’anno prossimo a coordinatore generale della serie in ogni sua forma) decide di cambiare tattica e spiazzarci. Altro che riflessioni psicologiche, la puntata viene usata per fare avanzare, e di molto, la storyline dei vari personaggi coinvolti.

Enid e Aaron, vengono rilasciati dalle donne di Oceanside, che rifiutano di aggiungersi a Rick nella guerra contro Negan, ma Aaron manda Enid da Maggie e decide di restare per convincerle a cambiare idea. Finora sembrano quelli con la storyline più debole ma, visto come si sta mettendo la guerra con Negan, credo che ci stupirà e che avrà forti ripercussioni sul finale della guerra stessa.

Michonne e Rick, nel loro dolore immenso per la perdita di Carl, decidono di ritentare a parlare, per l’ultima volta con Jadis, per vedere di farla tornare sui suoi passi e convincerla ad allearsi con loro contro Negan. E nello stesso tempo, scoprono le lettere lasciate da Carl, anche a Negan. Decidendo di leggerle dopo per lasciare depositare un po’ il dolore della sua perdita, arrivano alla discarica di Enid e la trovano piena di Zombie pronti ad ucciderli.

La prima impressione che abbiamo è quella di una trappola per loro due, ma niente in questa puntata è come sembra ad un primo impatto.

Simon, parlando al walkie talkie con il suo capo Negan, dimostra una crudeltà ed una voglia di vendetta ben superiori al lucido utilizzo della violenza che Negan ritiene sia la giusta via per il controllo della nuova società postapocalisse.

Il personaggio di Negan dimostra ancora una volta una crudeltà sempre finalizzata a ciò che lui ritiene il bene della nuova società, per ottenere un ordine sociale sotto il suo dominio. Insomma è convinto di essere un dittatore benigno.

Non sto giustificando il suo comportamento sia chiaro, ma rispetto a quello di Simon, che vuole uccidere tutti per vendetta e per mera crudeltà, solo perché può farlo, dimostra una delle teorie di Carl, e cioè che in fondo una luce in lui si può trovare.

Sarà interessante vedere come lo svilupperanno nell’ottica della guerra con Rick.

E, tornando a Jadis ed agli Zombie alla discarica, scopriamo quindi che è stato Simon ad uccidere indiscriminatamente tutti per vendicarsi in qualche maniera dell’uccisione di Dean, peraltro avvenuta per mano di Henry, ragazzino del Regno di Ezekiel. Dimostrando appunto la sua crudeltà senza fini pratici, diciamo così.

E qui sarà interessante vedere la reazione di Negan al suo “secondo in comando” che disobbedisce ad un ordine diretto. Sappiamo benissimo che non ama questo tipo di disobbedienza. Oltre al fatto che per la prima volta si vede una crepa netta nel controllo della sua gente.

Ma anche Jadis, finalmente, trova il modo di farsi conoscere da Rick e da noi. Ci svela perché ama la discarica e ne ha fatto il suo regno postapocalisse. Un amore legato, ancora una volta nella serie, al suo passato prima dell’ecatombe.

Sembra che, alla fine, il loro passato preapocalisse non possa abbandonare i nostri protagonisti, anche se cercano in tutti i modi di scappare da esso, come Daryl ad esempio. Addirittura alcuni cercano di ricrearlo a modo loro nel nuovo mondo.

Si potrebbe pensare che per gli autori della serie il passato sia un vincolo che ci impedisca di avanzare nella nostra vita, che sia un’ancora che, in caso di stravolgimento della vita stessa, ci aiuti ad integrarci nella nuova realtà, senza perdere completamente il raziocinio.

In ogni caso non è qualcosa che possiamo prendere e cancellare senza farci i conti in un modo o nell’altro, dato che alla fine ci ha fatti diventare ciò che siamo, anche contro la nostra volontà.

Interessante anche notare come Rick, non accogliendo per niente le istanze del figlio fattegli prima di morire, decide di averne piene le scatole di Jadis e di abbandonarla al suo destino con gli Zombie dei suoi compagni.

Qui vediamo una delle scene più splatter di tutte le stagioni della serie. Ma gestita dal regista della puntata, David Boyd, in maniera esemplare e molto emotiva. Come del resto gestisce tutta la puntata. Una delle puntate più dark della serie.
Ed una delle più profonde nella sua apparente semplicità.

E nel finale, Negan e Rick si sentono in un walkie talkie, rubato da quest’ultimo ad uno dei Saviours morti. Rick gli legge la lettera di Carl e gli parla della sua morte. Dopo un attimo di smarrimento, dovuto al fatto che Carlo lo aveva colpito molto positivamente, Negan si accanisce contro Rick con parole dure e spietate che lo vogliono indurre a pensare di essere la causa principale della morte del figlio.

Tenuto conto che anche Negan, in qualche maniera, si sente responsabile per la morte della moglie all’inizio dell’apocalisse, anche se Rick non lo sa ancora, questo li lega in una maniera strana e contorta. E, ancora una volta, il confine tra buono e cattivo si fa sottile e molto confuso per noi spettatori.

Ma sicuramente per ora il sogno di Carl, di un mondo postguerra pacifico, anche con l’aiuto di Negan, è sempre più lontano. Mentre la guerra tra Rick e Negan diventa sempre più vicina e al suo culmine. Con tutte le variabili che Oceanside, Jadis e Simon possono rappresentare.
 

Antonella Cella
jackdon1966

 


 


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