cronache di capocchia

Nick & Matt Ballettieri

Da settimane nell’agenzia mortuaria dei miei più stretti amici non si batteva un chiodo. Nick e Matt Ballettieri avevano innegabilmente una faccia da funerale, il loro cellulare era esanime, la segreteria telefonica boccheggiava, i vivi vivevano, i defunti pure. Le casse da morto erano imballate da settimane nella cantina allestita a deposito, non si schiattava più.

Le gigantografiche pubblicità affisse nella città e nei paesi limitrofi che promettevano un funerale a duemilatrecento euro, compreso il maquillage e vestizione avevano prodotto un insperato effetto, buona salute e longevità per tutti. Neanche un’apocalisse avrebbe aiutato i due beccamorti. Ormai la loro vita lavorativa vacillava pericolosamente. L’inedia si impossessò di quei due mentecatti. Nick per riemergere da questo catatonico gap economico si trastullava on line alla ricerca di improbabili lavori che promettevano falsi guadagni mensili. Matt invece, il più pragmatico dei due fratelli, si sollazzava con la sua frenetica passione per il compiacimento, seppur effimero e passeggero, sessuale. Ore e ore di esaltanti atti sessuali fini a sé stessi, propedeutici al sogno di realizzare un epocale cambiamento finanziario, un porno-shop.

Matt completamente obnubilato dall’ennesima eiaculazione, urlò verso Nick:

 «Nick chiudiamo questa baracca! Hey Nick! Mi senti? Mi sono rotto le palle!».

Nick con un fare flemmatico da monaco benedettino rispose immediatamente:

 «Le tue palle sono prosciugate, come fai a mantenere questo ritmo da indemoniato? È mai possibile che debba trovarti sempre con il cazzo duro e con innumerevoli giovinette pronte a cadere ai tuoi piedi? Non è forse vero che potresti adoperarti diversamente per risollevare le sorti della nostra attività? Per quanto tempo ancora abuserai della mia pazienza?»

«E non solo della tua! Adoperarmi diversamente? Sì certo, mi sto aprendo a tante possibilità: cunnilingus, bukkake, cosplay, strapon…»

«Ma che cazzo dici Matt, sei fuori di testa!!!»

«Ascolta Nick, qui il fatto è serio, il nostro conto in banca è in rosso, stiamo splafonando, siamo sotto di diecimila euro, io sono stanco di arrancare, dobbiamo chiudere l’attività»

«Matt, agire e patire! Questa è l’essenza della vita!»

«Nick, i tuoi studi non hanno portato ad un cazzo, la tua tesi di laurea sul non-detto di Heidegger, i tuoi esagerati studi filosofici su Platone e sul quel noioso argomento del mito della caverna… Le uniche spelonche che ci possono arricchire sono i buchi anatomici… qui sì che cambiamo vita, diamoci al porno Nick, senti a me».

Squillò il telefono in quel preciso istante. Nick immaginò che potesse essere un cliente. Matt ormai incredulo ed indispettito corse al telefono, ero io:

«Pronto Matt sono Nicola, ho urgente bisogno di…»

Fui investito da una sonora pernacchia seguita da una disgustosa risata ammiccante.

«Piccioncino dimmi pure, il tuo numero è memorizzato in rubrica. A proposito, una certa Ida, capito chi? Quella del pied-à-terre. Ti cerca da giorni, sembra spazientita, le ho lasciato il tuo numero di cellulare, in caso dovesse chiavarti, ops chiamarti».

Seguì una miserevole risata.

«Matt lasciamo perdere i convenevoli, ho bisogno che mi raggiungiate con urgenza al paese dei miei perché rischio il gabbione altroché pianterreno»

«Nicola hai messo le mani in qualche piccante marmellata? Mi dispiace comunicarti che non abbiamo l’auto, la Ds Break è ferma da giorni al carrozziere. Nicola abbiamo deciso di cambiare attività, sai stavamo navigando in cattive acque, l’IVA, le tasse, la gerontocrazia. A proposito sono arrivate alcune raccomandate dall’amministrazione comunale, le ho aperte, ebbene pare che da oggi debba chiamarti Dottor Capoccia, si parla di errori anagrafici, cambiamenti, drastici direi, carta d’identità, conto in banca, passaporto e INPS».

Matt appoggiò la cornetta del telefono e si voltò verso suo fratello e disse:

«Non possiamo lasciarlo nella merda, è l’unica entrata di soldi che abbiamo, duecentocinquanta euro al mese ti fanno schifo. Che ne pensi? La tua atavica valutazione filosofica che dice?»

Nick si toccò un ciuffo dei capelli, spingendoli all’indietro e argomentò il suo pensiero con una chicca di saggezza:

«Il denaro è come l’aria. Finché c’è non te n’accorgi, partiamo ora!» Matt ammiccò con soddisfazione.

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*Nicola Capocchia è giornalista della Gazzetta del Popolo, redattore del magazine ilovezombie.it

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