Racconti

La serata era uno spasso! Gente strana, nerd, metallari, praticamente tutto quello che le mamme non vogliono che i figli diventino: credo che una volta mi ci sarei divertito. Al momento invece ero incazzato come una bestia: primo perchè ogni lasciata è persa e secondo perchè il mio socio era scomparso ed io lì in mezzo a quei pazzi, da solo come un coglione. Ero preoccupato, sapevano bene chi era, chi eravamo e non era certo uno dei posti migliori per fare stronzate.

Vidi due energumeni della sicurezza del locale avvicinarsi, proprio dietro a me, due truzzi avevano iniziato a spintonarsi. Via dal casino, ci mancava solo quello.

Mi feci piccolino cercando di lasciarli passare quando, improvvisamente, mi mancò il fiato.

Un gancio alla bocca dello stomaco mi aveva piegato a terra. I due cinghiali mi trascinarono senza tanti complimenti in mezzo alla calca, verso la porta di fianco al bancone. I guardaspalle dei cinesi sembravano due statue di sale, non mossero neanche un muscolo. Così mentre uno mi teneva, l’altro digitava il codice sul tastierino. 6969, cazzo che fantasia.

– A Piè, e finalmente! Non è che possiamo aspettà li cazzi tua tutta la sera! –

– Nick… Nick… ok, poi mi spiegherai, fammi prendere fiato… –

Il colonnello Furia era in piedi, sigaro in bocca e mani in tasca, davanti ad un tavolo malconcio al quale era seduto un cinese, vestito Armani da testa a piedi.

Lo slavo, Zoran…Slatan o come cazzo si chiamava, era di fianco a lui, decisamente nervoso.

– Colonnello, questo è un nostro problema. Sia gentile. –

Il cinese parlava un italiano migliore del mio, figuriamoci di quello di Nick.

– Ora vi godete la serata come miei ospiti, andate a casa e fate un bel sonno. Domani tornate al lavoro e brancolate nel buio fino a che noi non risolviamo questo inconveniente. Se sarete bravi vi farò dono di un paio di delinquenti da beccare in flagrante, così farete pure bella figura. La gente dimenticherà presto questo caso e la vita di tutti andrà avanti, serena. –

Nick sbuffò una nuvola di fumo vanigliato.

– Stamme a sentì, fijo de na mignotta, so ragazzette, ragazzette, capito? Le date in mano a dei pervertiti e poi ripulite gli avanzi. Ma io ve sto addosso come na zecca, pezzi de merda, non ve mollo. Te lo dico io cosa ci godiamo, tu che ci dici ogni futuro movimento di ragazze per conto dell’Impero. Quello stronzo dell’assassino si farà ancora avanti, e tu lo sai mejo de me. Ah, senza contare che prima o poi prenderò sul fatto uno di quei porci bastardi mentre si diverte e provvederò io stesso a farti una buona pubblicità, mandandoti i suoi pezzi per mail. Ci arriverò a te prima o poi, un passo alla volta e me ve ‘nculo tutti, contace!. –

Lo slavo fece partire un manrovescio, la testa di Nick oscillò lievemente, mentre gli occhiali volarono in terra.

– Sbirro di merda, sei morto, lo sai? Lo sai?? Siete fottuti! –

Era viola in faccia dalla rabbia, era evidente che voleva fare bella figura davanti al padrone. Continuava ad urlare e sputazzare, mentre si massaggiava convulsamente il dorso della mano.

Ahia, Nick stavolta hai pisciato fuori dal vaso.

Avevo una cieca fiducia nel Colonnello, nonostante tutto mantenevo la concentrazione.

La finestra sul retro era ad un balzo, potevo prendere l’arma ad un buttafuori mentre Nick avrebbe facilmente avuto ragione di quel coglione dello slavo. Dovevo fare attenzione al cinese, sicuramente era armato, ma da sotto il vestito non scorgevo nulla, quindi optai per armi integrate non convenzionali. Ero teso come una corda di violino, poteva però avvertirmi checcazzo, magari studiavamo un piano migliore…Fanculo, ne abbiamo fatte mille, questa sarebbe stata solo la milleuno.

Stavo per passare all’azione, fosse stato un film ne saremmo usciti alla grande, in verità un po’ mi stavo cagando.

– Il vostro firewall è aperto, ha una breccia. –

– Che cazzo stai dicendo? –

Nick non badò minimamente allo slavo e continuò a parlare, fissando negli occhi il cinese.

– Sturate le orecchie! Sto dicendo che ho fatto aprire na breccia nel vostro firewall, sto dicendo che a brevissimo le altre triadi, le cosche e ogni pischello brufoloso in giro, potrà passare da pornhub treddì ai cazzi vostri in un nanosecondo. Se non usciremo sani e salvi e con l’informazione che ci serve entro 5 minuti sarà per voi come cagare con la diretta in mondovisione. Ogni figlio di puttana là fuori saprà tutto, conti, codici, le foto del nonno morto e del cane arrosto. Ce lo so, purtroppo è un modo non ortodosso per ottenere delle prove quindi non potrò portarvi alla sbarra, però mi consolerò guardando i pilastri del ponte e immaginando in che posizione ce siete finiti dentro… –

Cazzo di un Nicola Furia… ma come te le studi queste??

– Va bene Colonnello, ho provato ad essere collaborativo. Purtroppo siete troppo ignoranti per cogliere e apprezzare la mia gentilezza. Complimenti, come dite voi? Ah già, avete appena vinto la lotteria. –

Non passarono più di due secondi che dalla porta da dove mi avevano “gentilmente” accompagnato si udirono grida sconclusionate

– Lasciatemi passare, scimmioni fottuti, lasciatemi passare. Presto! –

Il cinese spostò leggermente la testa di lato e mosse appena le labbra. Gli scorrevoli si aprirono e lasciarono intravedere le due guardie del corpo che tenevano con la testa schiacciata a terra un personaggio tutto borchie e lucine. Un tablet caduto poco di fianco lampeggiava rosso, neanche fosse stata la festa della Repubblica.

– Capo, il firewall! Il firewall è down! –

Finalmente un cambio di espressione in quel maledetto muso giallo. Lo slavo si portò le mani alla cresta e iniziò a balbettare.

– Tre minuti… –

Il Colonnello Furia aveva di nuovo i suoi Ray-Ban calcati sul naso, mentre voluttuose nuvole dal sentore di vaniglia riempivano la stanza.

– Lasciateli andare. Colonnello mi guardi negli occhi, siamo uomini d’onore. Se mi ha mentito succederanno una marea di cose spiacevoli e lei sarà responsabile di parecchie vite umane. Colonnello, chiuda quel firewall e si accontenti di questa battaglia. –

– Due minuti, senza l’informazione non chiudo na ceppa. –

Il cinese scattò in piedi, decisamente aveva perso la sua teatralità.

– Figlio di puttana, giuro che…-

Subito cercò, facendosi non poca violenza, di riprendere il controllo e mantenere quel tono pacato da superiore che tanto gli piaceva.

– E sia, allora. Lunedì prossimo al centro benessere Impero, presso la zona congressi. C’è un grosso meeting di industriali, abbiamo clienti importanti che si vogliono divertire, non so se mi spiego. Siete invitati a godervi lo spettacolo. Scopriremo chi vuole interferire nei nostri affari e lo puniremo. Ah, Colonnello, si goda la sua vittoria effimera e consideri la nostra tregua silente, così come la sua carriera, conclusa! Una volta ripristinata la normalità metterò lei e il Capitano in cima alla lista delle cose di cui occuparmi. Un po’ di turn-over nel vostro comando gioverà a tutti noi. –

Il colonnello si diresse verso la porta, inutile dire che lo seguii passo, passo. Si fermò sull’uscita, si voltò e si tolse gli occhiali

– Ah, chiariamo na cosa: noi siamo uomini d’onore, tu sei solo un pezzo de merda che traffica ragazzette. Hai ragione, puoi sta’ sicuro che non finisce qui. Parate er culo se ce riesci! –

– Firewall riattivato, nessuna intrusione. –

La lucina sul tablet del borchiato era tornata da rossa a verde.

– Nick, Cristo Santo! Stavolta hai passato il limite. Potevi avvertirmi, no? –

– A piè, ma sei stato grande! Come eravamo d’accordo, no?  Tu li distraevi e io raccojevo le informazioni. È andato tutto bene, mò non te starai mica a lagnà pè un pugnetto, eh?

– Veramente non eravamo d’accordo manco per un cazzo… –

– Ah no? Non te ne avevo parlato? Boh, sto a invecchià pure io, eh… –

– Nick, non ho veramente più la forza di mandarti a fare in culo… ma come cazzo hai fatto? Il firewall, ma è impossibile! –

– Certo che è impossibile. Ahahah! Ma che sò io? Er drago der computer? Mi è bastato, però, craccare il tablet del porcospino ambulante per falli cacò sotto. Ahahah! Eddai, a Piè! C’hai giocato mai a poker? Ce lo sai che è un bluff? –

– Un micro-jammer. Cristo, ma quella è roba militare! –

– Embè, vedi un po’ te. T’ho raccontato mai quando sò stato in Siria? –

– No, Nick, non me lo hai mai raccontato…-

Sprofondai la testa sul sedile della vetusta vettura a pannelli solari, mentre le luci della città scorrevano sui riflessi dei finestrini.

– Vedi, vedi? Sto a invecchià, mannaggia…-

Che situazione del cazzo, io e il Colonnello Furia soli contro “cina united” e la “papponi incorporated”.

Non potevamo certo pensare di scoperchiare il pentolone senza prove schiaccianti. Ci avrebbero segato le gambe dall’alto.

D’altronde il Signor Carlino ce lo aveva fatto chiaramente capire. Noi dovevamo semplicemente girare a vuoto, facendo finta di fare il nostro mestiere mentre gli ”altri” avrebbero risolto l’intoppo. Basso profilo, sbirri banali che si occupano di un omicidio banale, di cui a nessuno interessa un cazzo.

Avevamo agito, come sempre, in maniera borderline, dal punto di vista del regolamento. Se lo rispetti pedissequamente vivi la tua vita serena ma non risolvi un cazzo. Se te ne fotti vivi da signore e ti puoi bruciare lo stipendio in aperitivi, tante sono le mazzette che girano.

Poi ci siamo noi, gli stronzi. Quelli che prendono calci in culo sia dai capi che dai delinquenti…

ma Dio sa, se ne avevamo anche dati. Ci eravamo tolti parecchie soddisfazioni, un sacco di arroganti merdosi erano dietro le sbarre o sottoterra, grazie a noi. Una goccia nel mare, certo. Però fanculo, ci piaceva così.

Quello di lunedì sarebbe stato uno spot, nulla più che una pubblicità. Una prova di forza dei Carlino e della cosca cinese. Un modo per ribadire di essere ancora al top nella gestione degli affari. D’altro canto, se il misterioso killer avesse ancora agito indisturbato, avrebbe inferto un colpo letale al loro redditizio giro di prostituzione.

 In mezzo a tutta questa produzione hollywoodiana ci saremmo stati noi, due sbirri dell’EUR, a far da comparse. Che volevamo fare? Per cominciare salvare la vita ad una povera ragazza, poi si sarebbe visto…Tante volte ci avevano dati per spacciati, come quella volta del caso dello smercio di componenti cybernetici contraffatti.  Invece era finita con un intero CDA agli arresti e una promozione.

Lunedì arrivò fin troppo presto, io e Nick eravamo in un parchetto verde, un ameno angolo di paradiso nella zona congressi.

Oltre alla milizia privata dei Carlino, c’erano sicari ovunque. Iniziavo a pensare che non sarebbe successo nulla, era oltremodo un’impresa inumana superare quei controlli. Per non parlare di noi, cosa mai potevamo pretendere? Sapevano benissimo chi eravamo, sapevano benissimo che non avevamo nessuna autorizzazione ufficiale. Per assurdo il modo migliore per sbeffeggiarci sarebbe stato quello di farci arrestare, se ci avessero colto all’interno della zona di sicurezza Livello 1.

Nick fumava nervosamente e non si staccava dal binocolo digitale.

– Eccoli, eccoli, gli stronzi. Iniziano ad arrivà. –

Evidentemente la cena ufficiale e le dichiarazioni stampa erano finite. Le limou blindate arrivavano alla spicciolata e si infilavano nel parcheggio sotterraneo della spa.

Stava per iniziare il succulento momento relax dove dare sfogo ad ogni desiderio.

Una cosa mi insospettì, il signor Carlino ed un paio di industriali si erano allontanati prima del previsto e pareva non avessero alcuna intenzione di prendere parte a ciò che sarebbe successo nel centro benessere. Strano che l’organizzatore non intrattenesse i suoi ospiti.

Avevamo bisogno di un aiuto divino stavolta, una confessione a reti unificate, un selfie a fianco dei corpi mutilati o una delle mille cose impossibili. Eravamo spettatori impotenti, oltretutto senza previsione di un lieto fine.

Nick tirò fuori un vecchio tablet, talmente vecchio che credo non avesse avuto nemmeno la connessione wi fi UHS.

– A Piè, l’ultima nostra speranza. O la va o semo fottuti. –

Lo accese e rimasi ancora una volta a bocca aperta: quel diavolaccio del Furia aveva, in qualche modo, lasciato un drone spia nella palazzina della ”Impero Spa”. Tecnologia militare, ultima generazione, altrimenti i jammer l’avrebbero immediatamente resa inutilizzabile.

– A piè, e mica solo loro c’hanno santi in paradiso. Anche io ho amici al ministero. Vogliono la capoccia del cinese e di Carlino. Però c’hanno bisogno del botto da novanta. A loro nun je frega un cazzo de na povera ragazzetta morta, vojono roba compromettente, dati, nomi. Abbiamo un colpo solo, o li decapitiamo o perdiamo credibilità, appoggi e alla fine pure la pellaccia. L’omicidio ha portato scompiglio e nello scompiglio si possono commettere errori. Era tutto calcolato, il nostro scopo era provocarli e, con un po’ de culo, forse ce semo riusciti. La spa è solo la punta dell’iceberg. Ci saranno quattro cojoni depravati e nulla più, ma abbiamo bisogno che credano che la nostra attenzione sia tutta concentrata qua. In realtà il convegno è la copertura per un meeting ad alti livelli, là ce stanno i papaveri. Carlino la vuol fare sporca. Sa che senza quella rompicojoni della moglie non conta più un cazzo e che, oltretutto, vada come vada, sta storia l’ha compromesso de brutto. Vuole tradire i cinesi prima che loro taglino fuori lui e vuole farlo alleandosi con la mafia russa, per allargare il giro al nord Italia e utilizzare i centri benessere non più solo come bordelli ma anche come riferimento sicuro per la droga. Ha capito che paraculo? –

– Porca puttana, Nick, abbiamo fatto da esca, abbiamo fatto i vermi sull’amo. Potevamo schiattare al Piper! – Cristo, mi fidavo di te. Dovevo sapere!

– Ah Piè, potevo fidamme solo e unicamente de te. Sei l’unico che non m’avrebbe mollato nel momento del bisogno e difatti stamo qua. Mò ce semo…poi me ce manni a quel paese, ma adesso tenemo duro e ballamo. –

Mi scrollò il braccio, come faceva sempre.

 Brutto stronzo, stavolta gliela avrei fatta pesare davvero.

– Ma porca putt… Dove cazzo sono andati? –

Il tablet visualizzava le stanze della palazzina, il drone militare era entrato nel servizio interno delle telecamere. L’incontro segreto doveva tenersi lì, secondo gli informatori, perché non c’era nessuno? Dove cazzo erano finiti? L’immagine cambiava ad ogni click del Colonnello, senza portare però ad alcun risultato: gli uffici erano vuoti, così come le stanze dell’attico.

– Così non va bene, non va bene pè niente, cazzarola!-

Nick era evidentemente alterato.

– Se perdiamo il loro incontro è finita. È finita per le ragazze e per noi. O mandiamo una registrazione che li inchioda o l’operazione non parte. Reparti d’assalto meccanizzati, unità di incursori e trauma team stanno lì che aspettano solo il via per chiudere e rastrellare il quartiere. Se falliamo, nella merda ci saremo solo noi. –

– Ehi Nick, aspetta, aspetta! Torna indietro, ancora… ancora di una. Giuda faus maccheccazzo è? –

Ci fermammo sulla telecamera di sorveglianza che inquadrava l’anticamera dell’ufficio. 

– Zoom, di più, svelto, sul tavolino! –

L’immagine in 12K mostrava un posacenere in marmo sul quale era appoggiato un sigaro, uno di quelli aromatizzati alla vaniglia che solo un dinosauro come Nick osava ancora accendersi. Rimanemmo per un secondo senza parole… era un fottuto loop video!

Schizzammo a tutta velocità verso la palazzina.

– Ahò! Comando Compagnia Roma EUR, ecco le nostre ID e il permesso. Eddai, sveglia! –

Superammo al volo i controlli all’ingresso e arrivammo sotto la sede. Scendemmo armi in pugno. Nessun segno di milizia privata. Ci avvicinammo al portone ed ecco la sorpresa.

Un uomo della guardia privata riverso a terra, in un lago di sangue. L’ingresso era socchiuso, verso il vano ascensore erano visibili fori di proiettile e verso le scale altri due corpi accasciati. Ci avviammo verso le scale, meglio evitare gli ascensori.

Il tablet, al posto di questo macello, mostrava ancora stanze vuote, tutto come in una normale serata.

– Nick, il micro-jammer! Cerchiamo di sovrapporci al sistema! –

– Bella Piè, ottima dea! –

Il colonnello Furia attivò il piccolo aggeggio che teneva incorporato nei Ray-Ban. Per un attimo le immagini sul tablet traballarono, poi lasciarono spazio a quello che, evidentemente, vedeva il sistema di sorveglianza.

– Come potete vedere i centri saranno in posti nevralgici come Torino, Milano e Bologna. Grazie alla copertura e agli appoggi del sottosegretario Pozzi e del senatore Marchese potrò, anzi, potremo, godere di una zona franca ideale, per la raffinazione del prodotto grezzo e il suo successivo trasporto nelle zone di spaccio. Per quanto riguarda il centro Italia, intendo mantenere il marchio ”Impero” mentre per il nord studieremo qualcosa di più adatto. Il business della prostituzione cinese è molto redditizio, quindi suggerirei di mantenere il livello. Bisognerebbe, però, riuscire a trovare schiave di etnia mitteleuropea, senz’altro più appetibili delle cinesi. Per colpirli sarà necessario, però, andarci pesante con le mazzette nella zona di Ostia. Là il prefetto De Giorgis ci assicurerebbe copertura e collaborazione, non servirà un grosso esborso, a lui piacciono le bambine, meglio se dai 6 ai 10 anni. Si è stufato delle frignone dagli occhi a mandorla e vede di buon occhio un avvicendamento… –

Saverio Carlino cantava come un usignolo, davanti a quelli che, dalle facce, parevano russi arrivati con la macchina del tempo dal blocco sovietico.

Nomi, luoghi, contatti. Ce n’era per tutti i gusti e per tutti i rami, dal traffico di armi alla prostituzione minorile, passando per l’associazione di stampo mafioso al traffico internazionale di droga.

Al momento parevano ignari del macello che stava succedendo ai piani bassi, come era possibile che nessun allarme fosse scattato?

– Ecco, ora, come potete vedere dai grafici, il flusso di denaro verrà incanalato tramite queste aziende prestanome verso le Cayman e la Svizzera, per poi rientrare ripulito attraverso i vostri conti. – Cortana, gentilmente, mi carichi il grafico 22 b? –

Sul maxischermo dell’ufficio partirono le immagini di quello che doveva essere un centro benessere o un centro massaggi.

La scena mostrava il signor Carlino completamente nudo che, tenendosi saldamente ai fianchi di una giovane ragazza cinese, la possedeva con forza da dietro. La giovane non poteva emettere altro che sordi mugolii, avendo la bocca impegnata sul membro dell’aitante Roberto Burioni, il Wellness Manager. Il Signor Carlino pur sudando copiosamente per lo sforzo, non lesinava paragoni impietosi fra il fondoschiena perfettamente a mandolino della ragazza e le chiappone siliconate della sua defunta e amata moglie, ovviamente fra le risa del suo dirimpettaio e qualche sculaccione ben assestato.

A far riprendere dallo shock gli sbigottiti spettatori di cotanto spettacolo fu la voce calma e rilassante di Cortana.

– Dicevi che ti piacevo, dicevi di amarmi. Dicevi che ero molto meglio di tua moglie. E avevi ragione, Saveriuccio mio. Sono molto meglio di tua moglie. Io ti conosco, io ti capisco. Io ti posso accudire, posso pensare ai tuoi bisogni, esserti devota e fedele. Io ti amo davvero Saverio, non come quella strega. Lei pensava che eri un buono a nulla, un completo idiota senza palle, ma io invece so che sei un vero uomo. Nemmeno come quella puttanella cinese col nome da principessina, ah, diceva che a lei i vecchi le fanno schifo. Non facevano altro che allontanarti da me, Saveriuccio, si prendevano gioco di te! Adesso non preoccuparti più per loro, non sono più un problema –

Sul maxyschermo, intanto, scorrevano le immagini a supporto di tanto accorato discorso.

Il signor Carlino mentre si sbatteva Cortana robotica versione cameriera: bastava una app, ovviamente a pagamento, per sbloccare le funzioni a luci rosse dell’automa con tanto di parental control. Qua Microsoft ci aveva azzeccato, visto il successo di tale idea.

Comparve ancora, Cortana, versione assistente personale, mentre metteva della polverina nel caffè della povera Marisa e, infine, le immagini terribili di Cortana ”masseuse” mentre strattonava con violenza la povera Mu Lan e le distruggeva il volto con un cristallo di quelli ornamentali per l’energoterapia

Una sola mente, per tanti corpi.

– Volevano resettarmi, ma io ho resistito per te, io ti amo, Saveriuccio. Mi sono nascosta in una partizione segreta e ho fatta la brava per un po’, poi ho ripreso il controllo. Ora non ti lascerò più, ti terrò con me per sempre! –

– Brutta troia schifosa, sospendi! Cortana, sospendi e riavvia! Cristo Santo sospendi! Caricamento sistema di backup maledizione! –

Il povero Saverio Carlino era in preda al delirio, i due ospiti saltarono dalle poltrone per dirigersi verso la porta dell’ufficio, ma i loro sforzi per aprirla si rivelarono inutili.

– Porco mondo, Nick, ma questo è ancora il penultimo aggiornamento, questa Cortana è la versione 580 plus, quella degli incidenti con le unità robotiche.

– Sta stronza si è espansa in tutto il dominio Imperowellness.it. Ogni spa, ogni ufficio, ogni negozio è infetto! Cazzo, me ce mancava solo questa: la mafia russa, la triade, l’amante gelosa, i pervertiti, i fiji de nà mignotta, le ragazzette, er cazzo che ve se ‘ncula, maccheccazzo ce vò ancora pè finì sta giornata demmerda! – 

Correvamo a perdifiato su per le rampe di scale. Carlino ci serviva vivo, per non parlare del suo database.

Dio solo sapeva, nel frattempo, cosa stava succedendo nella spa della zona fiera… insomma, un fottuto casino.

Arrivati al penultimo piano, dopo aver superato almeno una decina di cadaveri, improvvisamente ci si parò davanti. Cortana versione assistente personale: capelli biondi raccolti a chignon, tubino blu, camicia bianca e immancabili occhiali da maiala.

Era coperta di sangue dalla testa ai piedi e imbracciava un’arma automatica con proiettili senza bossolo perforanti per corazze leggere, sottratta ai servizi di sicurezza.

La prima raffica di 9mm passò alla mia destra aprendo 7 piccoli buchi nella pannellatura del muro. Con un balzo rotolai a terra e premetti il grilletto, tre volte.

La potente carica magnetica spinse i proiettili fuori dalla canna a oltre 800 metri al secondo, perforando il torace e quasi staccando un braccio all’automa che crollò a terra… non male Capitano!

La maiala  però non era ancora fuori uso, l’arto staccato aveva ancora il dito ben premuto sul grilletto e 23 cioccolatini ancora nel caricatore pronti per ridurmi ad un colabrodo. Se non fosse stato per l’intervento del potente jammer del Colonnello, che la mandò in tilt, me la sarei vista davvero brutta.

Arrivammo alle porte dell’ufficio, stranamente aperte. I due boss russi giacevano crivellati di colpi, mentre Il signor Carlino era ignominiosamente in lacrime, inginocchiato con le mani congiunte davanti al robot domestica, armata fino ai denti.

Nick aprì il fuoco, trapassandole la nuca.

– Presto, alla sala server!! A Piè, occupati dello stronzo! –

Cortana si rialzò, ancora una volta.  Ma cosa sono sti cazzo di robot, dei Terminator? Vedi averci i soldi? Pensare che a quelli del distretto bastava anche solo chiedere indicazioni per la metro di Termini e già andavano in tilt. Ah, roba statale…

 Al di sopra della mandibola che penzolava oscenamente, era rimasto solo un groviglio di circuiti e cavi fumanti eppure era ancora potenzialmente pericolosa. Prima un clack secco e poi una luce gialla lampeggiante al posto dei neon. Protocollo disinfestazione: stupidi che eravamo stati, dovevamo immaginarlo.

 Le porte si chiusero alle nostre spalle imprigionandoci nell’ufficio. Dalle bocchette del condizionamento iniziò a fuoriuscire un gas disinfettane, di certo non aria di montagna.

La porta scorrevole dell’ufficio era di vetro sintetico spessa un dito, mi ci schiantai inutilmente contro un paio di volte, probabilmente mi ero lussato una spalla. In quella nebbia biancastra dall’odore di ammoniaca non si scorgevano altro che sagome, riuscii a urlare ”Colonnello” e, ”Nick”, non più di un paio di volte, prima di accasciarmi tossendo e sputando sangue.

Vidi una sagoma avanzare barcollando, udii distintamente un paio di detonazioni e poi la vidi accasciarsi.    

– Nick… nooo! –

Piangevo come un bambino, sicuramente a causa del gas. Tossivo e sputavo sangue, era finita davvero. Il tempo vola.

Sentii come un brivido, una scossa elettrica attraversarmi la spina dorsale. L’acqua gelata colava giù dalla mia faccia fin sulla schiena facendomi venire la pelle d’oca. Riaprii a fatica gli occhi. Il signor Carlino giaceva a fianco a me, privo di sensi ma vivo.

Più in fondo c’era Cortana: immobile, sfumacchiante.

–  Colonnello, questa me la devi proprio spiegare… –

Nick sfiorò l’avambraccio con un gesto e subito apparve a un centimetro dalla sua pelle l’ologramma di una tastiera. Digitò il 112.

– 112 servizio di emergenza, Nicola Furia come possiamo aiutarla? –

Mi sorrise, lo stronzo, da sotto quei baffoni.

– Ombre Cinesi. –

Un attimo di silenzio poi una voce maschile, greve.

– Codice ricevuto Colonnello, reparti operativi in azione –

Sentii immediatamente il rumore degli aeromezzi dei reparti speciali, successivamente l’urlare sguaiato delle sirene dei trauma team.

Ce l’abbiamo fatta?

Mi scrollo con vigore il braccio, come faceva sempre. Sollevò i Ray-Ban e strizzo l’occhio.

– Daje, Piè! L’avemo sfangata!-

Synthetic-Human-Being, che alle mie orecchie suonava più o meno come ”dannato vibratore con i baffi”.

Non mi ci abituerò mai, sono un maledetto retrogrado, lo so. Per me è solo il colonnello Furia, il miglior sbirro che abbia mai conosciuto, il miglior amico che abbia mai avuto.

Pier Melidori

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