non solo Zombie

di Igor Zanchelli


 

10888834_10204295068590897_2865833196502621788_nIl giorno seguente, dopo aver compiuto i suoi soliti rituali mattutini, Squeglia arrivando in ufficio, trovò sulla sua scrivania, tutte le relazioni che aveva richiesto. Chiamò Marchese.

“Hanno fatto in fretta, questa volta, a mandare i rapporti!”

“Infatti ispettore, mi sono meravigliato anche io. Sembra che vogliono levarsi dalle mani questa storia, il più presto possibile”, rispose Marchese.

“Va bene. Senti il rapporto del medico legale quando arriva?”

“Ho sentito l’obitorio, dicono che tra un paio d’ore al massimo, lo mandano”.

“Anche loro così in fretta? … Ummmmm”.

“Sentite Ispettore, ho sentito gli amici e i colleghi di La Porta. Questo era veramente un bravo caruso; non litigava con nessuno, quando poteva aiutava tutti; non aveva vizi, non aveva debiti. Viveva una vita modesta ma dignitosa; faceva pure il volontario in una caso di riposo. Insomma veramente un bravo cristiano”.

“Ma?”

“Ma niente ispetto … anche dal registro chiamate sul cellulare risulta che chiamava solo la moglie e i figli, e qualche volta, il lavoro. Anzi se cortesemente mi firma la richiesta per i tabulati telefonici”.

Squeglia non disse niente. Una morte veramente assurda, pensò. Che fosse stato uno scambio di persona? Forse La Porta era stato vittima di qualche pazzo?

Si mise a sfogliare la relazione preliminare della sezione ERT. Voleva capire se tra gli effetti personale di La Porta risultava esserci il portafogli e soldi almeno poteva escludere quanto meno una rapina. Che tipo di indizi sono state trovate sul luogo del delitto; risultavano tracce di persone o di animali? Erano state trovate tracce di sangue o di altro materiale biologico sul luogo del delitto?

Mille domande nascevano nella mente dell’investigatore.

Congedò Marchese, chiedendogli di fare qualche altro accertamento, e si mise a leggere i rapporti che erano sulla scrivania.

Due ore dopo, arrivò, stranamente puntuale, il referto dell’esame autoptico. Lo lesse, con curiosità ed apprensione; sperava, ripensando alle condizioni del cadavere, che il poveraccio fosse morto subito, e le atrocità viste, fossero state inferte post-mortem.

Alla fine della lettura, chiamò il suo collaboratore.

“Marchese fammi un’altra verifica, per favore”.

“Dica Ispettò”.

“Accertati se nel raggio, diciamo, di 10/15 km dal luogo del ritrovamento, in questi giorni, c’era o c’è un circo”.

“Un circo?”

“Si un circo! Se lo trovi chiamali e informati se è scappato qualche animale”.

“Circo? Animale? Ma Ispettò, vi sentite bene?”

“Marche … ma semb a rombor o cazz stai? Toh leggi, accussì nu mi scassi la vuallera!” disse Squeglia porgendo al sovrintendente il rapporto del medico legale.

Passata qualche ora, Marchese, ripresentandosi dall’Ispettore, disse:

“Senta ispettore, niente circhi. Mi sono permesso, anche, di fare qualche chiamata ai parchi faunistici della zona. Nessun animale manca all’appello!”

“Grazie. Sei nu abbuffa vuallera, ma sai lavorare bene. Bel lavoro”.

“Siete carico oggi ispetto … comunque grazie del complimento. Ma posso dire la mia?”

“Ecc o’ sapev. Basta che ti do un dito e tu ti prendi tutta la mano! … Sentiamo avanti”.

“Beh … si insomma … se quello che è scritto nel rapporto è corretto, mi sembra che qua dobbiamo cercare un licantropo altro che un animale” disse ridendo.

“Come scusa?”

“No niente era una battuta. Niente di che”.

“No no … che è ritt?”

“Si dobbiamo cercare un lupo mannaro. Nei film di horror, solo i licantropi sono così grossi, e possono fare i danni evidenziati dal medico legale”, rispose ridendo e mimando con le mani ad uncino all’altezza del petto un grosso lupo mannaro Marchese.

“No” disse Squeglia portandosi le due mani alla faccia, “la colpa è mia, che non ti mando a fare le psico-tecniche. E ti sto pure a sentire. Marche ma vaff…”.

Il sovrintendente uscì dall’ufficio mortificato. Squeglia, si sentì in colpa, per come aveva trattato il suo amico e collaboratore; in fondo Marchese stava cercando altre soluzioni, seppure strane, ad un caso che, allo stato di fatto, rimaneva misterioso e privo di piste investigative. Si ripromise di scusarsi con Marchese più tardi, offrendogli il trancio di pizza, che spesso, sostituiva il pranzo.

Riprese la lettura, questa volta dei quotidiani. Lo sguardo cadde sull’annuncio di una conferenza che si sarebbe svolta, il giorno dopo, nell’aula magna dell’università. Tenuta da un professore svedese, avente come tema: “Il licantropo, dove finisce il mito e inizia la scienza”.

Decise di andare a sentire il nordico professore, solo perché si sentiva in colpa verso Marchese. Inconsciamente voleva seguire la pista, assurda e strana, suggerita. Al massimo, pensò, si sarebbe riletto il referto autoptico qualora la conferenza, si fosse rivelata noiosa.

“Senti Marchese, fai una cosa, visto che smanetti col computer. Verifica che non ci siano stati casi analoghi al nostro, in passato, in tutta la nazione. Se li trovi, chiama i colleghi che hanno seguito le indagini, e fatti mandare tutte le carte che hanno al riguardo. Io vado in biblioteca a fare qualche ricerca”.

“Ma se vuole la ricerca la facciamo in internet qui, è più veloce”.

“No, grazie. Io sono vecchio. Mi piace il rumore della carta quando leggo. La sensazione che si prova ad avere un libro in mano, il computer non potrà mai dartela … ”

“Come volete ispettore”.

Squeglia uscì dall’ufficio con sottobraccio i rapporti ricevuti e si diresse verso la biblioteca comunale.

Al rientro, l’investigatore chiamò l’obitorio, chiedendo di poter parlare col medico che aveva eseguito l’autopsia di La Porta.

“Buon pomeriggio dottore sono Squeglia della mobile … grazie tutto bene lei? … Senta la chiamavo per avere alcune delucidazioni sull’autopsia di quel povero disgraziato che abbiamo trovato ieri … no tutto chiaro, volevo solo essere sicuro di aver capito bene la natura delle tracce biologiche rinvenute sul cadavere … ne è sicuro? Non può essere che il corpo sia stato contaminato, da qualche animale dopo? … per carità dottore, non mi permetterei mai di mettere in dubbio la sua competenza, solo, concorderà con me, che è alquanto, diciamo, strana la cosa … ho capito, ci mancherebbe, ma cosa gli dico io al questore? … Quello mi spedisce a Lampedusa, se mi presento con sta storia … senta  dottore non mi metta in bocca parole che non ho detto. Ok, aspetterò le analisi del laboratorio, anche se lei è sicuro di ciò che ha scritto. … ah di sicuro c’è solo la morte e le tasse? … lo so dottore, il film si chiama vi presento Joe Black! L’ho visto. … d’accordo, allora domani mi manda i risultati degli esami, e se ha ragione le devo una cena … certo non mancherò … arrivederci …” dopo aver riattaccato la cornetta continuò “chist è scem!”

Igor Zanchelli


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