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In collaborazione con il sito Zombicide Adventure, la nostra Anna Liguori recensisce per noi il terzo capitolo di questa saga. Non dimenticatevi di visitare il loro sito.


Episodio 3 – Le 24 ore di Zombicide

 

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Ormai lo sappiamo, siamo in piena apocalisse, un’apocalisse che miete vittime ogni mezzo minuto. Ma Phil, no.

Phil è forse il più umano di tutti, e con le palle!

Tra i deliri di Ned e lo stridio di Wanda, Phil, ci racconta chi è, o meglio, chi era prima dei putridi.

In quello che sembra quasi un delirium tremens, mentre tutto scorre attorno a lui (le imprecazioni di Ned costretto a trasportarlo, i pattini e la linguaccia di Wanda è il sibilo della katana di Amy), Phil ci proietta nel giorno del suo giuramento: “per servire e proteggere”, in pratica, la sua condanna.

Chi è Phil? Figlio di un poliziotto in pensione, con cui ha un rapporto molto freddo, e di una madre piuttosto invasiva. Abbastanza comune e tipico nell’universo americano, ma non abbiamo fatto i conti (e neanche lui) con l’imprevedibile colpo di fulmine che colpisce Phil, all’improvviso perso negli occhi di Margaret.

Ecco che ci si ritrova nella sua cucina, dieci anni dopo, con mogliettina premurosa e bimba amorevole al seguito.

La tragedia è imminente e il lettore lo intuisce. Ma nulla di quello che immagina sarà così tremendo di come viene descritto. Preparate i fazzoletti…

Phil si dispera solo per poco; “servire e proteggere” è stampato nella sua mente oltre che sul suo copricapo.

L’episodio è notevole, i flashback per nulla noiosi e sapientemente dosati tra una battaglia e l’altra. Una cosa importantissima è accennata tra le righe. Gli zombie corrono, e vadano al diavolo i puristi!

 

 

Anna Liguori


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