Editorialerecensioni serial tv

Combo micidiale, Michele Borgogni ed il nostro defeale recensiscono l’ottava puntata della settima stagione di #TWD.



 

Ormai abbiamo imparato tutto su The Walking Dead, e anche se questa stagione ha messo la nostra capacità di sopportazione a dura prova più del solito, era lecito aspettarsi dal midseason finale un episodio col botto. È stato così praticamente ogni anno, di solito con un cliffhanger mortale che faceva esclamare allo spettatore “NOOOO, VOGLIO SAPERE COME VA A FINIRE!!!”. Quest’anno le cose non sono andate in maniera troppo diversa, anche se alcune differenze vanno doverosamente sottolineate.

Innanzitutto, finalmente è successo qualcosa! Anzi, dopo infiniti episodi di nulla quasi cosmico è successo persino troppo! Il tentato tradimento di Spencer e la sua morte (non mancherà a nessuno), il tentato omicidio di Negan da parte di Rosita, la cui pallottola è provvidenzialmente fermata da Lucille, l’uccisione per ritorsione di Olivia (non mancherà a nessuno), la fuga di Daryl, Jesus e Michonne che si fermano poco prima di scontrarsi direttamente con i Salvatori, Carl e Rosita che la fanno franca, Aaron che dimostra di avere le palle, Eugene che viene rapito, Maggie che si prepara a diventare sempre più leader spaccaculi, Sasha, Tara, Enid che mostrano le donne sempre più protagoniste, Carol e Morgan che… boh. C’è persino un nuovo personaggio misterioso del quale per ora conosciamo solo le scarpe, e che sembra aver preparato la trappola del lago di zombie esclusivamente per trovare un gruppo abbastanza in gamba da superarla. E soprattutto c’è tanto Negan, e il vero Negan, che dopo l’imitazione (come dicevo, da vero sociopatico) del padre di famiglia torna il pazzo carismatico e sanguinario che abbiamo amato fin da subito.

Negan è stato al centro di ogni trama in queste otto puntate, anche quelle che sembravano interessarlo più da lontano alla fine sembrano puntare dritte verso di lui. Morgan e Carol sembrano aver trovato una loro indipendenza, ma è probabilmente in funzione della guerra contro Negan che finiranno per riunirsi agli altri. Lo spirito ritrovato da Rick, i cambiamenti di rapporti di forze (e di carisma) in seno al gruppo, Negan rappresenta la consapevolezza finale che il mondo come lo si conosceva prima non esiste più, e che dopo una fase di passaggio che sembrava infinita è tempo di trovare una nuova organizzazione, diversa ma funzionale, o soccombere alla legge della giungla. Una giungla fatta di uomini, che come ben sappiamo sono ormai molto più pericolosi dei morti (o forse lo sono sempre stati).

Arrivati all’ottavo episodio la sensazione è che gli sceneggiatori avrebbero potuto evitarci qualche puntata di strazio, e magari distribuire meglio gli avvenimenti. La volontà era di arrivare a questo episodio con una risoluzione almeno parziale di tutte le sottotrame restituendo così allo spettatore quella speranza di cambiamento che ora alberga negli animi dei protagonisti. Comprensibile, ma il risultato finale è ad esempio che l’arrivo di Jesus alla sede dei Salvatori e la fuga di Daryl sono stati appena abbozzati e fin troppo semplificati. Tutto troppo facile, dopo che per tutta la stagione è sembrato che la fortezza fosse inespugnabile. Anche il viaggio di Michonne (pur molto simbolico e significativo, soprattutto per la conclusione) avrebbe sicuramente beneficiato di un respiro ed una chiarezza maggiori. Lo spazio maggiore dell’episodio, ovviamente Negan escluso, è stato occupato ancora una volta da Rick, dallo sforzo per superare il lago dei morti che alla fine non è sembrato così difficile da affrontare, ma insomma, i nostri eroi sono quasi dei supereroi, lo sappiamo.

Per una volta hanno convinto invece i dialoghi. Quelli di un Negan al solito mostruosamente carismatico, quelli di Maggie, Tara, Sasha, Michonne. Persino Padre Gabriel ha detto delle cose intelligenti, e sembra aver lanciato un messaggio che infine è stato compreso un po’ da tutti. Non sono mancati discorsi strappalacrime e persino abbracci, e se ormai possiamo dire senza tema di smentita che Daryl è un mollaccione (dite la verità ragazze, vi piaceva perché in fondo lo sapevate) e che la sua bromance con Rick ci accompagnerà ancora a lungo, stavolta i toni sono stati appropriati. Nei suoi momenti peggiori The Walking Dead è apparsa una soap opera con gli zombie, qui almeno le lacrime e le belle parole hanno prodotto qualcosa. Un risveglio. Probabilmente hanno solo trovato il modo di dare il contentino ai fans e convincerli a guardare anche la seconda parte della serie, ma insomma, questo passa il convento. Per una volta non facciamo i bastian contrari e in attesa della guerra totale accontentiamoci.

P.S. Ho provato per una volta a seguire l’episodio in italiano invece che in lingua originale sottotitolato. Non lo farò mai più.

 

ma cosa ne pensa defeale

 

Devo ammettere che, sin dai primi minuti, ho provato una sensazione diversa dal solito.

La mia mente, confusa da una trama troppo complessa per lo standard del serial, ha iniziato un viaggio introspettivo culinario :

 

 

Con Anna “Negan” Moroni e Antonella “Carl” Clerici.

Anche se sò benissimo che gli americano NON capiscono nulla sulla preparazione di un piatto di spaghetti al pomodoro :

Vedevo Carl impastare;

Vedo un barattolo che diventa limonata;

Vedo una cesta di panini realizzati con maestria;

Ogni cosa che appare, mi riporta ad associare questo personaggio enigmatico a qualcosa di più familiare

 

 

 

Allora ho capito :

Lui è Bastianich !

Lui è Cracco !

Lui è un Cannavacciuolo !

Negan è uno concentrato di chef bulli che vogliono tutta l’attenzione per se !

Anche questo video esplicativo ne è la prova schiacciante, soprattutto quando parla dei sui genitali.

 

 

Quindi lo ammetto :

adoro gli psicopatici che fanno cose da psicopatici per far vedere che sono psicopatici.

 

Ora però, vado a rivedermi una stagione di Hannibal con Mads Mikkelsen che mi è venuto un languore allo stomaco.

 

 

Ci rivediamo a febbraio.

 

 

Michele Borgogni
Alessandro De Felice (defeale)

 


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