Racconti

DEEP BLACK

di Caterina Schiraldi

Capitolo VIII

 

<<Non stare ad ascoltarlo, Luca! È un ragazzino con molta fantasia e qualche problema d’identità>>, intervenne Jo. Portandosi repentinamente alle spalle del giovane attendente e stringendogli significativamente le spalle per indurlo al silenzio.

Il ragazzo gli lanciò un’occhiata velenosa, tentando di sottrarsi alla sua stretta ferrea. Jo gli rispose con un’espressione d’avvertimento. Uno di quegli sguardi glaciali che facevano tremare le gambe ai collaboratori del suo studio. Ma Luis non parve impressionato, spinse in fuori il petto in un moto d’orgoglio, pronto ad una risposta tagliente ma Jo riconobbe il pericolo e agì istantaneamente per aggirare l’ostacolo.

<<Ma cosa ti ha spinto a venire a cercarmi qui, Luca?>>, domandò al suo amico per deviare il discorso e l’attenzione da Luis. Con lui avrebbe chiarito successivamente, aveva un bel po’ di cose da spiegargli. E anche Napoleone…

Luca guardò il suo amico con un cipiglio sornione, che la diceva lunga su quanto si fosse fatto deviare dalla manovra di Jo. Lo conosceva da troppo per cadere nei suoi raggiri. Ma si limitò a scuotere la testa. Avrebbe rinviato i chiarimenti ad un momento migliore. Doveva comunicargli una cosa importante…

<<Sono venuto a cercarti, perché sei sparito da stamattina senza alcuna spiegazione e…>>, sospirò inquieto, <<anche perché stanno succedendo delle cose strane al campo ed ero preoccupato per te…>>

Jo corrugò le sopracciglia confuso, <<di cosa stai parlando? Che genere di “cose strane”?>>

<<Beh, innanzitutto sono sparite delle scorte di carne. Ieri sera i ragazzi hanno portato dalla macelleria gli approvvigionamenti che ci serviranno durante i lavori ma stamattina, quando sono andati a prendere i sacchi per metterli nelle celle frigo… beh…>>

<<Cosa?>>

<<Beh la carne era sparita, sono rimaste solo alcune ossa, sembrava che qualche animale selvaggio le avesse portate via o sbranate…>>

<<Sembrava?>>

<<Sì, sembrava perché poi è successo qualcos’altro…>>

<<Che altro c’è? Luca non mi dirai che sei preoccupato perché un animale ha sgraffignato qualche chilo di carne?>> lo prese in giro Jo, tirando un sospiro di sollievo. Per un attimo si era preoccupato davvero. Non sapeva cosa temesse in realtà, ma si era sentito assalire da un’ansia inspiegabile.

<<Se fosse solo questo non mi sarei preoccupato anche della tua sparizione>>, gli rispose il suo amico, quasi offeso.

<<E allora perché non arrivi al punto? Mi stai facendo innervosire, dannazione!>>

<<Jo ci sono state anche delle altre sparizioni! Sparizioni di esseri umani, non di viveri…>>, affermò Luca con veemenza cercando di richiamare l’attenzione del suo amico, <<i ragazzi dicono che al villaggio qui vicino sono scomparse delle giovani donne e che gli abitanti del villaggio parlano di… strane presenze…>>, aggiunse riluttante, sputando fuori le ultime parole tra i denti stretti.

Jo scoppiò in una sonora risata. Un po’ più rilassato, nonostante le parole dell’amico.

<<Andiamo, Luca! Non vorrai credere alle favolette superstiziose della gente del posto, suvvia…>>, lo schernì Jo, continuando a ridersela. Ogni volta che il suo amico era tornato da viaggi in cui aveva realizzato dei lavori di scavo, gli aveva raccontato degli ostacoli che aveva dovuto affrontare con la gente del posto. Di solito si facevano assalire dalla superstizione nel momento in cui venivano fatti dei lavori di ricerca di manufatti del passato.

<<Non ti ricordi che il mese scorso si vociferava di mummie che aggredivano gli archeologi? E quando sei stato in Romania? L’aglio praticamente te lo sei trovato appeso ovunque!>>, cercò di tranquillizzarlo, assestandogli una pacca amichevole sulla spalla. <<Le donne del villaggio te lo regalavano ogni volta che mettevi piede in qualche locale per mangiare…>>

Ma, nonostante lui tentasse di sdrammatizzare, sentì i muscoli tesi del suo amico al di sotto delle dita. Il fatto che si fosse fatto innervosire da semplici racconti lo lasciava stupito. Luca era uno studioso ed una persona razionale, di solito. Cosa cavolo gli prendeva?

Luis sembrava voler intervenire, ma Jo lo fermò con un cenno del capo. Ci mancava solo che dicesse di nuovo qualche parola a sproposito. Così l’ansia di Luca sarebbe arrivata alle stelle.

<<Jo!>>, lo richiamò con forza, Luca. <<È scomparso anche uno dei nostri, stamattina… e vicino al camper in cui alloggia sono stati rilevati segni di lotta e…>>, Luca ingoiò nervosamente.

<<E…?>>

<<E sangue… una striscia di sangue e orme di una fiera!!>>, terminò lugubremente, fissando Jo con nervosismo.

Lui rimase un attimo in silenzio. Il riferimento alla fiera non gli era piaciuto, ma decise di optare per la soluzione più logica, non avendo motivo di sospettare d’altro.

<<Indubbiamente è una questione incresciosa…>>, commentò Jo colpito, <<mi dispiacerebbe enormemente se fosse successo qualcosa al ragazzo ma a me sembra tranquillamente ipotizzabile l’attacco di un animale…Cose che succedono quando si lavora in certe zone, rischi del mestiere! Cavolo, amico, cosa ci trovi di strano in questo? Chiama la polizia e raccontagli che…>>

<<Jo, credi che non ci abbia pensato?>>, lo aggredì rabbiosamente Luca, cogliendolo di sorpresa, <<ho chiamato subito la polizia locale che è intervenuta a fare degli accertamenti, ma sulle facce di tutti vedo qualcosa che mi spaventa… gendarmi compresi! Non so spiegartene la ragione, ma sento sussurri e vedo espressioni che… insomma da queste parti sono abituati agli animali feroci. Se si trattasse solo di un animale non ne sarebbero così impressionati, no? Eppure c’è dell’altro… non so spiegarmelo nemmeno io…>>, scosse la testa frustrato e lanciò uno sguardo mortificato verso di lui.

<<Ma forse hai ragione tu, dopotutto. Probabilmente mi sto facendo soltanto suggestionare…>> ammise alla fine, portandosi una mano nei capelli e sorridendo imbarazzato.

<<Finalmente ragioni! Non avrai mica pensato che anche io fossi sparito, no?>>, lo prese in giro, bonariamente, <<e chi potrebbe portare via un ragazzone come me? Il fantasma di qualche faraone egizio? Credimi sono davvero commosso da tutta questa sollecitudine, ma dovresti darti una calmata, amico!>>, tentò di scherzare per spazzare via l’atmosfera di tensione.

Nel frattempo, con la coda dell’occhio, sorvegliava Luis. Si era seduto su uno sgabello con una faccia talmente cinerea che temette potesse svenire da un momento all’altro.

Si domandò se non fosse il caso di mandare via il prima possibile l’iperansioso Luca per poter fare finalmente un discorsetto col ragazzino.

Luca, intanto, lo guardò di sbieco, e dopo aver lanciato uno sguardo rapido anche a Luis incrociò le braccia al petto e si piazzò a gambe divaricate dinanzi a lui, <<cosa diavolo ti è successo?>>, gli domandò cogliendolo di sorpresa e rammentandogli che si trovava ancora seminudo e coperto di graffi grondanti sangue e lividi. <<Io probabilmente mi sto facendo suggestionare, ma sta di fatto che un uomo è sparito lasciandosi dietro una scia di sangue e che nello stesso giorno scompari anche tu e ti ritrovo in queste condizioni… e non dovrei preoccuparmi?>>

Per un attimo Jo, non seppe cosa rispondergli, scambiò uno sguardo fugace con Luis, che sembrava aver ripreso colore, ma rimase immobile e taciturno. Poi l’abitudine alle arringhe nei tribunali prese il sopravvento.

<<Sei diventato più apprensivo di mia madre, Lu! Stai diventando vecchio, amico>>, scherzò mentre pensava ad una risposta da dargli, <<ti ricordi che stamattina sono corso dietro al mio gatto?>>,

Al cenno di assenso continuò spedito, <<e seguendolo sono caduto in una specie di torrente. Sai quanto odi l’acqua! Mi sono fatto prendere dal panico e tentando di tirarmi fuori il prima possibile mi sono ammaccato più del necessario. Probabilmente ho urtato anche la testa, perché ho dei ricordi confusi. Forse ho perso i sensi per un po’, ad ogni modo mi ha ritrovato questo ragazzo…mi ha aiutato a venir su dall’acqua e… mi sono fatto portare qui. Stava cercando di medicarmi le ferite quando hai bussato alla porta, a quanto pare suo padre è una specie di guaritore…>>, terminò ostentando sicurezza, mentre cercava di convincere Luca della sua versione.

Il suo amico, però, lo guardò scettico, con un sopracciglio sollevato.

<<E quelle ferite? Non sembrano per niente i graffietti di un gattino…>>, gli indicò con la testa i profondi squarci che gli percorrevano il petto e le gambe, testimonianza dello scontro avuto con sua sorella Amahl.

<<Lui non se lo ricorda, ma mentre era svenuto l’ho dovuto salvare da un animale che lo aveva eletto a portata principale del suo pasto!>>, intervenne Luis prontamente, cercando di coprire le lacune nel suo racconto.

Luca si girò a guardare il giovane con gli occhi stretti dall’incredulità. Il fisico minuto del ragazzo non deponeva a favore della loro versione dei fatti…

<<Ecco, vedi? Ci sono animali feroci da queste parti, il tuo collaboratore potrebbe essersi solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, poveretto, mi dispiace per lui>>, Jo prese la palla in balzo per spiegare entrambe le situazioni con semplicità e logicità. Così forse il suo amico si sarebbe tranquillizzato e avrebbe smesso di fare domande, <<ti sei fatto condizionare dai poveracci del posto. Lo sai che questa gente è fondamentalmente ignorante e superstiziosa… ogni calamità naturale se la devono spiegare per forza con un intervento sovrannaturale… andiamo, dai!>>, Jo scoppiò in una risata un po’ forzata ma che sperava riuscisse a coinvolgere anche il suo amico.

Luca continuava a guardarlo poco convinto, poi scosse il capo ed anche lui si unì alla risata di Jo.

<<Accidenti, questo posto mi farà impazzire!>>, ammise dopo un po’ ridendo di gusto, <<devo essermi fatto suggestionare davvero! Probabilmente ha contribuito anche il sogno di questa notte, accidenti a me!>>

<<Vedi? Basta che ci sia qualcuno a farti razionalizzare e le tue paure svaniscono come neve al sole…>>, lo tranquillizzò Jo, passandogli amichevolmente un braccio sulle spalle ed esalando mentalmente un sospiro di sollievo per essere riuscito a convincerlo, <<la prossima volta vedi di sognare una bella signora anziché aver incubi improbabili su strane presenze. Probabilmente sei solo stordito dal sole cocente dell’Egitto …>>

<<Ma in effetti ho sognato una donna questa notte…>>, lo corresse con un sorriso, <<una bellissima donna dagli occhi verdi come quelli di un gatto… bella, abbronzata, ho sognato che entrava nel mio camper e si avvicinava al mio letto>>, raccontò sorridendo Luca, <<solo che ad un certo punto del sogno la donna si è trasformata in una pantera nera… ed io me la sono fatta addosso come un poppante>>, terminò battendosi una mano sulla fronte mentre rideva di sé stesso.

Jo, invece, sentì la propria risata pietrificarsi ed il sangue gelarsi nelle vene al racconto di quel presunto sogno…

Anche in questo caso, cercò fuggevolmente lo sguardo dell’attendente e vi ritrovò lo stesso turbamento che c’era in lui… forse aveva sottovalutato le paure di Luca, forse dietro quelle sparizioni c’era molto di più del semplice assalto di un animale. Forse…

Non riuscì a completare il pensiero perché un bussare disperato alla porta della sua camera interruppe tutti i discorsi in atto.

<<Ma cosa diavolo succede, oggi?>>, si domandò esasperato Jo, andando ad aprire la porta. Non appena scostò l’uscio si trovò di fronte il viso sconvolto di uno degli operai degli scavi, <<cosa c’è Nathan?>>, chiese sorpreso ed inquieto alla vista della forte emozione che trasfigurava il viso del giovane.

Nel frattempo anche Luca si era avvicinato alla porta e aveva poggiato una mano sulla spalla del ragazzo per cercare di tranquillizzarlo.

<<Cercavo lei, capo! Sono venuto di corsa dal fiume. Capo è successa una disgrazia…>>, balbettò confusamente e con voce alterata.

<<Dimmi cosa succede…>>, lo invitò Luca con tono rassicurante. Lui e Jo si scoccarono uno sguardo nervoso.

<<Abbiamo trovato Paolo, capo! Lo abbiamo trovato al fiume…>>, si fermò per respirare e cercare di recuperare la voce, <<è morto capo! Squarciato alla gola… lui… era coperto di sangue e ferite che sembrano lasciati da grossi artigli…>>

<<Cazzo!>>, si limitò a sussurrare a mezza voce Jo, perdendo colore.

<Allora è stato davvero un animale…>>, cominciò a sussurrare Luca, in parte rassicurato.

<<No, capo!>>, quasi gridò il ragazzo, mettendo la sua mano insanguinata sul braccio di Luca, come per trattenerlo, <<c’era uno strano segno inciso sulla sua carne… un triangolo con tre strisce. Era marchiato sul braccio di Paolo, signore!>>

Il silenzio invase tutto l’ambiente dopo questa rivelazione. Un silenzio glaciale. I presenti si guardarono tra loro smarriti e preoccupati.

All’improvviso un tonfo interruppe l’assordante mutismo generale.

Jo si girò di scatto.

Luis giaceva pallido per terra. Era svenuto.
 


 
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